mercoledì 30 novembre 2022

Giorni di duro lavoro e tanto fil di ferro

 

Se 13,7 milioni di persone morte in un anno vi sembrano poche. Non c’è solo il Covid, infezione virale, ma anche le infezioni batteriche, seconda causa di morte più frequente a livello globale dopo la cardiopatia ischemica.

La rivista medica The Lancet ha pubblicato il primo studio con stime complete globali dei decessi associati a 33 agenti patogeni batterici in 11 principali sindromi infettive. Lo studio ha riguardato 343 milioni di record individuali o isolati che coprono 11.361 anni di studio- luogo, con stime per tutte le età e per uomini e donne in 204 paesi e territori nell’anno 2019.

In quell’anno, più di 6 milioni di decessi si sono verificati a seguito di tre sindromi infettive batteriche, con infezioni delle vie respiratorie inferiori e infezioni del flusso sanguigno che hanno causato ciascuna più di 2 milioni di morti e infezioni peritoneali e intra-addominali che hanno causato più di 1 milione di morti.

Vero è che la falcidia batterica riguarda prevalentemente i paesi poveri e che nelle aree geografiche ad alto reddito si sono contati per ogni 100.000 abitanti quasi un quinto di morti in meno rispetto all’Africa subsahariana, e dunque bisogna ringraziare la disponibilità di antibiotici, vaccini e misure sanitarie e igieniche migliori, però bisogna tener conto che i patogeni batterici comuni sono sempre più resistenti agli antimicrobici.

I 7,7 milioni di decessi associati ai 33 patogeni batterici comprendevano il 13,6% (10,2–18,1) di tutti i decessi globali e il 56,2% (52,1–60,1) di tutti i decessi correlati alla sepsi nel 2019 Cinque principali patogeni: Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Streptococcus pneumoniae, Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa, sono stati responsabili del 54,9% (52,9-56,9) dei decessi tra i batteri studiati.

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Suggerisco la lettura di questo articolo del Corriere della sera. Il mio pensiero va alla povera gente dell’Ucraina, che non ha ancora preso la decisione di appendere per il grasso collo Zelensky e i suoi scagnozzi. Poi potemmo fare il giro delle capitali. Sì, anche Mosca, ma cominciando da Washington. A Bruxelles serviranno giorni di duro lavoro e tanto fil di ferro (la corda non offre sicure garanzie). Pensate che le mie siano solo parole, che di fronte al compito avrei qualche resipiscenza a “sporcarmi le mani”, così come si esprimono i teologi moderni? Mi conoscete solo dal lato moderato.

5 commenti:

  1. Decisamente più cruda e fondamentalista del solito. Per quanto mi riguarda più che comprensibile.

    Il dettaglio del fil di ferro fa un po' McCarthy, letterariamente, cinematograficamente Kubrik/Tarantino, ma lo stato delle cose porta a questo.

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    1. vado a memoria: McCarthy in Meridiano di sangue letterariamente non è granché, ma in compenso è di un agghiacciante realismo. il fil di ferro è necessario perché, sia pure in rari casi, la corda s'è spezzata. Il fil di ferro è anche più economico della corda, e pure più pratico. Escludo il colpo alla nuca, costoso e sporca il selciato.

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    2. Però l'idea di prendere gli scalpi è pregevole.

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    3. Per primi sono stati i bianchi, contrariamente a quanto si vede nei film

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    4. Qualche problema pratico con Klaus Schwab.

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