Quando ieri l’altro Wall Street ha chiuso con il Dow in calo di oltre 400 punti, è stata la fine del peggior trimestre per i titoli azionari dopo la crisi finanziaria del 2008. Il mercato è sceso del 20 per cento dall’inizio dell’anno.
Ieri il Dow ha perso il 3,9 per cento, Francoforte quasi il 4, idem Londra e Milano il 3. La caduta delle Borse non si è fermata e non si arresterà se non per brevi sussulti.
L’inizio dell’anno era stato caratterizzato da un’impennata del mercato, spinto a nuovi massimi fino al 12 febbraio. C’era fiducia che la Fed avrebbe continuato a fornire denaro quasi gratis per finanziare la speculazione. Allo stesso tempo le tensioni commerciali con la Cina si erano in qualche modo allentate con la firma di un primo accordo il 15 gennaio.
Ciò che più rileva della caduta non è la dimensione ma la velocità con la quale è avvenuta. Ci sono voluti solo 16 giorni perché le azioni dal loro massimo record precipitassero del 20%, rispetto al record precedente di una simile caduta stabilito, guarda caso, nel 1929.
Il coronavirus ha funto da detonatore, ma la miscela esplosiva l’ha fornita l’aumento delle attività finanziarie completamente avulso dal processo di produzione dell’economia reale. L’economia fletteva un po' ovunque da mesi e invece la finanza celebrava record. C'è voluto il lockdown per riprendere contatto con la realtà.
L’indice Vix, che misura la volatilità ed è inteso come il termometro di Wall Street (S&P 500), anche se ora è un po' sceso, a metà marzo aveva raggiunto una febbre da record. È stato uno dei fattori che ha portato la Fed ad avviare un massiccio intervento sui mercati finanziari su tutta la linea. Questo intervento ha contribuito a prevenire una caduta ancora più imponente che avrebbe visto Wall Street registrare il suo peggior trimestre dalla Grande Depressione.
La Fed funge da principale sostegno per tutte le aree del sistema finanziario. Ha ridotto i tassi d’interesse a zero, ha ripreso i suoi acquisti multimiliardari di buoni del tesoro e titoli garantiti da ipoteca, ha acquistato debito nel mercato commerciale, è entrata nel mercato delle obbligazioni comunali, e, per la prima volta nella sua storia, si è impegnata ad acquistare obbligazioni societarie di nuova emissione.
È intervenuta nel mercato dei pronti contro termine durante la notte di lunedì per un importo di trilioni di dollari al fine di cercare di prevenire il picco dei tassi d’interesse che innescasse un congelamento dei mercati del credito come avvenuto nella crisi del 2008.
La Fed è intervenuta sul mercato dei MBS (Mortgage Backed Securities), titoli garantiti da ipoteche su immobili, a metà del mese scorso con acquisti di 68 miliardi. Tuttavia, ciò non è bastato a fermare l’ondata di vendite e ha dovuto effettuare ulteriori acquisti per 168 miliardi la scorsa settimana.
Breve digressione. Tra i giochini speculativi più noti (e più rischiosi) c’è quello praticato dai trader che vendono un titolo che non hanno (allo scoperto) – prendendolo in prestito dai broker – nell’aspettativa che il suo prezzo scenda e a quel punto lo acquistano e in tal modo vanno a saldo guadagnando sulla differenza.
Sennonché l’intervento della Fed ha aumentato il prezzo dei titoli garantiti da ipoteca, il che significa che coloro che si sono impegnati nelle operazioni di copertura subiscono perdite. Ciò ha portato a un aumento delle richieste di margine da parte dei broker, costringendo coloro che si sono impegnati nella copertura a vendere le proprie partecipazioni in perdita o a mettere più denaro nei loro conti di trading.
Tutto ciò crea un grande sconquasso sul mercato finanziario e gravi preoccupazioni. Il mercato MBS non è però l’unica area dei mercati finanziari ad affrontare un aumento delle turbolenze.
Le grandi banche che hanno aiutato i gestori patrimoniali a impacchettare prestiti rischiosi in prodotti d’investimento si trovano con miliardi di dollari di debito legati alle società più esposte a una recessione economica. Colossi come Citigroup e Credit Suisse, per citare, sono stati coinvolti nel fornire credito al mercato in obbligazioni di prestito garantito (CLO, che nel 2019 hanno raggiunto il loro record). Questo mercato funziona in modo simile a quello immobiliare subprime che ha contribuito a scatenare la crisi finanziaria del 2008.
Nel gioco finanziario l’azzardo è la regola, ma i nodi arrivano al pettine. Nel settore auto, le vendite stanno crollando dell'80 per cento, con il lockdown l’agricoltura sta subendo forti contraccolpi, per non parlare della lunga filiera del settore turistico e quello dei trasporti, eccetera, eccetera.
In altri termini e per non farla troppo lunga, a livello internazionale, causa epidemia virale, ci troviamo di fronte contemporaneamente a un generale e inedito blocco delle attività produttive e commerciali che provocherà recessione e fallimenti, quindi a una crisi finanziaria verticale in una cornice di debito pubblico e soprattutto privato da far tremare i polsi.
Questo insieme di fatti strettamente e velocemente connessi tra loro, porta a prevedere che se la situazione non si sblocca rapidamente, e nulla lo fa presagire, l’anno in corso possa diventare l’inizio di un lungo e turbolento decennio, il peggiore dagli anni 1970. Tale sconquasso non si sa ancora dove infine ci potrà condurre sul piano economico e inevitabilmente su quello della tenuta sociale. Speriamo solo che quando la situazione si farà più calda ancora e i nervi saranno a fior di pelle, non vengano ad innescarsi altre tensioni tra potenze. Facciamoci bastare il virus e la recessione economica.
Questo insieme di fatti strettamente e velocemente connessi tra loro, porta a prevedere che se la situazione non si sblocca rapidamente, e nulla lo fa presagire, l’anno in corso possa diventare l’inizio di un lungo e turbolento decennio, il peggiore dagli anni 1970. Tale sconquasso non si sa ancora dove infine ci potrà condurre sul piano economico e inevitabilmente su quello della tenuta sociale. Speriamo solo che quando la situazione si farà più calda ancora e i nervi saranno a fior di pelle, non vengano ad innescarsi altre tensioni tra potenze. Facciamoci bastare il virus e la recessione economica.
Ma non tutto il coronavirus viene per nuocere. Pare porti i pesci nei canali di Venezia, almeno secondo i gesuiti https://www.ilmessaggero.it/vaticano/coronavirus_vaticano_fa_bene_all_ambiente_gesuita_vatican_news-5145977.html
RispondiEliminatra un torneranno anche le anofele, speriamo si dedichino specialmente ai gesuiti
EliminaSe si posa la zanzara, loro non reagiscono: perinde ac cadaver.
Eliminadiciamo che è usuale, di fronte a grandi crisi, trovare un "pharmacos" per scaricare paura e rabbia. Prima furono i sacrifici umani agli dei, poi la cacciata di un capro espiatorio, infine la GUERRA, col suo benefico bagno di sangue, di medaglie e di eroi.
RispondiEliminale meraviglie del valore di scambio
RispondiEliminaquesto abbiamo
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