giovedì 1 giugno 2023

La questione chiave


Un tempo, dopo le elezioni, le segreterie dei partiti, ma non solo quelle, si riunivano per “l’analisi del voto”. Scostamenti clamorosi rispetto alla tornata elettorale precedente erano assai rari, laddove votava oltre il 70 per cento degli aventi diritto e la fidelizzazione al simbolo del partito molto marcata. Passaggi di voti tra centrodestra e centrosinistra davvero pochi. Poteva capitare, come nel 1972, che i fascisti di Almirante raccogliessero quasi tre milioni di voti, molti di protesta verso la DC, voti da tenere in “frigorifero”, come si diceva allora, posto che i fascisti non avevano alcuna speranza di far parte a qualunque titolo di qualcosa, perché erano considerati topi di fogna, e almeno su questo non si transigeva.

Da tempo le “analisi del voto”, il dibattito su questo tema, non usa più. Anzi, non usa più alcun tipo di dibattito, né al vertice né con la base. Mi chiedo spesso come trascorrano il loro tempo leader e parlamentari. A parte limpegno per l’acromia e le interviste a Vogue.

Pierluigi Bersani sostiene da anni che il Pd si dovrebbe occupare delle cose che interessano davvero la gente, tipo il lavoro, i salari e i redditi, la sanità e altre robe così. Ma per fare una cosa del genere si deve partire da una critica aperta e articolata del capitale, delle corporazioni, delle tecnologie e delle relative istituzioni che strutturano e regolano la riproduzione economica e sociale attraverso uno sfruttamento intenso, globalizzato e competitivo delle risorse, del mercato dei consumatori e dei lavoratori.

Ma vi pare che, non dico Elena Schlein, ma lo stesso Pierluigi Bersani possa avventurarsi in un attacco aperto al sistema dell’imperialismo occidentale, delle gerarchie globali, che possa mettere in discussione i cardini su cui reggono proprietà e sfruttamento del lavoro? Al massimo qualche frase generica, la proposta di qualche “aggiustamento” o “raddrizzamento” che coprano le vergogne e ingiustizie sociali più sfacciate.

Abbiamo una sinistra che spesso non solo non indossa i vestiti giusti, ma il cui abito mentale non le consente di chiedersi perché ha perso tutto e perso sé stessa, incapace di rinunciare alle sue idee di posizione privilegiata. Da quali eventi negli ultimi lustri i gruppi sociali tradizionalmente orientati a sinistra sono stati costantemente scomposti e costretti ad arrangiarsi su basi individuali?

Quali risposte ha dato la “sinistra di governo” all’incalzare dell’innovazione tecnologica, delle divisioni internazionali del lavoro, della competizione globale che ha portato a trasformazioni drammatiche, al precariato diffuso e all’emarginazione? Si è dichiarata liberale, e ha agito da liberista, da conservatrice e all’occorrenza è stata anche reazionaria. Ecco che la questione chiave, come tutti ormai sanno, è l’assenza della sinistra.

Infine, brevemente: siamo abituati e giustamente a incolpare l’élite della sinistra per i propri errori, ma penso che ci sia stato un altro motivo, per certi versi anche peggiore, che ci ha portato a questo punto della nostra storia: la decadenza, l’omologazione e la diserzione di quella che un tempo era l’intellighenzia della sinistra, che ci propina le più pure assurdità e la negazione stessa di tutto ciò che faceva parte della tradizione della sinistra. 

10 commenti:

  1. Intendo che questo post parli della sinistra (o, per meglio dire, del PD) criticandola dal di dentro del sistema elettorale vigente. Se così è, ecco le mie osservazioni.
    Ogni partito ha il suo bacino elettorale. Il PCI ne aveva uno ben diverso da quello dei suoi successori, ed è inutile rivangare l'ovvio. Il bacino del PD ha una sua connotazione geografica e una sociologica. Quella geografica è delineata con certezza dai risultati elettorali: Alcune regioni, e le cosiddette ZTL. Quella sociologica è affidata ai sondaggi, ma mi sembra convincente: cittadini di istruzione medio alta, di età elevata, di reddito medio o medio-alto, di professione pensionati, oppure impiegati, specie della pubblica amministrazione, nel cui ambito l'enclave sociale degli insegnanti è la più numerosa.
    Se quanto sopra è vero, ne deriva che il PD sta indirizzandosi ai suoi elettori in modo abbastanza corretto. Il fatto che nel tempo perda consensi è una fatale legge di natura. Ogni anno in Italia muoiono 600.000 persone, prevalentemente anziane. Almeno metà erano elettori del PD. Anche detraendo una quota di astensionisti, significa che dopo cinque anni alle urne si presenta un milione di elettori PD in meno rispetto alla precedente tornata.
    Senza che si sia scomodato in alcun modo il capitalismo.

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    1. Fermo restando la tua ipotesi geosociologica, tra i nuovi aventi diritto nessun elettore del PD?

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    2. Avevo lasciato questa zoppìa con intento provocatorio. Sì, c'è qualche giovane che entra nel computo come futuro votante PD. I miei conti sono sotto i 250.000, tenendo conto della minore popolosità di quella classe di età (circa 2.800 k) della superiore tendenza all'astensionismo (43% contro 38) e, naturalmente, della minore propensione a votare PD.
      I dati sono presi da un sondaggio Ipsos post-25 settembre.

