tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post1035201281852037452..comments2024-03-28T14:19:44.853+01:00Comments on diciottobrumaio: Vite clamoroseOlympe de Gougeshttp://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-45998856813302376852018-06-27T00:15:56.991+02:002018-06-27T00:15:56.991+02:00Pensando allora al bianco e nero, poi al colore, n...Pensando allora al bianco e nero, poi al colore, nel marzo del '95 Marisa Caramella scriveva su Linea d'ombra:<br />Il colore delle parole<br />Nelle università americane, durante gli anni Cinquanta, non ci si limitava a mettere in posa gli studenti di entrambi i sessi in costume adamitico, per fotografarli, misurarli in lungo e in largo e classificarli in base ai criteri della fisiognomica o di altre pseudoscienze, come si è scoperto di recente. Si conducevano anche altri esperimenti di dubbio gusto, magari meno carichi di significati razzisti ma non certo meno umilianti per le cavie umane prescelte. Al corso propedeutico di psicologia, per esempio, gli studenti del primo anno, freschi di provincia, odorosi di buona volontà e di fiducia in un sistema democratico che nel frattempo esperimentava il nucleare su cavie umane, venivano invitati a fare un giochetto in apparenza innocuo. L’insegnante sceglieva una dozzina di ragazzi, ai quali mostrava alternativamente una matita rossa e una blu, invitandoli a pronunciarsi ripetutamente sul colore dell’oggetto in questione. Per qualche giro, tutti dichiaravano senza esitazione il vero colore della matita. Poi, all’improvviso, undici ragazzi, precedentemente imbeccati dall’insegnante, cominciavano a dichiarare blu la matita rossa e rossa la matita blu con grande disinvoltura e sicurezza. E a guardare sorpresi, sgomenti, irridenti, il dodicesimo, che insisteva nel dichiarare il vero colore dell’oggetto. L’esperimento durava abbastanza perché la “cavia” cominciasse a dubitare dei propri occhi, fino a 1. scoppiare in lacrime 2. uniformarsi alla menzogna collettiva 3. ribellarsi al trattamento e dare dei pazzi a tutti gli altri. La reazione 3 era molto rara, la 1 e la 2 frequentissime. Conclusione dell’insegnante: l’uomo è “per natura” restio a esprimere la propria corretta opinione, quando l’ambiente sociale che lo circonda è di opinione contraria. Messaggio latente: è facile manipolare l’opinione pubblica.<br />Naturalmente la futura classe dirigente faceva tesoro dell’insegnamento ricevuto, ...ecc ...ecc - se lo desiderate trascrivo le successive cento righe, ma credo possa bastare accendere la TV.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-33732481021823455932018-06-25T20:24:32.169+02:002018-06-25T20:24:32.169+02:00trovo anch'io che le ingiustizie sociali in un...trovo anch'io che le ingiustizie sociali in una società di classe siano molte e che non poche gridino vendetta. e su queste questioni potremmo scrivere intere biblioteche. ciò che ho voluto dire è però altro.<br />Olympe de Gougeshttps://www.blogger.com/profile/02390035244628524872noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2556939913661217752.post-34317093612805096982018-06-25T18:38:27.710+02:002018-06-25T18:38:27.710+02:00Trovo che percepire una pensione superiore a 2.500...Trovo che percepire una pensione superiore a 2.500 euro sia un ingiustizia sociale, soprattutto se si possiedono appartamenti o beni del valore superiore ai 600.000 euro, trovo che ereditare una cifra o beni del valore superiore ai 500.000 euro sia un ingiustizia sociale, oggi, una vergognosa ingiustizia. Poi so che mai e poi mai, tra benpensanti e specialmente dalla sinistra di oggi, troverò un minimo consenso.<br />Purtroppo però le conseguenze, come si può immaginare, sono e saranno tragiche, tuttavia, come sempre, quei beni passeranno in altre poche indegne mani da quelle dei precedenti e indecenti padroni o possessori che dir si voglia.Anonymousnoreply@blogger.com