lunedì 30 gennaio 2023

Etiamsi omnes, ego non

 

Novanta anni fa, il 30 gennaio 1933, il presidente Paul von Hindenburg nominò il leader del Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori (NSDAP), Adolf Hitler, cancelliere del Reich tedesco.

Non ha dovuto conquistare il potere statale con la forza o con le elezioni: gli è stato consegnato dalle élite politiche, economiche e militari. Non perché non sapessero quale fosse il suo programma politico, ma proprio perché lo conoscevano.

Il NSDAP di Hitler – sotto la bandiera della razza e dell’anticomunismo – riuniva ufficiali frustrati dall’esito della prima guerra mondiale, strati piccolo-borghesi e contadini rovinati dalla depressione economica. Ottenne il suo miglior risultato elettorale nell’estate del 1932, con il 37.3%, mentre nel novembre successivo il risultato fu decisamente sfavorevole, perdette due milioni di voti e 34 seggi.

Il calo si era verificato ovunque nella stessa misura. Il NSDAP (33,1) più il DNVP (8,5) avevano in totale 248 seggi su 584, troppo pochi per governare. I due partiti operai, i socialdemocratici (SPD) e il Partito comunista (KPD), ricevettero un numero di voti significativamente maggiore rispetto ai nazisti. Il partito stava affrontando la bancarotta e Hitler pensò persino al suicidio.

La situazione del partito nazista era così tragica che Shirer scrive: «Non vi erano fondi per i mensili di migliaia di funzionari di partito e per mantenere le SA che da sole costavano due milioni e mezzo di marchi alla settimana». Il 31 dicembre Goebbles scrive: «sparite interamente ogni prospettiva e ogni speranza». Il 15 gennaio, Kurt von Suhschnigg, allora ministro austriaco della Giustizia, in visita dal cancelliere Schleicher, assicurò che «il signor Hitler ha cessato di costituire un problema, il suo movimento non rappresenta più un pericolo politico, tutta la questione è risolta, non è più che una cosa del passato» (Shirer, Storia del Terzo Reich, pp. 194 e 196).

La situazione si capovolse in pochi giorni, non per l’esito del voto, come abbiamo visto, o per la costituzione di una nuova maggioranza parlamentare che non c’era nei numeri, ma per i maneggi nei palazzi che contano, con al centro dell’intrigo von Papen, gli agrari, l’aristocrazia, i capi dell’industria e la Reichbank. Solo così Hitler divenne cancelliere di un governo in cui i ministri nazisti erano in netta minoranza.

Quando Hitler entrò nella Cancelleria del Reich nel gennaio 1933, le istituzioni democratiche della Repubblica di Weimar erano state distrutte da tempo. Nei tre anni precedenti, i cancellieri avevano governato attraverso decreti di emergenza firmati dal presidente del Reich.

In febbraio fu inscenato l’incendio del Reichstag, con il conseguente arresto dei leaders comunisti; il 5 marzo il NSDAP di Adolof Hitler ottiene alle elezioni il 43,9% dei voti: alleandosi in parlamento con i nazionalisti del DNVP (8%) raggiunge finalmente la maggioranza con complessivi 340 (288+52) seggi su 647. Per far passare la legge delega che gli dà i poteri dittatoriali, entrata in vigore il 27 marzo, Hitler ha bisogno della maggioranza dei due terzi: la trova questa volta nell’appoggio del Partito di Centro.

Nel giro di pochi mesi, i nazisti instaurarono un regno del terrore che combinava i più moderni mezzi di propaganda con una sorveglianza totale e un’oppressione spietata.

Distrussero le organizzazioni operaie, uccisero o rinchiusero in campi di concentramento allestiti appositamente i dirigenti e membri delle opposizioni di sinistra. Nel 1933, i 13 milioni di elettori dell’SPD e del KPD avrebbero potuto fermare Hitler, ma per fare ciò era necessario opporsi alle armi con le armi, ma i loro leader li hanno delusi e traditi.

Dieci anni dopo l’ascesa al potere di Hitler, il 2 febbraio 1943, la sconfitta della Wehrmacht da parte dell’Armata Rossa a Stalingrado segnò una svolta decisiva nella guerra. L’aggressione nazi-fascista alla Russia costò la vita di 27 milioni di cittadini russi.

Ciò che non riuscì alle armate nazi-fasciste è da anni nei programmi di Washington e del suo braccio armato, la Nato (basta leggere Der Spiegel nel suo ultimo numero). Annientare la Russia, spartirsi le sue immense risorse naturali e accerchiare la Cina.

Chi lo nega è complice (un idiota nella più blanda delle ipotesi); chi appoggia la Nato è un farabutto.

4 commenti:

  1. https://bit.ly/40ciRv3

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  2. Assolutamente vero. I programmi nazisti sono stati ripresi alla grande a Washington. Dimenticano che sono falliti e falliranno nuovamente.

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