sabato 1 febbraio 2014

Divagando in un sabato pomeriggio piovoso


I parlamentari del Movimento di Grillo mi fanno pena. Poveretti, si sono messi in testa che questo sistema possa essere in qualche modo (quale?) riformato. Non comprendono, e taluni spero fingano, la reale natura del potere che ci sovrasta, circonda e svuota di ogni cosa.

Tuttavia bisogna dare loro atto che tra le tante stupidaggini che riescono di buon grado e senza sforzo eccessivo a metter in campo, vedi l’inane atto d’accusa contro il Bella Napule (*), sono gli unici che si oppongono a questo sistema criminale.



Criminale è una classificazione appropriata, poiché un sistema colluso non solo con la Mafia (che usa a proprio piacimento) e con il business del gioco d’azzardo (che manda a rovina le famiglie), ma con un sistema finanziario a capo del quale sono dei gangster, non può essere altro, a sua volta, che un sistema a confine tra la criminalità politica e quella comune. Pertanto il rimprovero che sento di dover muovere ai parlamentari del Movimento di Grillo è quello di approfittare della loro posizione per illudere ulteriormente un popolo di analfabeti.

(*) Un palazzo di corso Buenos Aires 48, a Milano (venendo da Porta Venezia è sulla destra, tra via Oznam e via Plinio, in fondo a piazza Lima; oggi l’ingresso principale è in via Plinio 1), nel 1926 fu teatro di un singolare (ometto al momento le motivazioni) omicidio, anzi, matricidio. A trovare il cadavere della donna di origini padovane fu il marito, un molisano spiantato che in seguito fece fortuna, diventando persino regista e produttore di cinema. Materialmente ad aprire la cassapanca dove era il cadavere in putrefazione della donna fu un dipendente del marito, un certo Mario Carità, che diventerà tristemente noto quasi due decenni dopo con la Repubblica di Salò. L’omicida, ossia il figlio, fu arrestato nei pressi di Gardone, dove proprio in quei giorni il capo del governo firmava, con certi D’Annunzio, Borletti e Mondadori, un contratto che statalizzava alcune note case da gioco.


A difendere l’omicida fu l’avvocato Fortunato Danesi, uno dei protagonisti del processo Matteotti. Un uomo di assoluta fiducia per il partito fascista. Gli assassini del deputato facevano parte, tutti o quasi, della banda del capo squadrista milanese Mario Giampaoli, un ras dei bassifondi, assiduo frequentatore di sale da gioco clandestine, tra le quali, appunto, il Bella Napule, “una bisca clandestina dove la cocaina non mancava mai e la prostituzione era moneta corrente”. Si trovava in via Rastelli, ossia a pochi passi dall’originaria sede del “Popolo d’Italia”. Straordinarie coincidenze della storia.

8 commenti:

  1. Per il M5S. C'è una piccola percentuale di posibilità che un cammino iniziato su falsi presupposti, e mappe errate, sia ad un certo punto costretto a convergere sulle necessità storiche reali, trasformando così anche il viaggiatore? Io non lo escludo, ma di base sono un ottimista, e questo mi influenza.
    Per vederla anche nel suo rovescio, abbiamo assistito a tanti viaggi partiti con il piede e i viaggiatori giusti, finiti malissimo. Non era ancora matura la necessità storica? ciao,g

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  2. Mortificare l'ottimismo, supponendo che sia provato soprattutto da giovani, mi sembra una gran cattiveria, però forse non ci si è resi conto cosa significhi e fin dove vada ad incidere quest'ultima mossa su Bankitalia.
    Ho l'impressione che tutte le possibili mosse 'oneste', da qualunque parte vengano, siano come un pattino che voglia affrontare in mare aperto la Nimitz (*).Vedo il balzo evolutivo dell'homo sapiens un pò lontano, mentre
    l'intelligencija diffusa ancora in fase organizzativa.

    Per quanto concerne l'annoso dibattito sul ruolo dell'intellettuale e dei ceti dirigenti nelle fasi rivoluzionarie è un argomento parascientifico che appartiene all'Astronomia.
    Auguri a tutti.

    (*) Portaerei US Navy 100.000 ton. a pieno carico

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    1. una gran cattiveria? o piuttosto senso di responsabilità?

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  3. Non c'è stato uno (che culo x gli europei e che sfiga x gli indigeni) che pensava di andare in India e ha scoperto l'america?
    Forse è il karma dei genovesi? :)
    ciao,g

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    1. era un drittone pure quello, diceva di essere stato nel cipango per via del contratto che aveva firmato ma sapeva bene che era arrivato in un altrove non segnato dalle mappe
      ciao. com'è andata l'annata con le taggiasche?

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    2. Ciao.
      Con le olive un disastro. Troppa mosca, abbiamo rinunciato: niente olio, niente salamoia. Proprio quest'anno che mi ero organizzato per la salamoia. Chi ha fatto l'olio ha avuto acidità altissima. Al frantoio cooperativo, che in parte vende l'olio che spreme, hanno pochissimo extravergine. Questo nel levante, dove sto io, nel ponente (è lì che hanno moculture di taggiasca, mentre a levante ci sono più cultivar) pare sia andata meglio.
      Ormai coltivare sta diventando un'epopea. Pensa adesso, con l'acqua che viene da più di un mese, bisognerebbe motozappare per preparare i campi!
      Per rimettersi dalle spese mi sa che bisognerà aspettare quando decideranno di risparmiare sui sussidi di disoccupazione liberalizzando la coltivazione di maria. Mafia e chiesa permettendo (perdona la ripetizione attraverso sinonimi). :)
      Buona giornata,g

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    3. se l'italia liberalizzasse certi prodotti avrebbe risolto ogni problema economico, ma c'è appunto la concorrenza. vorrai mica ridurre la criminalità e la politica sul lastrico?
      ciao

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  4. Tenerezza senile e omnicomprensiva nel giudizio. La parte autorevole del discorso la lascio a Jonas.
    Non me ne intendo, ma preferisco l'olio 'leccino' ( una bacchiatura più comoda per le taggiasche )

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