giovedì 26 gennaio 2023

Si chiama lotta di classe

 

Perché i più giovani dovrebbero preoccuparsi dell’età in cui potranno andare in pensione? Devono prima affrontare la questione della scelta del lavoro che permetterà loro di contribuire alle pensioni in essere e a quelle d’imminente maturazione. Un delizioso brivido che gela la schiena dello studente delle superiori di fronte alla dolorosa domanda: “Che cosa potrò fare nella mia vita dopo il diploma di maturità?”.

Da qui il proliferare di guru dell’orientamento scolastico, che offrono i loro servizi a genitori che temono che la loro prole non abbia il giusto senso dell’avvenire e diventi dipendente da ansiolitici (o peggio) nel non sapersi destreggiarsi nell’opaca giungla. Presto diventerà, se già non lo è, una professione anche questa. Lo chiameranno coach di orientamento? Non sappiamo ancora, l’importante è che nel titolo professionale vi sia qualcosa in americanese.

Nell’economia capitalistica ci sono più corteggiatori che posti disponibili. Ma niente panico. Contrariamente a quanto dicono i pettegolezzi disfattisti, tutto sta andando come previsto. Come dimostrato dai “più meritevoli”, che già dal primo anno alle elementari s’impara a riconoscere secondo l’algoritmo di classe, che comanda più che mai. Tutti gli altri avranno diritto di partecipare a una lotteria.

Tutto è fatto per il nostro bene, non c’è alternativa, bisogna fare dei sacrifici per riportare in su la crescita e riconquistare competitività, eccetera. L’Italia ha i suoi incredibili talenti, il futuro ci appartiene. Perciò piano con le doglianze, tu sei l’unico responsabile della tua sorte. Se già all’atto del concepimento hai premuto il tasto sbagliato, potrai sempre aiutare ad organizzare la lotta di classe e la rivoluzione proletaria.

Prima però devi imparare che cos’è un proletario. Non è semplicemente un poveraccio che si fa il culo da mane a sera per racimolare un reddito di sopravvivenza. È un individuo ridotto alla sua unica potenza di lavoro, e di riproduzione. Se diventassimo tutti “meritevoli”, chi solleverebbe i massi nelle cave di granito? La prima esigenza del sistema è quella di creare “immeritevoli” a cui affidare i lavori più faticosi, alienanti e pagati peggio. Ma qui siamo solo e ancora in presenza dell’aspetto sociologico della questione che ci pone l’economia e la società borghese. Manca ancora l’approccio scientifico alla questione.


Pertanto, tutti i bei discorsetti sul “merito”, si riducono a un equivoco che ci distrae. Molto più interessante sarebbe studiare Marx, Keynes, Hayek e la crisi del capitalismo. Dico: studiare sul serio. In tale ambito, relativamente alle pensioni e in generale al welfare, salta fuori il tema della sostenibilità della spesa statale. Non basta decidere se più cannoni o più pensioni, in ogni caso bisogna decidere a chi sottrarre ricchezza: alla classe capitalista o alla classe operaia?

La ripartizione del prelievo non viene decisa quando vai a votare da bravo “cittadino”, ma dai rapporti di forza tra le due grandi classi sociali. Si chiama lotta di classe. Quella dei padroni non ha interesse a rivelarsi come tale, per mascherarla essi sono disposti ad accollarsi grandi debiti arruolando la coglioneria librale sui giornali e altri media di loro proprietà. Facendosi pagare democraticamente da noi non solo la loro propaganda ma anche la pubblicità delle loro merci.

2 commenti:

  1. Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti. Ettore Petrolini

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  2. Io aggiungerei " e non contano un c.."
    un saluto

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