tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post1449459982628467400..comments2024-03-29T13:48:42.739+01:00Comments on diciottobrumaio: Job, job, job, perfino alla parola “lavoro” hanno cambiato nomeOlympe de Gougeshttp://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-22258799837492824012014-10-05T23:27:19.140+02:002014-10-05T23:27:19.140+02:00un tempo c'erano le grandi fabbriche, il sinda...un tempo c'erano le grandi fabbriche, il sindacato, il partito e le sue sezioni, i militanti, una coscienza di classe e una tradizione. oggi di tutto questo non c'è rimasto nulla. da un lato era inevitabile che ciò succedesse e perfino, per certi aspetti, un bene. il futuro s'incaricherà di creare nuove condizioni, ma non potrà essere indolore né possiamo avere la pretesa di esserne testimoni.Olympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-52163076427885922272014-10-05T21:17:59.258+02:002014-10-05T21:17:59.258+02:00Penso di essermi espresso in modo parziale riferen...Penso di essermi espresso in modo parziale riferendomi nello specifico ad una quota di mondo lontana dalle cifre del pensiero occidentale, dove il concetto di peccato in particolare è totalmente al di fuori delle loro categorie ontologiche. Concordo nella prospettiva di un piacere autentico <br />al netto di cilicio e relativo complesso di colpa.<br />salutiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-55500052422290343212014-10-05T19:10:01.901+02:002014-10-05T19:10:01.901+02:00Nell'attività sindacale aziendale toccai con p...Nell'attività sindacale aziendale toccai con percezione di cosa la potenza dell'azione rivendicativa e propositiva di gruppi di lavoratori coesi e decisi ad ottenere di fatto ciò che il diritto riconosceva loro sulla carta. Erano lavoratori privilegiati, quasi tutti con contratto a tempo indeterminato in azienda con più di quindici dipendenti. Cosa che non bastò quando la direzione mi licenziò in tronco con un cavillo legale che aveva reso, a loro parere, assenze ingiustificate i permessi sindacali (la nomina a rappresentante cgil era avvenuta per fonogramma invece che per telegramma come previsto alla lettera dal contratto - fu il giudice interessato a rimettermi nel posto di lavoro, con una frase agli agguerriti legali padronali che mi è rimasta impressa nella mente: "Non siamo più nel medioevo." - si sbagliava, in questo, ma mi reintegrò in tempi rapidi, condannando la direzione per condotta antisindacale - inutile dire sulla base di quale legge e quale articolo di quella legge).<br />Volevo dire: non so se anche gruppi coesi e decisi di lavoratori non privilegiati possono trovare il modo per ottenere un miglioramento delle loro precarie condizioni di vita-lavoro; certamente le cose sono più difficili, ma l'ingiustizia sociale nei loro confronti dovrebbe bruciare sulla pelle ancora di più, e con ciò creare una reazione che dovrebbero essere capaci di indirizzare metodicamente nella direzione giusta, verso l'esterno che li violenta. Bisogna starci, lì, per capire, per sentire, per studiare i modi possibili per obiettivi che abbiano un reale potenziale di raggiungibilità. <br />Può darsi che stia dicendo delle sciocchezze, di chi, appunto, lì non ci sta. Ma so che c'è un passo indispensabile: l'avvenire di quella coesione e decisione di gruppi di lavoratori di cui ho avuto esperienza: solo dopo il possibile diventa raggiungibile. Proprio questo passo, questo convergere di volontà metodiche e mature, era ciò che mancava quasi sempre, cioè sempre tranne rare eccezioni in vent'anni di attività sindacale aziendale - e da parte dei lavoratori più tutelati, anche se spesso sottoposti ad abusi di autorità padronale inaccettabili (ma accettati, infine, incomprensibilmente, quasi a marcare il passo, in attesa di cosa? impediti da cosa? per paura di cosa? non erano solo i controlli e le minacce padronali, era anche altro, c'era anche altro, non di quella situazione, non di quel presente - paura di perdere le proprie catene? non la libertà, ma la liberazione fa paura, evoca terribili fantasmi per la rabbia accumulata in famiglia, nelle scuole, nella società - questo dovrebbero sapere e saper fare i lavoratori e non solo, che la loro rabbia è giusta ed è possibile cambiare le cose, di situazione reale in situazione reale, con contenimento delle emozioni e metodo, e questo è possibile qui e ora grazie ai tanti che ci hanno preceduto e hanno evitato, almeno finora, che in strada ci fossero i carri armati - ma i mass media dovrebbero diventare strumenti ben diversi da quello che sono, al servizio di interessi molto diversi da quelli dei loro e nostri padroni). <br />Romeohttps://www.blogger.com/profile/13807895488363837358noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-22732119556992027152014-10-05T19:05:19.363+02:002014-10-05T19:05:19.363+02:00per ragioni tecniche non posso, a quanto ne so, i...per ragioni tecniche non posso, a quanto ne so, intervenire nei commenti per cassarne una parte: o integralmente o niente.