tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post5507051101163587044..comments2024-03-28T16:53:20.703+01:00Comments on diciottobrumaio: Cose che i nostri benefattori della politica sanno benissimoOlympe de Gougeshttp://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-83819079544454847112014-10-30T12:14:09.644+01:002014-10-30T12:14:09.644+01:00ho provveduto a correggere, invece di legge che pr...ho provveduto a correggere, invece di legge che produce tale fenomeno, ho scritto: la legge per cui si produce tale fenomeno.<br /><br />Olympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-61612408074316586372014-10-30T11:40:04.623+01:002014-10-30T11:40:04.623+01:00la tegola era figurata ovviamente
l'esempio t...la tegola era figurata ovviamente<br /><br />l'esempio trae spunto dal noto esempio del signor Maier e della tegola che dal cornicione gli cade sul capo mentre va al lavoro. Chiaro che si tratta di un evento casuale, e nell’ambito delle possibilità poteva capitargli oppure no. In genere si parla di sfiga, la quale, come già la fortuna, è cieca per definizione. Ma ciò appartiene al senso comune e ai suoi modi di dire.<br /><br />Quell’evento è casuale, ma dal lato della caduta della tegola essa segue la necessità (ossia la legge di gravità), così come, dall’altro, l’uscita di casa del poveretto segue la necessità di recarsi al lavoro. La connessione (causa-effetto) tra le due diverse necessità, è solo temporanea. Però, fatto importante, non sono le necessità a provocare l’evento, il quale è accaduto casualmente. In altri termini, non la legge di gravità ha provocato quel particolare evento, sebbene in generale la caduta delle tegole segua la legge di gravità. Non tutti quelli che vanno di necessità al lavoro, incorrono in simili incidenti con le tegole. Non tutte le tegole che cadono dai cornicioni rompono la testa della gente che vi passa sotto.<br /><br />In altri termini, la necessità non determina il reale ma solo il possibile. Ciò che è possibile (la caduta della tegola dal cornicione, da un lato, e, dall’altro, il passaggio in quel momento del signor Maier che si reca al lavoro) è determinato secondo necessità, ossia segue le leggi del mondo e dei fenomeni che stanno nel possibile. Se una cosa è determinata soltanto secondo legge e per necessità come una cosa possibile, allora essa nella realtà può accadere, manifestarsi, solo casualmente.<br /><br />Se viceversa il possibile accadesse per necessità e non casualmente, se fosse retto dal principio che una cosa o un fatto accade per necessità, allora tutto sarebbe determinato non come un semplice possibile, ma già come una necessità.<br /><br />no, non è semplicemente così: il soggetto scopre la relazione del suo pensiero con la realtà non solo sulla base di sue iniziali predisposizioni biologiche, cosa di per se ovvia, ma scopre che la sua coscienza è il suo essere sociale. la tegola qui non c'entra nulla.Olympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-76998367910673815752014-10-30T11:23:13.563+01:002014-10-30T11:23:13.563+01:00giusta osservazione. tuttavia scrivo di "norm...giusta osservazione. tuttavia scrivo di "normali controtendenze alla legge stessa", scrivendo "normali" in corsivo. se lei legge i miei post pregressi troverà molti spunti a proposito della sua osservazione. buona giornata a lei e grazie per il commento.Olympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-69666970624552483542014-10-30T08:49:25.118+01:002014-10-30T08:49:25.118+01:00La tegola spero che sia di pensiero! :-)
Grazie d...La tegola spero che sia di pensiero! :-) <br />Grazie della risposta.<br /> <br />La tegola cade in forza, appunto, di una forza, detta gravità, non in forza di una formula, cioè della legge che ne descrive il modo costante, ripetuto e ripetibile di caduta, la quale legge è pensiero, non cosa. La legge sta nella testa degli uomini, non nelle cose.<br /><br />Comunque, anche ciò dicendo, uso il pensiero, che non è identico alla realtà, non è la realtà la fuori che il soggetto pensante, noi, l'uomo, vede, osserva, legge, descrive, interpreta, comunica. Attribuire il fenomeno ad una forza che si presume presente nella realtà piuttosto che ad una legge che si ritiene invece presente soltanto nella mente dell'uomo è correttezza epistemologica dell'impostazione di pensiero materialista, mentre l'idealismo identifica pensiero e realtà. <br />E' la differenza tra Hegel e Marx: è un altro modo di vedere la realtà, e tu lo sai meglio di me - ma, mi pare, in questi aspetti secondari non ne prendi atto pratico di formulazione linguistica. E' il materialismo che si accorge del soggetto e scopre che la sua relazione con la realtà è all'origine del suo pensiero e del suo essere tutto sulla base di sue iniziali predisposizioni biologiche, mentre l'idealismo resta nel soggetto e fa discendere da esso la realtà, come la tegola dalla legge.<br /><br /><br /><br />Romeohttps://www.blogger.com/profile/13807895488363837358noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-74886231625445710602014-10-30T08:46:34.133+01:002014-10-30T08:46:34.133+01:00Perdoni ma non e' altresi vero che quando, app...Perdoni ma non e' altresi vero che quando, apparentemente, il processo di valorizzazione entra in una fase di crisi assoluta e irreversibile e' sempre possibile una grande guerra che distrugge capitale e mezzi di produzione per poi ripartire con un rinnovato processo di accumulazione? Socialismo o barbarie? E quindi se non siamo attrezzati per il socialismo, detto in modo banale, cosa ci resta? Speriamo che la legge sulla caduta tendenziale del saggio di profitto possa essere inficiata. Buona giornata<br />vinceAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-77551555384058655732014-10-30T06:40:57.485+01:002014-10-30T06:40:57.485+01:00Poniamo che ti cada una tegola in testa: ciò avvie...Poniamo che ti cada una tegola in testa: ciò avviene, prescindendo dalla circostanza casuale dell’evento, in forza della legge di gravità oppure questa legge permette solo di comprendere perché la tegola è caduta? In altri termini, le cose di questo mondo, nel loro insieme e dunque nella loro necessità oggettiva, avvengono seguendo delle leggi, e dunque sono il prodotto di queste leggi, o queste leggi ci servono solo per comprendere i fenomeni?