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    3. Rimane però valido il punto generale di Olympe: il PD non parla ai lavoratori e non è un partito di sinistra.
      Pietro

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    4. Bersani se l'è andato a scegliere il bacino elettorale nel momento in cui si è categoricamente rifiutato di dare una qualsiasi possibilità di analisi e confronto, di riconoscimento e comprensione delle molteplici problematiche sollevate da quel mondo "no-tav" e oltre, formatosi nel corso degli ultimi 25-30 anni come movimento per una sinistra che anno dopo anno andava estinguendosi.
      Quel fesso di Bersani ha avuto una possibilità, l'ha rifiutata, ed ha trasformato lui e "la sinistra" in spazzatura, avanzo putrescente di immondizia al servizio di un potere inceneritore di pensiero critico e libertario.
      Di Bersani potrò mai dimenticare? No, nessuna speranza per gentaglia come questa.

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  2. l'intelligenza artificiale seppellira' quel che rimane del lavoro e conseguentemente del PD. Finalmente potremmo interessarci Alla coscienza ,all'amore la compassione, ad essere, Umani. Altrimenti : Alieni

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  3. Da tempo segnalo nei miei interventi pubblici, per usare una famosa metafora, la maturazione dell’uovo nel ventre del serpente, ossia il galoppante processo di fascistizzazione dell’Europa, che si sta compiendo sotto l’apparente involucro democratico. D’altronde, i coefficienti e gli ingredienti della fascistizzazione ci sono tutti (e il PD è certamente uno di essi): dissolta l’ URSS, nel mondo ormai c’è solo una potenza egemone, gli Stati Uniti d’America, che accentuano sempre più il loro dominio; l’oggettiva debolezza della classe operaia, connessa alla disoccupazione e al precariato diffuso, smorza qualsiasi tentativo di opporsi ai disegni padronali (solo in Italia i lavoratori precari sono quasi tre milioni, senza contare il ‘continente sommerso’ del lavoro nero); l'assenza della sinistra, per l'appunto, e "il silenzio degli intellettuali" che ad essa facevano riferimento; la mobilitazione reazionaria della piccola borghesia e del sottoproletariato. È cosa nota che, quando i lavoratori sono deboli nei luoghi di lavoro, è più facile l’affermarsi di un movimento/regime apertamente autoritario, la cui sostanza è simil-fascista, anche se non si fregia di svastiche e di gagliardetti. Il fascismo non è un incidente di percorso della storia, esauritosi con la fine di Hitler e di Mussolini, né un semplice strumento delle classi dominanti, ma è un dèmone ìnsito nella natura stessa del capitalismo, e quando e dove ci sono le condizioni si ripresenta puntualmente. Diversamente, i colonnelli della Grecia del 1967, la dittatura di Videla nell’Argentina del 1972 e il Cile di Pinochet del 1973, oltre agli altri regimi sanguinari del Sudamerica di quegli anni, non ci hanno insegnato nulla. E nulla ci ha insegnato il colpo di Stato nazifascista avvenuto in Ucraina nel 2014. Lo Stato di diritto, la Costituzione e la stessa democrazia borghese non sono affatto irreversibili. Forze potenti lavorano per creare "le condizioni della guerra e del fascismo", e quest'ultimo "plus change et plus c'est la meme chose".

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  4. Cosa potrebbe succedere al mondo in seguito al collasso degli #USA? Ragionando in termini di
    #wargame, quali dinamiche potrebbero mettersi
    in moto in #Europa e altrove? Di fronte al mondo gli USA sono costretti ad agire in modo
    unitario, ma al loro interno non lo sono in
    quanto attraversati da due spinte, una isolazionista e l'altra espansionista. Tali
    tendenze, che fino ad ora sono riuscite a
    convivere, un domani potrebbero entrare in
    conflitto. In critica a #Biden che ha annunciato
    la partecipazione delle forze militari americane
    nell'addestramento dei piloti ucraini per gli
    #F16, #Trump ha scritto sul suo social Truth: "Biden continua ad avvicinare il mondo sempre
    di più alla guerra nucleare. Io sono l'unico
    candidato che può impedire la terza guerra mondiale."

    In questo periodo si parla molto di #decupling,
    ovvero della possibilità di rendere gli USA
    autonomi nelle produzioni strategiche (ad
    esempio i chip, che arrivano principalmente
    dall'Asia). Come scritto più volte, non si può far
    girare indietro la ruota della #storia, ovvero
    retrocedere dall'attuale socializzazione
    internazionale del lavoro. Non lo possono fare
    né Trump né Biden né qualsiasi altro presidente.
    Allo stesso tempo non si può andare avanti se
    non superando la presente forma sociale. Ecco allora subentrare un'epoca di rivoluzione sociale
    (K. #Marx, Prefazione a Per la critica
    dell'economia politica).

    Resoconto teleriunione 23 maggio 2023 ___
    Anniversari significativi
    https://www.quinternalab.org/teleriunioni/2023/maggio-2023/830-anniversari-significativi

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  5. Io però mi chiedo: se la Sinistra ha tradito storia ideali e persone perchè dovrei votare la destra?
    Per vendicarmi tagliando il famoso ramo su cui sono seduto?
    Chiedo e domanderei volentieri a tutti gli ex compagni smarriti nel mondo
    Grazie come sempre per le letture, un caso saluto.
    Roberto V.

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