venerdì 5 agosto 2022

S’incomincia, poi si vede

 

Se perfino Mantellini non andrà a votare, se anche le sue narici non resistono più alla puzza di cadavere, allora può essere che l’astensione arrivi davvero sul 50 per cento alle prossime elezioni politiche.

A settembre, nell’imminenza del voto e quando tutti ritorneranno a sintonizzarsi sul mantra mediatico, assisteremo ai soliti ricatti per il voto utile, necessario per “fermare la destra”. Litania lancinante, la cui intensità sonora segue la curva ascendente dei Fratelli della Meloni nei sondaggi.

Oppure l’appello di chi dice di rappresentare il “cambiamento”, l’”alternativa”, la realizzazione di un programma di meraviglie, tra l’altro il più generico possibile e sul quale, poi, i capi bastone si scambieranno le figurine.

In realtà, dell’astensione a loro importa nulla (sono occupati a spartirsi i seggi), e questo la dice lunga sulla profondità dell’abisso e dà la misura della tragedia del nostro tempo.

Qual è l’alternativa possibile oggi, come possiamo cambiare le cose se non attraverso il voto e la rappresentanza politica? In ciò sta la iattanza e l’alterigia ideologica del potere, che punta sull’assenza di un’alternativa visibile e già pronta all’uso.

Hanno stravinto sul piano dell’ideologia, reso eretica e dunque pericolosa qualunque idea che aspiri a un progetto di società diversa dall’attuale, non più scissa esasperatamente tra interesse particolare e interesse collettivo. Ci è stato inculcato che questo sistema sociale è l’unico che offre certezze nella libertà, tutto il resto rappresenta un salto nel buio.

La paura si può comprendere, ma non riduci la paura cedendo a essa. Al contrario, di paura si nutre il ricatto, è la camicia di forza entro la quale va avanti questo sistema in ogni minimo dettaglio.

Posto che l’astensione dal voto non è e non potrà mai essere un fine in sé, si tratta di prendere atto di un sistema autoreferenziale e sottilmente oppressivo (checché ne possano dire politologi e sociologi dell’acqua santa), che tira avanti una crisi politica e istituzionale che s’avvita su se stessa e ci pone su una china pericolosa.

Pertanto l’astensione è un primo passo, urgente e necessario. Non solo per non farci prendere ancora e sempre per il culo (sarebbe perfino il meno), ma per cautelarci e dire basta a un establishment politico ed economico che da troppo tempo revoca diritti, privilegia le imprese e se ne fotte di chi lavora, blocca i salari reali, aumenta le spese militari e ci porta sempre più in prossimità di avventure belliche.

Come diceva un certo Bonaparte a proposito dei piani di battaglia: “S’incomincia, poi si vede”.

9 commenti:

  1. Alle ultime elezioni politiche ha votato il 72% e dopo la fine del sistema proporzionale (1994) su sette elezioni solo una (2006) ha avuto più votanti di quella precedente. Possiamo affermare, con tranquillità e sicurezza, che il sistema politico italiano, da oltre 20 anni, "ha i voti ma non il popolo".
    Per le elezioni settembrine mi aspetto un ulteriore calo di altri 3-5% per cui se arrivassimo a "sfondare al ribasso" la soglia psicologica del 70% sarebbe un bel successo. Vedere le facce dei megafoni del potere, crogiolarsi in diretta TV (per cinque minuti) su quanto è deleterio per una "democrazia" avere pochi votanti, sarebbe impagabile.
    Nessuno analizzerà approfonditamente le cause sociali di questa presa di posizione di una fetta sempre più ampia di elettorato. Ci faranno i soliti editoriali dicendo che chi non vota è solo un barbaro menefreghista.
    Ma la domanda da porci, fin da subito, è la seguente: "e adesso che facciamo?"
    Credo fortemente nell'associazionismo, l'unico meccanismo sociale che possa riavvicinare le persone e le loro idee a tornare a parlare e soprattutto scontrarsi, perché solo con dibattiti seri e partecipati nascono idee rivoluzionarie. Senza bandiere, senza leader, ognuno che porta la propria esperienza e competenza e poi si fa una sintesi votando. Un nuova comune fiorentina.
    Per cui ci si vede nelle innumerevoli incontri che nasceranno spontaneamente dopo l'ennesima farsa teatrale che andrà in scena nella prossima legislatura.

