lunedì 30 maggio 2016

Il lungo sonno di Ricolfi


L’editoriale di ieri su Il Sole 24 ore è a firma di Luca Ricolfi, con un titolo chandleriano: Il lungo sonno della produttività italiana. Il prof. Ricolfi ci ricorda subito che il risveglio della produttività è la condizione necessaria per la ripresa del Paese. Caso mai l'avessimo dimenticato tra un sorso e l'altro di delorazepam.

Per spacciare un simile mito ci vogliono delle motivazioni “giuste”, che coinvolgano una vasta platea: bisogna scrivere che l’aumento di produttività deve accompagnarsi alla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro, all’aumento dei salari e ad aziende più dinamiche e moderne.

Balle. Primo: è la produzione basata sul valore di scambio che sta mostrando sempre più la sua divaricante contraddizione e il suo limite storico. Secondo: il lavoro in forma immediata cessa sempre più di essere la grande fonte della ricchezza.

Poi, di contorno: quante altre auto inquinanti, cibo spazzatura, appartamenti sfitti, illusioni a buon mercato bisogna produrre in surplus per soddisfare il mito della produttività, il bisogno insaziabile di valorizzazione del capitale, la brama del profitto?

Nuovi e migliori posti di lavoro non ci saranno, la disoccupazione – sanno benissimo – nel medio-lungo e lunghissimo periodo aumenterà per effetto delle nuove tecnologie, quanto all’aumento dei salari esso pregiudica la cosiddetta “competitività” in presenza di un quadro di stagnazione e caduta del saggio del profitto (in rapporto al capitale investito).

La banda larga, canta Ricolfi. Sì, quella c’è l’abbiamo già da secoli e dobbiamo mantenerla. E poi vai col valzer della riduzione della pressione fiscale, degli investimenti in R&S, “il caso italiano difficile da spiegare in modo convincente”, “che la stagione del ristagno duri ininterrottamente da vent’anni”. Eppure, non era con “la più grande ondata di privatizzazioni mai vista in un’economia occidentale”, quindi “Imponendo un decennio di sacrifici alle famiglie”, ossia tagliando i salari, che sarebbe aumentata efficienza, produttività e redditività?

Ah, secondo Ricolfi la causa del disastro sarebbe riconducibile al mito nefasto del “federalismo”, tanto per citare qualcosa, quindi l’immane moltiplicazione dei centri di decisione, dei soggetti coinvolti nei processi politici, e poi le “esternalità” positive e quelle negative. E dunque, in definitiva, il problema sarebbe eminentemente politico. Ma allora la soluzione è a portata di mano, di riforma.

Professor Ricolfi, le dice niente “struttura produttiva”, rapporti di forza, quote di mercato, scomparsa della grande impresa, debolezza di quella media ed eccessiva ampiezza di quella piccolissima, divisione internazionale del lavoro e collocazione assegnataci dagli anelli forti della catena (europea ed internazionale), quindi ferrea legge del profitto che costringe alla delocalizzazione, eccetera? Non le pare evidente che la spinta al rinnovamento tecnologico ed alla crescita degli impianti, cioè all’aumento della composizione tecnica del capitale (sennò l’aumento della produttività come lo realizzi, coltivando marjuana? è un'idea!), è ben diversa per chi produce scarpe, tessili ed elettrodomestici, e per chi, invece, sforna acciai speciali ed elettronica? Certo, soggiungo, che Marchionne torna qui a produrre le sue macchine, ma non per aumentare i salari e diminuire il saggio di sfruttamento. Non per pagare le tasse sugli utili.

Ricolfi, ci dice nulla sui motivi della sua decennale letargia?

5 commenti:

  1. Perdoni l'ignoranza, cosa significa il LAVORO IN FORMA IMMEDIATA?

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    1. il macchinario che l'operaio impiega, la materia prima, le materie ausiliarie, sono lavoro passato. il valore che egli aggiunge ex novo con la sua attività lavorativa immediata, quello che aggiunge alla merce che sta producendo, è lavoro vivo, lavoro immediato. in molte sfere della produzione l'operaio aggiunge sempre meno valore in rapporto al capitale già oggettivato in precedenti fasi produttive. il che non è senza conseguenze:

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2015/04/perche-cala-il-prezzo-delle-uova.html

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/05/il-carattere-storico-e-transitorio.html

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    2. Grazie mille. La spiegazione che mi ha dato, è già di per se sufficiente.
      Leggerò comunque i links da lei segalatomi.

      Saluti

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  2. Ricolfi: una delle eccellenze italiane -un pò troppe per essere vere

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    1. a forza di eccellenze – vedi monti-fornero – siamo ridotti così. ma guarda che non gliene frega nulla quasi a nessuno

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