«I soldi in questo periodo sembrano non bastare mai». Nessun ministro e deputato ha pronunciato questa frase, vedi mai con quello che incassano stando lontano da casa e passando da un lavoro precario all’altro. La frase si legge sul Corriere, nella rubrica dell’oroscopo del segno dei pesci, sotto quella del quiz del giorno e dopo aver assolto i deodoranti dal rischio di provocare tumori della pelle. Sarà per questo clima di disimpegno che per qualche tempo dovrebbe essere meglio non dirsi “comunisti”? E perché non chiedere alla Marcegaglia, se non altro per par condicio, di smetterla di trattare i salariati come la contessa Onigo, di smetterla di fare la capitalista e di difendere i relativi interessi?
Se la signora Camusso avesse replicato alla signora Marcegaglia sottoponendola a un uguale ma opposto punto di vista, invece di chiederle di ritirare le parole che ha detto a proposito di operai ladri e fannulloni, forse ne sarebbe nato un dibattito appassionante. Avrebbe così potuto risponderle che la Confindustria ha come propria ragione sociale quella di difendere i padroni che quotidianamente rubano con l’aiuto delle proprie leggi (non derivano i rapporti giuridici da quelli economici?) il frutto del lavoro operaio e vivono agiatamente sulle loro spalle. E che è con i proventi di tale furto che retribuiscono profumatamente gli accademici e i giornalisti che stanno dalla loro parte e si stracciano le vesti contro i fannulloni che rubano il giusto plusvalore dovuto ai capitalisti.
Le avrebbe in tal modo detto solo la verità anche se ciò sarebbe suonato a molti, non più abituati a trattare con essa, alquanto retrò. Questa gentaglia da troppo tempo ha preso a considerare la distribuzione come indipendente dal modo di produzione, ma basta soffermarsi sulla realtà effettiva del processo produttivo perché salti fuori immancabilmente chi è il ladro e chi invece il derubato.
caro Gianni, per la prima volta non pubblico un commento, il tuo. a mente fredda spero che tu concorderai con me che non vale la pena per così poco offrire l'occasione a qualcuno per chiederci un risarcimento in sede civile per ingiurie e diffamazione aggravata
RispondiEliminaciao
Le immagini, fuori moda, che ornano questi testi sono sempre originali; scelte con evidente cura. I concetti espressi, al pari, sono estranei all'attuale forma espressiva e comunicativa di chi, Camusso in primo luogo, oggi, vuole fare riferimento ad una cultura vagamente di sinistra se non dichiaratamente operaia. Ai luoghi comuni di Marcegaglia si poteva anche rispondere scendendo nel pratico ricordando alla medesima, ma soprattutto ai lavoratori meno attenti, che le Imprese di famiglia del Presidente di Confindustria hanno un tasso di mortalità e di infortuni gravi da lavoro, tra i piu' alti d'Europa e che i suoi piu' stretti parenti, operanti in Azienda, sono stati inquisiti per bancarotta e condannati per corruzione nonchè per condotta antisindacale. In alcune faccende sono, quindi, degli abitudinari incalliti.
RispondiEliminaConscrit
Beh, almeno tu l'hai letto.
RispondiEliminaciao gianni
P.s peccato non ho tempo per riscriverlo ed esprimere gli stessi concetti in forma legalmente corretta.
Cara Olympe, qualora volesse farsi due risate di gusto, vada qui: http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-02-18/colpa-crescente-disuguaglianza-declino-144339.shtml?uuid=AaTlbrtE
RispondiEliminaGentile Olympe,
RispondiEliminacome recita un antico proverbio del mio paesello:
Chi "commercia" campa,
chi lavora crepa.
Saluti a tutti,
Ettore.
grazie Conscrit per le immagini. sulle vicende imprenditoriali della marcegaglia non ho voluto entrare nel merito di proposito ma ho letto anch'io cose così. ma bisogna capirla, è in scadenza di mandato e vuol lasciare un buon ricordo, incazzatissima per via delle resistenze della CGIL (che deve pur salvare la faccia)
RispondiEliminaSenza nemmeno arrivare alla magnifica sintesi di Olympe, sarebbe bastato che la Camusso rispondesse alla Marcegaglia come le ha risposto Di Pietro. I sindacati, o quel che ne è rimasto, non sono mai tanto goffi e patetici come quando devono replicare a mezzo stampa (oggi anche Internet, non cambia la sostanza) alle accuse e agli insulti. La loro subalternità al sistema è tale che anche nelle loro repliche alla camomilla si percepisce il timore di sembrare "sovversivi". E certo sarebbe da sovversivi mettere la padrona davanti allo specchio e farle vedere, in pubblico, chi è e da dove viene.
