lunedì 18 luglio 2022

Ci trascineranno a fondo con loro

 

Biden ha concluso la sua visita in Medio Oriente dopo una serie di incontri con i leader della monarchia petrolifera. Sebbene gli incontri abbiano ricucito le relazioni tra Riyadh e Washington dopo i noti “dissapori” per via dell’omicidio Khashoggi (quelle cose si fanno con maggior discrezione), non vi sono stati annunci di rilievo, e dunque Biden ha mediaticamente pagato un alto prezzo ottenendo uno scarso riscontro.

Quando il presidente degli Stati Uniti ha sollevato il caso dell’omicidio Khashoggi con bin Salman, venerdì pomeriggio, il principe ha accusato Washington di ipocrisia per aver consentito la tortura dei detenuti nella prigione di Abu Ghraib nel 2004 e di non aver fatto nulla a seguito dell’uccisione della giornalista palestinese-americano Shireen Abu Akleh, uccisa dai soldati israeliani mentre copriva un raid israeliano nella città di Jenin in Cisgiordania lo scorso maggio (neanche la nostra Gruber ha speso una parola). Bin Salman avrebbe potuto citare un elenco molto più lungo di crimini commessi dall’imperialismo statunitense in Medio Oriente

Lo scopo della Casa Bianca era volto ad allineare alla posizione statunitense i dittatori della regione e schierarli per la guerra di Washington contro la Russia in Ucraina. Una guerra che Biden ha cercato di giustificare per la democrazia e i diritti umani contro l’autocrazia (come parlare di corda in casa dell’impiccato), ma ha incontrato una risposta decisamente fredda da parte dei leader di tutta la regione, cioè dei sauditi e gli Emirati Arabi Uniti (UAE).

Biden sta anche cercando di cementare un’alleanza anti-Iran che collegherebbe i sistemi di difesa aerea in tutta la regione, basato sullo United States Central Command, il comando statunitense che ha una base in Qatar e che copre il Medio Oriente, parti dell’Asia centrale, l’Egitto e il Corno d’Africa e, dall’inizio del 2021, include Israele.

Le iniziative belliche di Washington non sono dirette solo contro la Russia o l’Iran. Fanno parte degli sforzi più ampi per limitare l’espansione economica e politica della Cina nel Medio Oriente, che come sappiamo non è ricco solo di datteri.

Pechino è diventata il maggior partner commerciale e d’investimento della regione, superando sia gli Stati Uniti che l’Europa. Il China Global Investment Tracker dell’American Enterprise Institute, una voce non certo partigiana della Cina, evidenzia il costante interesse degli investimenti cinesi nelle economie del Golfo. Negli ultimi 16 anni il totale degli investimenti cinesi e dei progetti di costruzione ha raggiunto i 43,47 miliardi di dollari in Arabia Saudita, 36,16 negli Emirati Arabi Uniti (UAE), 30,05 in Iraq, 11,75 in Kuwait, 7,8 in Qatar, 6,62 in Oman e 1,42 miliardi in Bahrain.

Secondo il The Arab Gulf States Institute di Washington, la domanda di energia cinese continua a costituire il fulcro delle partnership Cina-Golfo. L’Arabia Saudita è stata il principale fornitore cinese di greggio nel 2021, rappresentando il 17% delle importazioni cinesi di petrolio. La Cina rimane un mercato centrale per le esportazioni di petrolio dell’Oman (ha acquistato circa l’83% delle espotrtazioni totali di petrolio nella prima metà del 2021), dell’Iraq, degli Emirati e del Kuwait.

Il Qatar, uno dei principali fornitori di gas naturale in Cina, sta negoziando con essa lo sviluppo di quello che sarà il giacimento di gas più grande del mondo, e si è assicurato molteplici accordi a lungo termine con società cinesi nel dicembre 2021 e ha ordinato per la prima volta in ottobre navi cisterna cinesi di gas naturale liquefatto per un valore di 762 milioni di dollari. Il Qatar ha stretti rapporti economici anche con l’Iran.

Esistono forti complementarità tra la Cina e gli stati arabi del Golfo anche nei settori del turismo, telecomunicazioni, energie rinnovabili, città intelligenti, intelligenza artificiale e altre industrie orientate alla tecnologia. Nel dicembre 2021, il governo iracheno ha firmato accordi con due società cinesi per costruire 1.000 scuole in due anni. Gli sforzi cinesi per colmare le lacune nel sistema educativo iracheno – in cambio di un compenso in prodotti petroliferi – hanno il potenziale per plasmare ulteriormente le tendenze socioeconomiche regionali.

