tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post3505045576724335469..comments2024-03-27T15:50:46.771+01:00Comments on diciottobrumaio: [...]Olympe de Gougeshttp://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-49603747950075979602017-11-08T13:11:09.127+01:002017-11-08T13:11:09.127+01:00sì siamo d'accordo.
Il punto è perché nonostan...sì siamo d'accordo.<br />Il punto è perché nonostante questo non si giunge al conflitto. Ed è in primo luogo, secondo me, perché l'individuo è rimandato a rapporti sociali tradizionali. E questo viene fatto in primo luogo attraverso una divisione del lavoro molto accentuata. Accentuata dalla debolezza del tessuto produttivo italiano. Ormai non si può più vantare un'eccellenza, che pure persiste in alcuni settori, senza buttare via tutto il resto... capisci o devo articoalre meglio? Scusa la fretta.ragioniernoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-11404607864318382432017-11-08T13:01:20.857+01:002017-11-08T13:01:20.857+01:00Le classi sociali esistono solo a partire dagli in...Le classi sociali esistono solo a partire dagli individui, dai gruppi e dagli insiemi, e tali peculiarità sono essenziali nell’azione di trasformazione delle classi (e ciò si rende ancor più evidente nei comportamenti dei singoli gruppi durante le lotte di classe), ma dopo aver scomposto una totalità economico-sociale in gruppi e insiemi per rilevarne i fenomeni di dettaglio, per esempio i modelli di riferimento e di consumo, l’orientamento politico ecc., è tuttavia necessario poi cogliere la formazione economico sociale nella sua globalità di sistema organizzato attorno a una peculiarità fondamentale.<br /><br />Perciò un dato resta inalterato, quello del carattere fondamentale che distingue le due grandi classi della società moderna, oggi come ieri. L’appartenenza a una delle due classi non è data meramente da reddito, status, frequentazioni, rapporti parentela, ma dal posto che gli individui e i gruppi occupano nella produzione sociale e in conseguenza dal loro rapporto con i mezzi di produzione. Da un lato la borghesia, classe proprietaria dei mezzi produzione e detentrice del capitale, e dall’altro il proletariato, privo di mezzi e costretto a vendersi come forza-lavoro. Che questo proletariato non trovi più le condizioni per la sua riproduzione, costituisce appunto la “questione”. <br />Olympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-87567085958082668502017-11-08T12:07:52.673+01:002017-11-08T12:07:52.673+01:00il capitalismo porta anche la riproduzione del gen...il capitalismo porta anche la riproduzione del genere umano nell'ambito della produzione industriale. Contano i numeri, i consumi, i profitti, poco altro. Allora diventa difficile chiamare proletari i giovani italiani. Difficilmente i poveri, giovani, italiani d'oggi, hanno o avranno prole. Eccetto naturalmente chi un lavoro ce l'ha, o meglio, vista l'esiguità e la qualità dell'occupazione, chi una protezione ce l'ha, leggi famiglia, leggi capofamiglia, leggi spesa sociale indiretta (nel senso che tutta la spesa sociale italiana è in pensioni, molto più che in altri paesi, per questo se ne parla sempre).<br />Questo per dire che il paventato conflitto giovani contro vecchi è insussistente (infatti fuori dalle tv non succede mai niente) dal momento che, opportunamente dal punto di vista proprietario, i vecchi prendono soldi dallo stato e con quelli danno da mangiare e tengono buoni i "loro" giovani.<br />Un vero conflitto verso cui tutto il sistema cerca di non arrivare è l'interruzione di questa promiscuità economica nelle famiglie. Si fa quindi un gran parlare della "famiglia" quale ammortizzatore sociale, una vera e propria bestemmia. Ma in effetti è l'ultima cosa che regge l'Italia, al di là delle apparenze.<br />Tagliare i ponti con la famiglia d'origine, uccidere il papi. Tabù nell'Italia medievale di oggi. Meglio emigrare.ragioniernoreply@blogger.com