venerdì 10 marzo 2023

Tre sbadigli e due sospiri

 

In Francia c’è un clima sociale sempre più teso. Pare che i sindacalisti francesi vogliano difendere gli interessi dei propri iscritti. Qui in Italia le cose vanno in maniera diversa, nel senso che da noi non si turba la sensibilità degli attori economici né quella dei pupazzi al governo.

In tema di pensioni poi, qui da noi basterebbe, per aiutare i conti dell’Inps, che il tasso di occupazione delle donne fosse non troppo lontano dalla media europea e i loro salari equiparati di fatto a quelli dei maschi. L’8 di marzo si liquida la faccenda con le mimose. Stesso discorso per i lavoratori cosiddetti extracomunitari. Più in generale, per tutti i salari (tra i più bassi d’Europa). Non dovrebbe essere molto difficile nel tempo medio rimuovere questi ostacoli, e invece è impossibile.

Fare lobbying nel mondo politico e mediatico ha un impatto sull’economia molto maggiore di quanto ne avrebbe uno sciopero generale al mese. Quando fu indetto l’ultimo sciopero generale non se lo ricorda più nessuno. Pensiamo davvero che la comunicazione non abbia effetto su di noi? Ognuno di noi è convinto di non essere influenzato nelle sue scelte. Gli altri sì, noi no.

L’abbiamo visto in modo plastico quando s’è trattato d’incoraggiare a vaccinarsi, a rispettare le misure di confinamento, la mascherina, eccetera. Così come per la compilazione di moduli: l’idea di avere un certificato che autorizza l’uscita da casa scritto su un pezzo di carta per responsabilizzare le persone è un esempio perfetto.

Nel 2002, allo psicologo ed economista Daniel Kahneman è stato assegnato il Premio Nobel per l’economia per aver confutato l’dea che l’individuo faccia le sue scelte razionalmente per il proprio interesse. Nel 2004 due ricercatori americani, Samuel McClure e Read Montague, fecero assaggiare a dei volontari un bicchiere di Pepsi e un altro di Coca-Cola. In un primo esperimento alla cieca, il 67% delle persone ha dichiarato di preferire la Pepsi. Ripetendo l’esperimento, questa volta senza nascondere i loghi dei due brand, il 75% ha dichiarato di preferire Coca-Cola.

Se togli l’etichetta è solo acqua colorata, zuccherata e addizionata con bollicine. Non siano consapevoli delle tecniche che vengono applicate a nostra insaputa, di un targeting di marketing (mi esprimo come un Mario S.) sempre più preciso in base ai gusti e alla personalità di ciascuno.

Ciò che funziona per il neuromarketing perché non dovrebbe funzionare allo stesso modo per le scelte elettorali? Stufi di un prodotto screditato basta cambiargli l’etichetta, il nome, la forma o il colore del contenuto (oppure il segretario). Per un po’ può funzionare ancora, poi si vedrà. Del resto i risultati della ricerca sui processi decisionali sono comunque accessibili a tutti, dai principali gruppi pubblicitari ai politici e ai governi (basta pagare).

Vero è che in Italia al messaggio politico non serve essere così sofisticati, da noi vige ancora una sorta di paternalismo (o di mammismo: “sono una madre”, ecc.), un modo pratico per strumentalizzare i pregiudizi cognitivi di un popolo confuso di suo e orgogliosamente analfabeta. Dopo la frase: “Davvero si pensa che abbiamo voluto far morire 60 persone?”, poteva seguire: “Si parla sempre dei morti affogati, mai di quanti ne salviamo”. Nel solco di quello che soleva ripetere il papà di Bruno Vespa: si parla sempre dei treni che arrivano in ritardo, ma mai di quelli che arrivano in orario.

Non è questione di fascismo e antifascismo, tra destra ed ex sinistra (finita l’epoca delle mode ideologiche) è una gara a chi è più scaltro nella comunicazione, usando ancora mezzi primitivi. L’idea che si possano incoraggiare le persone a fare certe cose motivandole in modo più o meno esplicito, tipo recarsi a votare in un gazebo esponendo la bandiera del Pd con quella dell’Ucraina. Dal mammismo postfascista si passa al “paternalismo liberale”.

Al punto in cui siamo, basterebbe una settimana orchestrata per bene per arruolare 50.000 neocrociati da spedire in Ucraina a combattere a favore di Kiev. E almeno 5.000 a favore di Mosca, in cambio di caviale del Volga. 

Ora si vuole riformare l’Irpef, l’Ires e altro. Le cosiddette “riforme” ci vengono inflitte da decenni, ma non hanno fatto altro che destrutturare ulteriormente quanto ancora stava in piedi in questo instabile Paese. Vogliono spingersi fino alla “razionalizzazione delle aliquote Iva”. Perché ad oggi, 2023, molte di quelle aliquote sono irrazionali, tanto che l’acqua minerale sconta l’aliquota massima al pari dello champagne. Cazzo, diranno quelli dei 5 Stelle, non averci pensato prima che intercettavamo il voto degli astemi. Risposta di quelli del Pd: però perdevano quelli dei Parioli. Neanche su questo andrebbero d’accordo, figuriamoci sul resto.


