tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post7510263890150566837..comments2024-03-27T15:50:46.771+01:00Comments on diciottobrumaio: In quanto europeiOlympe de Gougeshttp://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-45339565959406819042012-04-18T00:34:00.909+02:002012-04-18T00:34:00.909+02:00Condivido. In particolare, il passaggio in cui dic...Condivido. In particolare, il passaggio in cui dici che l'Europa <i>con due carneficine di proporzioni inedite, ha solo deciso per la propria subalternità alla storia e al dominio altrui</i>, mi riporta ad alcune riflessioni che faccio da tempo, circa la seconda guerra mondiale e il periodo fra le due guerre.<br />La potenza economica degli Stati Uniti era già in ascesa dopo la prima guerra mondiale, ma in Europa pochi erano disposti ad ammettere fino in fondo la portata di questa "novità" (interessanti in proposito, perché acute e piuttosto "controcorrente" rispetto alla loro epoca, le riflessioni gramsciane su <i>Americanismo e fordismo</i>).<br />O meglio, chi percepì il nuovo ruolo della "potenza" economica statunitense come una minaccia, non ne capì però fino in fondo il senso e la portata, e pensò che la risposta a questa "novità" potesse declinarsi in termini di pura e semplice riproposizione di "vecchi" metodi: in particolare, le due dittature che vollero il conflitto del '39-'45 sottovalutarono le capacità del "colosso" d'oltreoceano (se ricordo bene, Mussolini in un'occasione arrivò a dire che l'America era <i>un bluff</i> - e infatti ce ne siamo accorti...!). Quella sottovalutazione però fu fatale, e anziché rallentare o scongiurare il declino della "potenza" europea, non ha fatto che accelerarlo all'inverosimile, consegnandoci completamente come "ostaggi" alla nuova <i>superpotenza</i>.<br />L'orgoglio nazionalistico, insomma, è stato il peggior nemico di se stesso e degli scopi che dichiarava di prefiggersi.<br />Il divario fra le categorie tipiche di quel nazionalismo - specie di quello italiano, idealistico-velleitario, forte con i deboli, incapace affatto di valutare con realismo i processi economici e i rapporti di forza e inebriato da motti dannunziani - e la nuova forma del capitalismo, rappresentata dagli Stati Uniti in ascesa si può leggere in alcune pretese che circolavano allora da noi in certi ambienti (come - per dirne solo una - la fallimentare e quasi "medievale" campagna contro l'emigrazione dalle campagne verso le città, per "salvaguardare la vocazione agricola" del paese, o qualcosa del genere... tentativo di difendere la rendita latifondistica d'antan, come se questa potesse essere la testa d'ariete della nostra economia, proprio mentre negli Usa il capitalismo fordista era in grande spolvero e in irresistibile ascesa: per fare un paragone, uno scontro fra l'alchimia medievale da una parte e la chimica moderna dall'altra, insomma, e sappiamo bene com'è finita).ivaneuscarhttps://www.blogger.com/profile/13381655735594702472noreply@blogger.com