tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post5464394617934267358..comments2024-03-28T14:19:44.853+01:00Comments on diciottobrumaio: Sono esistiti due Lev S. Vygotskij ?Olympe de Gougeshttp://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-4416298176090233322017-07-14T09:52:21.236+02:002017-07-14T09:52:21.236+02:00grazie e buona giornata a tegrazie e buona giornata a teOlympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-87861160111396526542017-07-14T07:59:08.337+02:002017-07-14T07:59:08.337+02:00l' acquisizione del concetto di coscienza di c...l' acquisizione del concetto di coscienza di classe riscrive i rapporti tra l'evidenza fisiologica del Robinson irrimediabilmente separato e le linee prospettiche del intreccio sociale (il Dominio) che si prolungano fino a incrociarsi in quel punto di fuga che è la psiche soggettiva <br /><br />non prenderei di punta questa larvale -e in potenza dialettica- soggettività <br /><br />bel post, bei commenti<br /><br />buonagiornatalozittitohttps://www.blogger.com/profile/13420598333018878914noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-87307988137593200472017-07-10T10:57:30.877+02:002017-07-10T10:57:30.877+02:00Ciò che scrive Barone è esattamente (i due punti f...Ciò che scrive Barone è esattamente (i due punti finali!) quanto Vygotskij e Lurija hanno espresso rispetto al riduzionismo fisiologico dell'epoca (e noi diremmo rispetto al riduzionismo delle neuroscienze attuali). Quando si legge un libro come "Un mondo perduto e ritrovato "di Lurija (Adelphi), o si fa finta di non capire o si capisce quanto le neuroscienze attuali non sono solo lontane, ma sono su un'altra direzione, contraria, per comprendere "l'individuo umano" marxianamente inteso.<br />Quanto ai "due Vygotskij" l'osservazione è pertinente: 1) perché il Vygotskij che abbiamo letto non corrisponde al Vygotskij che sta emergendo dopo il 1991 (nel 2016 è uscito a Mosca il primo volume delle "Opere complete" - complete veramente, solo fino al 1923 sono 750 pagine, con materiali mai visti prima); 2) perché il nostro sforzo è di comprendere dialetticamente che cosa sia successo negli anni '20 e '30 nella cultura e nella scienza sovietica.<br />Grazie per l'attenzione posta al mio articolo. Luciano Mecacci<br />Luciano Mecaccihttps://www.blogger.com/profile/08585919753780260807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-78278925371791730042017-07-09T21:19:12.129+02:002017-07-09T21:19:12.129+02:00ottimo commento, grazieottimo commento, grazieOlympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-14782031693671091152017-07-09T20:39:06.169+02:002017-07-09T20:39:06.169+02:00Vi è da sperare che i fondamentali contributi di V...Vi è da sperare che i fondamentali contributi di Vygotskij siano recepiti anche nell'ambito delle neuroscienze, oltre che in quello della psicologia. In effetti, il merito del geniale ricercatore sovietico è stato quello di muovere, nel porre e risolvere i problemi di queste discipline, dall’assunto di Marx secondo cui l’essenza individuale della coscienza “è fin dall’inizio un rapporto sociale”, un'essenza esterna e diffusa fra gli stessi individui, come è la stessa lingua da essi appresa e parlata, e sviluppa nei suoi scritti un modo completamente diverso di intendere la mente umana, che, con maggiore coerenza delle scienze cognitive e della cosiddetta “grounded cognition”, pone all’origine del processo di individuazione del soggetto umano la nozione (non di mente individuale o di singolo cervello ma) di ‘rapporto sociale’. Sennonché, come accade nell'impostazione sia cognitivista che costruttivista di questo ambito di problemi, l’individualismo cognitivo è sempre il marchio di fabbrica del cognitivismo e, sia pure in misura minore, del costruttivismo. Tale individualismo discende, peraltro, dal modello che è stato alla base delle scienze cognitive, cioè dal modello del calcolatore e non è sufficiente, per rompere con questo approccio, mettere il cervello nel posto che durante i primi tempi era occupato dal computer. La mia impressione è che, anche quando lo sforzo è quello di svincolarsi dal paradigma dell’individualismo cognitivo allargando i confini della mente individuale oppure situando la mente in un corpo, a sua volta immerso in un particolare ambiente, o ancora studiando come le diverse menti entrano in rapporto fra loro – è il caso, per citare una tendenza oggi di moda, dei cosiddetti neuroni specchio -, tale sforzo resti nondimeno privo di conseguenze teoriche rilevanti, poiché non si tratta tanto di ampliare i confini della mente individuale quanto piuttosto di abbandonare il modello che impone l’individualismo cognitivo e che, per usare una nozione coniata da Gaston Bachelard, costituisce un vero e proprio ‘ostacolo epistemologico’ all’ulteriore approfondimento della conoscenza. In altri termini, a mio avviso, non si tratta di riconoscere che sono importanti anche le relazioni sociali quanto di dedurre tutte le conseguenze metodologiche da due assunti strettamente concatenati: 1) la tesi marxiana per cui l’individuo umano non è un essere sociale (anche altri animali lo sono, perfino più dell’uomo), ma l’individuo umano è l’essere sociale; 2) la necessità di porre la nozione di relazione al centro dello studio della mente umana .Eros Baronenoreply@blogger.com