RispondiEliminamauro
Ciao Olympe.
RispondiEliminaE’ da un po’ di tempo che vado dicendo che la Camusso e la CGIL in generale non fanno il proprio “mestiere”. Metto “mestiere” tra virgolette perché non dovrebbero avere alcun mestiere se non quello di ascoltare la base e procedere di conseguenza. Ti sei (vi siete) mai chiesta cosa pensa la base della CGIL???
A parte una piccola minoranza (piccolissima e marginale) la base della CGIL non sono altro che dei credenti, alla pari dei berluscones/piddini/grillini/dipietrini. Loro credono nel simbolo della CGIL e nella retorica della Camusso, come i berluscones credono nel simbolo del PDL e nella retorica di B.
Appunto, CREDONO e non pensano!
La controprova? Immagina una base consapevole e “acculturata”, una base di gente/cittadini che pensa. Potrebbe mai uno che pensa sopportare i dictat/retorica della Camusso??? Adesso, come adesso, essendo i pensanti in minoranza non possono far altro che ingoiare i rospi, ma se i pensanti fossero la maggioranza???
Potrebbe mai uno che pensa assistere passivamente senza mai intervenire??? Almeno per quello che dice Platone, non lo potrebbe fare. E lo penso anch’io: il proprio spirito critico non ti darebbe pace, incominceresti a parlarne con i compagni, una chiacchierata tira l’altra, un’amicizia pure, da cosa nasce cosa e ci si rende conto che a pensarla consapevolmente siamo in tanti e ci muoveremo di conseguenza, proponendo e attaccando i leader della CGIL (dal rappresentante aziendale a quello provinciale/regionale fino a quello nazionale).
Neanche i nostri leader potranno più assistere passivamente alle condizioni della CONFINDUSTRIA, essendo loro stretti in una forbice tra la base e le aziende. Nascerebbero leader capaci e decisi nel loro intento secondo la volontà della base, altrimenti la base sarà abbastanza consapevole per autorganizzarsi e procedere liberamente e autonomamente, creando associazioni dal basso e distruggendo, di fatto, la CGIL, rifondandone un’altra.
E la CONFINDUSTRIA? Vedendo la massa di cittadini consapevoli, potrebbe ancora permettersi una Marcegaglia, un Marchionne, una gestione aristocratica della società? Penso proprio di no. I cittadini operai si contano in milioni e senza i quali non si produrrebbe un solo stuzzicadenti, e loro soltanto poche centinaia.
Siamo dove siamo, viviamo in un sistema capitalista e liberista, non per colpa dei padroni, ma per colpa nostra!
Certo, è anche vero che questo sistema non funziona e che è al collasso; è anche vero che tornare indietro non si può (su questo punto penso che non ci troveremmo mai), cosi che i lavoratori saranno salvati, non per i propri meriti, ma per via della “forza di gravità”. Un film già “visto” durante la Rivoluzione Francese e quella di Ottobre.
saluti
ps:Permettimi una critica.
Il blog è tuo (cavolo, neanche l’avesse detto un comunista), certo, ma se anche noi ci mettiamo a censurare (parlo di Gianni), penso che “sono tutti uguali” ce lo meritiamo tutto. A buon intenditor.
Un suggerimento.
Puoi anche mettere un contenitore a lato con un link dove cestini i commenti osceni, provocatori e diffamatori, ma il commento deve esserci. Tu risulterai trasparente e democratico e loro…beh..per quello che sono (:D).
a tony: nessuna censura, mi pare di aver detto con chiarezza il motivo e gianni lo ha capito. se ci dobbiamo far del male è meglio per una buona ragione. non metto nessun recipiente, è la prima volta che succede e siccome ho a che fare con persone intelligenti credo si sia capito
RispondiEliminaciao
Ciao Tony e grazie per il pensiero.
RispondiEliminaIn ogni caso penso che Olympe,
da buona interprete dei segni del tempo,
sotto, sotto, se la rida,
nel constatare che, anche nel suo blog, tracimino
pensieri che confliggono con l'ordinamento attuale,
per la loro forma oltre che per la sostanza.
Hasta luego, gianni