9 commenti:

  1. Però quell'idea di far andare i 55.000 più sciocchi a crepare mi piace molto.

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    1. Anche i 5000 antirussia creperebbero ma in minore quantità. Però anche questi sono sciocchi per morire per il caviale. Probabilmente la maggioranza degli italiani sostiene gli ucraini, e allora sarebbero sciocchi anche loro, sia pure in grado minore. Facciamone una questione costi/benefici. Il costo è solo per i 55.000 sciocchi, Il beneficio sarebbe liberarsi metaforicamente di 30 milioni di modestamente sciocchi e realmente di 55.000 sciocchi integrali. Però dovrebbe essere un vantaggio per tutti e invece lo sarà solo per i restanti 30 milioni. Come migliorare il rapporto costi/benefici? Bisogna aumentare i beneficati o diminuire la cretinaggine. La seconda ipotesi mi pare irrealistica. Rimane la prima ma come si fa a aumentare i 30 milioni di non sciocchi ? Propaganda sui media? No perchè non sono sciocchi e non ci crederebbero. Forse, se producessero molti figli potrebbero poi convincerli.
      Soluzione di lunga durata ma efficace. Conclusione: noi non sciocchi dovremmo scopare di più.

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  2. democrazia, le sue pratiche, un ferro vecchio in Italia, si può mandare in Ucraina nella lista segreta. Resta la cosmesi, un sistema sociale ricattato dagli anni e poi ritoccato, con botulino, che non spinge neanche, vittima di aporia. Perché i privilegi che riguardano masse di singoli (400 mila persone in pensione da più di 40 anni dice inps) sanno tutti che non si toccheranno in nessun caso, perché non esiste retroattività (chi ha avuto ha avuto), è questa la "democrazia" in Italia - un ordine feudale dinastico in pratica - e voler cambiare senza toccarle sanno tutti che è solo auspicio da cui discende retorica stucchevole, frasi fatte, slanci emotivi, "differenze" con l'Europa ecc. In fondo da decenni in Italia per stare governo basta non toccare conflitto interessi. Così gli interessi corposi di classe dominante non subiscono alcun conflitto e perseverano una rappresentazione democratica fasulla, specie appunto attraverso marketing e imbeccate consulenti; "democrazia" in parte svuotata da astensione rassegnata e d'altra parte per procedure scorrette quando non abominevoli come nel covid.
    Dopo il covid il governo è del tutto inconsistente non può fare nulla, anche perché tecnicamente malformato e senza consenso sostanziale.
    Questo non vuol dire non possa durare a lungo, anzi.

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  3. Né la scienza né l'evidenza empirica dimostrano che la non-coglioneria sia ereditaria.

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    1. Peccato. Mio padre era un genio, dato che mi lasciato una sostanziosa eredità

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  4. 1) I pensionati più anziani sarebbero dei privilegiati ? Sai che privilegio campare con 600 euro al mese.Vorresti che fossero diminuite le pensioni?
    2) Non mi pare che il governo sia "senza consenso sostanziale" purtroppo.

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  5. FAREMO COME IN FRANCIA

    NAPOLI, inizia la rivolta dei disoccupati contro il taglio del Reddito. Scontri e cariche davanti alla sede del Comune. "Faremo come in Francia"
    https://www.ildesk.it/campania/napoli-inizia-la-rivolta-dei-disoccupati-contro-il-taglio-del-reddito-scontri-e-cariche-davanti-alla-sede-del-comune/

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    1. ESATTAMENTE COME IN ITALIA

      Francia, quarto giorno di sciopero generale contro la riforma delle pensioni e il carovita

      -Il sindacato CGT comunica che è stato bloccato l'invio di carburante da tutte le raffinerie francesi
      -Bloccata con pneumatici in fiamme la tangenziale di Caen.
      -Blocco stradale a Lorient,la polizia lancia lacrimogeni,i lavoratori rispondono con fuochi d'artificio.
      -Barricate a Rennes nella zona industriale.
      -Sciopero ad oltranza degli spazzini di parigi.Si sono accumulate già 400 tonnellate di rifiuti in strada.
      -Blocchi in diverse zone industriali da questa notte.
      -Bloccata la navigazione merci su alcuni canali del Reno.
      -Bloccato il porto di Genevelliers.
      -Bloccati i tre inceneritori di Parigi
      -Bloccato il terminale del gas in Bretagna.Nessuna cisterna o nave può attraccare.
      -Mancano 12500 di energia elettrica a causa degli scioperi nelle centrali nucleari.10 centrali in sciopero,3 idroelettriche,2 termiche.
      -La Cgt annuncia che 3 dei 4 terminali gasiferi saranno bloccati per 7 giorni

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