giovedì 1 settembre 2022

Rispettabili mascalzoni

 

Scorrendo i titoli di un noto sito legato a doppio filo a certi ambienti istituzionali, apprendo che il partito che piace di più ai patrioti italiani è dato attorno al 23 o 24 per cento. Se non ci saranno colpi di scena clamorosi, sempre possibili in un paese di guelfi e ghibellini, il partito della fratellanza dovrebbe ottenere, a naso, quasi un 30 per cento.

Dio, patria e famiglia riscuoteranno anche in Veneto un trionfo elettorale, e poco importa se nelle chiese ormai entrano solo i turisti, se la patria è identificata con il fatturato e sulla famiglia le opinioni divergono assai.

Ci ha fregato Hitler, altrimenti a noi il matto a torso nudo che trebbia ci è sempre piaciuto. Abbiamo mantenuto un animo agreste e dietro la fabbrichetta un campo di polenta ereditato dal bisnonno. Si sa mai, in caso di emergenza. Quanto a negri, badanti e camerieri, pagarli in regola ci crea un danno economico enorme, oltre a un certo fastidio fisico.

A molti veneti, dei quali conosco a fondo l’indole, piace la rettitudine morale bagnata di fascismo (neo o post conta poco). Giorgia Meloni in tal senso rappresenta un modello virtuoso, opposto a quello offerto dalla primo ministro finlandese Sanna Marin, peraltro a me personalmente assai invisa per tutt’altri motivi.

I video che la mostrano mentre balla e si diverte tra i suoi amici, durante una festa privata, hanno scatenato uno tsunami d’indignazione, in particolare è sospettata di divertirsi invece di lavorare, fatto riprovevole e insopportabile anche e soprattutto per i miei vicini di casa, che senza perifrasi chiamano “capricci” le mie seppur sporadiche e brevi vacanze (fottetevi).

Tutto è partito come ormai solito dai social, nel loro ruolo di acceleratori di particelle senza senso e di corte marziale permanentemente riunita. Di colpi di stato nel cervello se ne susseguono parecchi su Twitter, Facebook, Instagram e TikTok, dove la privacy è la principale, se non l’unica, fonte di profitto. I media cosiddetti “seri”, quando non sono a caccia di Ottobre rosso, si uniscono spesso e volentieri nella stessa fogna.

Ne è un altro esempio, abietto ma non sorprendente, il video sordido dello stupro, ripreso da un testimone, di una donna ucraina da parte di un richiedente asilo, in mezzo a una strada, nel centro di Piacenza. Meloni sembra abbia raccolto il video direttamente dal sito del quotidiano Il Messaggero.

Il video è andato prima in loop sui social, poi è finito velocemente, più o meno completamente e più o meno sfocato, sui siti dei più importanti quotidiani italiani. Libero, da par suo, l’ha pubblicato senza sfocature. Per dare una spinta alla sua campagna elettorale, Meloni ha dovuto solo seguire il grande scivolo della spazzatura della stampa “rispettabile”.

Dei mascalzoni, seppure in cerca di rispettabilità, restano dei mascalzoni.

3 commenti:

  1. https://cdn-gif-m.facciabuco.com/280/7tz6p2olg9-satira.mp4

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  2. Il problema quindi non sarebbe lo stupro ma la modalità di divulgazione?

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