tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post7389865129755893368..comments2024-03-29T13:48:42.739+01:00Comments on diciottobrumaio: La vittoria di TrapattoniOlympe de Gougeshttp://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-31180855490511958432017-06-17T18:10:11.415+02:002017-06-17T18:10:11.415+02:00caspita, che bel commento. graziecaspita, che bel commento. grazieOlympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-32769036924876652017-06-17T17:41:22.831+02:002017-06-17T17:41:22.831+02:00fatte salve le considerazioni sull'evento prop...fatte salve le considerazioni sull'evento propriamente storico e sulle ipotesi ucroniche, l'articolo si può anche leggere come un raffinato esperimento gnoseologico sul modo in cui agì l'oscillazione tra caso e necessità nella battaglia di Marengo. A questo proposito, vi è un interessante aneddoto che illustra questo tema.<br />Si tratta di un episodio che è narrato da Isaiah Berlin in un libro di memorie autobiografiche intitolato «Impressioni personali», ove sono ritratte alcune importanti figure del mondo politico e culturale novecentesco, e descrive una conversazione svòltasi durante una passeggiata fra l’autore e il filosofo inglese John Austin. Berlin avanzò questa ipotesi: «Supponiamo che un bambino esprima il desiderio di incontrare Napoleone così com’era alla battaglia di Austerlitz, e che io gli dica: “Non è possibile”, e che lui mi chieda: “Perché no?”, e che io gli spieghi: “Perché la cosa è avvenuta nel passato, e tu non puoi essere vivo adesso e anche in un tempo così lontano conservando la stessa età”, e che il bambino insista: “Perché no?”; e che io dica: “Perché non ha senso, nel nostro linguaggio, dire che si può essere in due luoghi nello stesso momento o che si può ‘tornare indietro’ nel tempo”; e che questo bambino, molto precoce, obietti: “Se è soltanto una questione di parole, non possiamo semplicemente cambiare il nostro uso del linguaggio? Non basterebbe questo per farmi vedere Napoleone alla battaglia di Austerlitz e anche, naturalmente, per farmi restare come sono, qui e adesso?”».<br />Incidentalmente osservo che ho sempre pensato che tra i bambini e la filosofia esista un legame profondo costituito dalla capacità di leggere la realtà con uno sguardo autentico, privo di preconcetti e di filtri, e senza disgiungerla dalla possibilità.<br />«“Ebbene -, domandò infine Berlin a Austin -, che cosa si deve rispondere a questo bambino? Si può chiudere la questione dicendogli che ha confuso il modo materiale e il modo formale, per così dire?”. Austin rispose: “Non parli così. Dica al bambino di tornare indietro nel passato. Gli dica che non c’è nessuna legge in contrario. Che provi. Provi, e veda che cosa succede”».<br />La risposta di Austin rivela una comprensione perfetta della natura della filosofia intesa come esercizio di una razionalità critica che non si ferma alla semplice e banale registrazione dello ‘stato di fatto’, ma, servendosi di ipotesi controfattuali, confronta la realtà empirica con i modelli della realtà e giunge per questa via (la via dell’analisi del linguaggio e dell’esperimento mentale) a scoprire nuove dimensioni, prima insospettate, della realtà e della razionalità. <br />Eros Baronenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-44756211337771867582017-06-16T16:32:43.761+02:002017-06-16T16:32:43.761+02:00Penso che la storia NON sarebbe cambiata né con la...Penso che la storia NON sarebbe cambiata né con la sconfitta di Napoleone a Marengo(sarebbe continuato il predominio inglese e la difesa dell’equilibrio continentale), né con la sua vittoria a Waterloo(sarebbe iniziata l’egemonia francese); perché l’assunto comune ad entrambi, liberalismo e rivoluzione borghese, era: LIBERTÈ, EGALITÈ, PROPRIETÈ.Anonymousnoreply@blogger.com