<br /><br />ad ogni buon conto non credo che la pensiamo allo stesso modo, per esempio io non auspica alcuna libertà dal desiderio, anzi. non per nulla nel post precedente scrivevo:<br /><br />L’idea – per nulla marxiana – di voler costruire una società sull’austerità e la penuria, non solo sulla statalizzazione dei mezzi di produzione ma anche sul sequestro dell’iniziativa individuale, della riduzione di tutto ad un unicum, è stata l’idea di un fallimento annunciato e protrattosi fin troppo a lungo. Si è scambiato il godimento quale risultato della creazione con l’edonismo, l’esibizione e la dissipazione quale prodotto dalla mercificazione. Hanno prevalso in quella concezione gli spiriti arcaici, le divinità avare che percepivano il benessere materiale delle masse come il “peccato”, come l’ombra velenosa da cui è affetto il capitalismo.<br /><br />salutiOlympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-83419127111368233222014-10-05T14:03:53.060+02:002014-10-05T14:03:53.060+02:00La descrizione dei sistemi sociali dell'Est va...La descrizione dei sistemi sociali dell'Est va affrontata con discreta cautela per non prestare il fianco alla critica standard marxismo = bolscevismo, questo nel senso che sia presentato immediatamente al 'recto' il 'verso' della loro dirigenza,ovvero le contraddizioni dei privilegi e non solo.<br />Sarebbe comunque da evitare sia l'effetto 'Goodbye Lenin' che l'effetto gulag.<br /><br />Quanto descritto è vero, istruzione (tra l'altro ottima scuola di pianoforte generalizzata), sanità, casa,ecc. gratuiti. La qualità dei servizi è ovviamente contestuale. Una volta in metropolitana a Mosca leggevano i classici, ora tutt'altro. Ancora oggi tra i maturi vige la mentalità del metroquadro, nel senso che era solito comparare la sua assegnazione al numero di occupanti, da cui la maternità facile per ottenere qualche metro in più. Le abitazioni erano - e sono in moti casi oggi - veramente 'misurate'. Da aggiungere le 'kommunalka' - abitazioni collettive - ne ho visitate tempo fa qualcuna residua a S.Pietroburgo insieme allo standard delle costruzioni prefabbricate utilizzato da Budapest ad Almaty (oggi in pessimi stati di manutenzione), in una delle quali in entrambe le città ho avuto occasione di vivere per qualche tempo.<br />(L'argomento poco importante Repin piuttosto che Grigorji Segal versus Pollock lo affronteremo più avanti).<br />Questo per dire che i presupposti erano la soddisfazione dell'existenz minimum, andavano bene i valenki non c'era ancora il tacco quindici con<br />il richiamo delle Sirene del consumo al quale si sono e ci siamo arresi <br />senza opporre particolari resistenze. A parte che fuori 50 km.da Mosca la situazione non si presenta oggi con caratteristiche moto differenti.<br />Allora, come oggi posta una escatologia cooperativistica, il presupposto dovrebbe essere il desiderio di qualità della vita, aggiungerei semplice. Appartengo a quel filone di pensiero che delega ad un possibile devastante crack economico, certo quello ambientale, terribile (!!!) quello bellico un orientamento delle masse in questo senso, obtorto collo, molto obtorto.<br />Per i giovani che non vogliono attendere, possono nel frattempo seguire l'esperienza kibbutz dei giovani ebrei comunisti di allora (oggi v.Lotan nel Negev).<br />Antibiotici, ecografia, tomografia assiale compiuterizzata hanno il loro pezzo.<br />Bon dimanche<br /><br />*****************<br /><br />Ad personam ,non pubblicabile, onde evitare da parte di qualche lettore supponenze polemiche che non mi appartengono.<br /><br />Suppongo non sia censurabile quella parte di esseri al mondo che motu proprio hanno deciso di condurre una vita nella più totale semplicità. <br />Se poi ci sono arrivati senza la lettura marxiana poco importa, non consumano, non inquinano ma cosa molto importante !! non rompono i corbelli a nessuno. Vivono in silenzio, che non è poco al giorno d'oggi. <br />Avercene.<br /><br />Nirvana = nir / vana - libertà dal desiderio<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />Anonymousnoreply@blogger.com