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    1. fare previsioni è difficile anche perché l'arma della propaganda è tutta in mano loro. Almeno un terzo degli elettori sul territorio nazionale non andrà al voto. purtroppo c'è una coalizione NO-TUTTO/Vi DIAMO TUTTO che può aggregare gente affamata di nuove illusioni. Poi c'è il voto di clientela, e bisogna tener conto che c'è anche molta gente fuori di testa, in rapido aumento.

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    2. Il mio discorso è verso quella minoranza silenziosa che non ha il cervello all'ammasso ma che viene sempre liquidata nel calderone del non voto.
      Sarebbe già un successo riaggregarla sotto poche idee condivise e che torni a far sentire la sua voce di protesta sociale per il paese. Poi il resto viene di conseguenza, molti pecoroni ti voteranno perché diventerai diverso, alla moda.E' un processo lungo ma che poggia la sua base sul rifiuto politico a questo sistema politico (e diciamo che sotto questo aspetto ne stiamo prendendo sempre più coscienza).

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  2. QUESTE LE PROPOSTE DI UNIONE POPOLARE DI L. DE MAGISTRIS:

    Alla politica delle chiacchiere, delle poltrone e dei saltimbanchi, noi rispondiamo con candidature di persone credibili e con la testimonianza,da portavoce nazionale, che dove ho governato abbiamo fatto:
    - l’acqua pubblica e non privatizzato i servizi pubblici
    - risolto la questione rifiuti senza un nuovo inceneritore
    - stabilizzato i precari, applicato l’art.18 anche se eliminato dai governi di centro-sinistra
    - gestito istituzioni e denaro pubblico senza scandali e con le mani pulite,mettendo al centro cultura ed economia circolare.

    Prime proposte in Parlamento:
    - Salario minimo e una casa per ogni famiglia.
    - Stop invio armi e alt aumento spese militari.
    - Stop fossile primo responsabile del cambiamento climatico.
    - Restituzione al popolo della sovranità dei beni comuni ceduti ai profitti di pochi: dell’energia alle foreste, dall’acqua all’aria.
    - Tassazione rendite finanziarie dei super ricchi per finanziare il reddito dei poveri".
    😁

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    1. con molto meno del 3% farà tutte queste cose, compreso lo stop al fossile? Ma la cosa che mi affascina di più di questo Robin Hood è la restituzione delle foreste al popolo.

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    2. Poi avere tutta la propaganda che vuoi ma la situazione storica, economica, sociale sta cambiando rapidamente scavando un ulteriore solco tra classi sociali. Se il mercato interno collassa (redditi da fame) e l'Europa tiene i cordoni della borsa (PNRR) non hai molto da promettere. Infatti sono al fondo del barile: sotto la promessa di "pensione a 1000 euro" ci vedo solo "pane e latte gratis".

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    3. Magistrati e Sinistra una sciagura. Nessuno si ricorda più Piero Grasso, che nemmeno 4 anni fa era il "leader" di Liberi e Uguali. Dopo il voto sparito dalla scena politica andando addirittura a finire nel gruppo misto.
      De Magistris è parte di questo sistema marcio come Fratoianni, Bonelli e tutti quei micro partitini buoni solo ai loro segretari per tornare in parlamento per altri 5 anni.

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  3. Scrive N. Fratoianni su Facebook: Giorgia Meloni non si preoccupi del programma di Alleanza Verdi e Sinistra.

    Piuttosto deve spiegare ai giovani cittadini del nostro paese quali malsane idee ha per loro, visto che sono state pubblicate in “Appunti per un programma conservatore”.

    Deve spiegare perché vuole costringere i più giovani ad accettare qualunque proposta di lavoro, a qualunque condizione economica e di contratto, stabilito da un sistema di intelligenza artificiale.
    E la grande idea di Meloni è che se non accettano di lavorare a qualunque condizione prendono pure una multa.

    Noi abbiamo un’altra idea di Italia per i nostri giovani, con proposte di legge già depositate in parlamento: zero precarietà, salario minimo legale di almeno 10 euro l’ora, trasporto pubblico locale gratuito e formazione gratuita, dalla culla all’Università.

    Ciao Giorgia, ciao.

    😁😁😁

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