tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post2452175696032437526..comments2024-03-29T13:48:42.739+01:00Comments on diciottobrumaio: Qui ventum seminabunt et turbinem metentOlympe de Gougeshttp://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-68947124106383340832015-08-13T16:07:41.251+02:002015-08-13T16:07:41.251+02:00Tutto da condividere.Riusciremo ad avere una socie...Tutto da condividere.Riusciremo ad avere una societa piu giusta? Giuseppe39 torino<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-56533797495816929622014-08-22T20:31:39.478+02:002014-08-22T20:31:39.478+02:00Lei non e''solo un eccellente marxista, ma...Lei non e''solo un eccellente marxista, ma e' anche un ottimo giornalista.<br />Buona serata<br /><br />XXXAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-66619372657001322372014-08-22T16:35:06.863+02:002014-08-22T16:35:06.863+02:00Le ipocrisie dell'imperialismo britannico nell...Le ipocrisie dell'imperialismo britannico nella lucida analisi di John A. Hobson<br /><br />Prendiamo il caso dell'imperialismo classico, dell'imperialismo "per eccellenza", fra quelli del mondo moderno: ossia quello britannico, quando (alla vigilia della prima guerra mondiale) circa un quarto delle terre emerse del globo vivevano all'ombra dell'Union Jack, e a tanti bambini africani si insegnava che la regina Vittoria era il sovrano più potente del mondo - né si andava molto lontano dal vero.<br />Gli uomini politici, la stampa e gli ambienti della finanza e dell'industria che avevano interessi di espansione coloniale giustificavano la politica imperiale britannica come una missione di civiltà: il famoso white man's burden, "il fardello dell'uomo bianco", caro alla retorica imperialistica di letterati come Rudyard Kipling. Essi affermavano che tale missione si esplicava attraverso l'imperialismo non solo perché esso era lo strumento necessario per diffondere il cristianesimo, l'ordine e la pace fra i "selvaggi"; ma anche - e qui l'ipocrisia toccava il vertice - per preparare quelle popolazioni all'autogoverno e alla democrazia, ossia per "elevarle", sia pure in un domani non meglio definito, verso gli istituti politici propri della madrepatria, e felicemente collaudati in secoli di storia (in particolare, a partire dalla Glorious revolution del 1688, che aveva stabilito la monarchia parlamentare).<br />E questo giustificava tutto.<br />Lo sterminio dei Tasmaniani e degli aborigeni australiani, cacciati come belve feroci (mentre erano miti e assolutamente inermi); l'asservimento e lo sfruttamento dell'antichissima civiltà indiana; la guerra spietata contro i liberi coloni boeri dell'Orange e del Transvaal, con tanto di campi di concentramento per vecchi, donne e bambini; e così via: tutto appariva giustificato alla luce della nobile missione di estendere ai popoli "primitivi" i vantaggi dell'autogoverno e degli istituti della democrazia rappresentativa.<br />Impero e democrazia possono coesistere temporaneamente, ma alla fine l'uno divorerà l'altra. Questa è la lezione della storia e ha ormai duemilacinquecento anni: è giù evidente nell'Atene di Pericle e nel disastro annunciato della guerra del Peloponneso, che ha avuto anch'essa il suo lucido e spassionato testimone: Tucidide, il più grande storico del mondo antico.<br />Speriamo che non ci sia bisogno di un altro Tucidide per descrivere il disastro annunciato della guerra di civiltà, verso il quale gli irresponsabili dirigenti della Casa Bianca e del Pentagono stanno sospingendo l'intera umanità, con perseveranza degna di una migliore causa, da circa un ventennio, ossia da quando è terminata la "guerra fredda" con l'ex superpotenza sovietica.<br />Saluti<br />nonnoFranconoreply@blogger.com