<br /><br />Ti servo un altro esempio: lo sviluppo degli antagonismi sociali deriva dalle leggi naturali della produzione capitalistica; e ovvio che tali antagonismi, presi singolarmente, appaiono come prodotti del caso e delle singole volontà, ma considerati nel loro insieme sono il prodotto delle contraddizioni della produzione capitalistica, ossia delle sue leggi. In tal senso le leggi “producono” il fenomeno.<br /><br />Scrivevo in un post del 2013:<br /><br />La legge non descrive il movimento della realtà immediata, ma piuttosto cerca di coglierne, di là delle forme, la sua “bronzea” necessità. Così come i “concetti” e le “categorie”, anche la legge è reale in senso mediato, e cioè riflette mediamente la realtà oggettiva. Un modello teorico riflette anch’esso solo in senso mediato il suo oggetto reale. Si chiedeva ironicamente Engels: “Forse la feudalità è stata mai corrispondente al suo concetto?”.<br /><br />Scoprire le leggi generali che determinano il reale significa anzitutto conoscere ciò che è possibile. E per legge generale di un fenomeno s’intende la sua contraddizione principale espressa in categorie (ad esempio economiche: valore d’uso e valore di scambio; o fisiche: attrazione e repulsione) o simboli (ad esempio matematici) tra loro connessi secondo procedure logiche (o matematiche) materialistiche e dialettiche che ne spieghino il processo reale. Per analisi della tendenza – espressione peculiare della legge – s’intende lo studio simulato della contraddizione principale come processo, e cioè la sua dialettica quantitativa e qualitativa, nei suoi diversi stadi: dall’inizio alla fine.<br /><br />l'ultima espressione: "conseguenza della stessa natura della produzione capitalistica e come necessità logica del suo sviluppo", è presa pari pari da marx. devi rivolgerti a lui.Olympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-40777940580832355642014-10-30T00:28:41.265+01:002014-10-30T00:28:41.265+01:00Letto senza manifestazioni cutanee per i contenuti...Letto senza manifestazioni cutanee per i contenuti, che cerco di capire senza riuscirci come vorrei per mancanza di informazione e formazione specifica. Qualche prurito invece lo ho avuto nel leggere espressioni che mi sono sembrate formalmente inesatte, e poiché sono inesattezze che ho avvertito contrastanti con analisi di questo livello, te le segnalo sperando di non provocare a te manifestazioni esantematiche. <br /><br />A parte la solita espressione "contraddizioni fondamentali del modo di produzione capitalistico", per la quale dovrebbe valere la considerazione che il modo di produzione è quello che è, una realtà che presenta aspetti che vengono giudicati in contrasto tra di loro dall'osservatore - tu, Marx o chiunque con sguardo allenato a osservare queste realtà, perché chi non ha lo sgurado allenato potrebbe vedere un contrasto che invece non c'è. Ma la realtà non si contraddice mai: a noi sembra che si contraddica, nell'attribuire alla realtà un discorso che è solo nostro - e questa mi sembra una correttezza epistemologica dovuta anzitutto a Feuerbach, poi allo stesso Marx, che pure (se la traduzione "contraddizione" corrisponde al significato o ai significati del termine tedesco da lui usato) si contraddice dicendo contraddizione anche se proprio lui ha insegnato a riconoscere la dialettica che confonde se stessa con la realtà (ma penso che sia uno di quei termini che, come quello che viene tradotto con "superamento", nella lingua usata da Marx ha significati diversi, complementari, che non sono esauriti dalla parola tradotta). <br /><br />Sulla stessa linea l'affermazione: "la legge che produce tale fenomeno". Quale è il soggetto? La legge? In questo caso è un errore nel dire. Le leggi scientifiche non producono fenomeni, ne registrano i rapporti e l'andamento costanti per cui diventa prevedibile ciò che accadrà date certe premesse. La legge di gravitazione universale non fa cadere i corpi a terra né tiene i pianeti nelle loro orbite, ma prende atto di ciò che regolarmente, costantemente avviene e il modo in cui avviene. - Semmai, allora, mi sembra corretto dire: la legge che permette di capire tale fenomeno. E ad ogni legge ci sarebbe da aggiungere un "finora", visto che vale fino a quando non ne viene formulata una di maggiore comprensività ed esattezza generale.<br /><br />"conseguenza della stessa natura della produzione capitalistica e come necessità logica del suo sviluppo" - la necessità logica è quella di un ragionamento, non dello sviluppo di una realtà: di questo sviluppo è, come hai detto prima, conseguenza, conseguenza di fatto - non di pensiero - e questa conseguenza può essere prevista da una legge - che è pensiero.<br />Romeohttps://www.blogger.com/profile/13807895488363837358noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-15482133003651616532014-10-29T21:07:38.372+01:002014-10-29T21:07:38.372+01:00Non brava! Bravissima, eccellente, superlativa.
Lu...Non brava! Bravissima, eccellente, superlativa.<br />Lunga vita a questo blog e ai suoi attenti lettori.<br /><br />Michele.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-71198289239244781222014-10-29T17:21:10.127+01:002014-10-29T17:21:10.127+01:00Ogni tanto devo ripetertelo: bravo! ciao .gOgni tanto devo ripetertelo: bravo! ciao .gAnonymousnoreply@blogger.com