Allo stesso modo, l’Egitto ha ampi accordi con la Russia che ha iniziato a costruire un reattore nucleare da 25 miliardi di dollari, mentre la Cina sta giocando un ruolo importante nella costruzione della nuova capitale amministrativa dell’Egitto a 35 km dal Cairo e ha occupato gran parte della nuova zona industriale in costruzione lungo il Canale di Suez.

Al vertice della NATO di poche settimane fa, il nuovo “concetto strategico” ha riconosciuto la Cina come una “sfida” sistemica e ha descritto le sue politiche come coercitive e le sue operazioni informatiche in tutto il mondo come dannose. Insieme a Mosca, Pechino sta cercando di “sovvertire l’ordine internazionale basato sulle regole”. In altre parole, Washington è contraria a chiunque metta in discussione il suo dominio politico ed economico.

Sabato, in un incontro al vertice con i leader delle sei monarchie del Golfo e con quelli dell’Egitto, della Giordania e dell’Iraq nella città portuale occidentale di Jeddah, in Arabia Saudita, Biden ha dichiarato: “Non ce ne andremo e non lasceremo un vuoto da riempire da parte della Cina, Russia o l’Iran”.

I rapporti di forza sono cambiati e l’occidente non è più il baricentro del mondo. Come scrivo spesso, per gli USA è ormai una questione di vita o morte e ci trascineranno con loro, non senza averne tratto tutti i vantaggi possibili. Una politica estera, economica e militare autonoma lEuropa non se la può permettere stante una sua classe dirigente cialtrona e pusillanime. Non è un dramma da poco, come vedremo a breve.


9 commenti:

  1. https://www.officinadeisaperi.it/senza-categoria/armare-gli-accordi-di-libero-scambio-da-sinitra-in-rete/

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  2. Quando si parla di una politica autonoma europea mi chiedo a cosa ci si riferisca. L'Europa è costituita da Stati che hanno interessi assai diversi fra loro. I Polacchi vogliono una cosa, i Tedeschi un'altra, gli Italiani un'altra ancora. Riguardo a Putin non c'era bisogno della guerra in Ucraina per capire chi fosse. Bastava e avanzava la carneficina combinata in Cecenia di cui nessuno parla mai. O i massacri disumani in Siria. L'imperialismo e la protervia dei Russi non hanno nulla da invidiare a quella americana (per informazioni chiedere ai Polacchi,, ai Cecoslovacchi, agli Ungheresi, agli Jugoslavi, etc,etc). Trattasi di imperialismo che oltre a essere violento come tutti gli imperialismi, non riesce neppure a far vivere decentemente i suoi cittadini..In ultimo una cosa che mi pare nessuno le abbia mai fatto notare un blog come il suo in Russia l'avrebbe da tempo condannata , come minimo, a qualche simpatico giretto in galera. Dove mi dicono che i pasti non siano totalmente soddisfacenti. Persone con le sue idee per gente come Putin vanno semplicemente tolte di mezzo senza che rompano tanto i coglioni.


    ma un blog

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    1. spiegare le cose a lei è tempo perso

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    2. Io in Russia ci ho vissuto e ho lavorato per anni a stretto contatto con i Russi, Ne conosco bene la mentalità e la società. E' un Paese da pazzi. In cui esistono mafiosi che dirigono con logiche mafiose economia e ordine pubblico fino nei meandri delle più sperdute strade dei più sperduti quartieri delle metropoli (non che nell'ex URSS fosse tanto diverso ma dopo la situazione è ancora peggiorata se possibile). Un Paese con 1/6 del PIL di quello italiano, con un ascensore sociale totalmente bloccato. Prova a essere in disaccordo con un Russo per una semplice questione lavorativa. E' capace di spararti alla testa con una rivoltella senza problemi. La vita umana conta poco o niente, il concetto d'individualismo occidentale è pressochè sconosciuto. Hanno delle elitè dirigenti marce di soldi e ignoranti come capre che a confronto Gianluca Vacchi è un intellettuale da salotto. E mi fermo qui ma potrei andare avanti per ore. Concordo con molto di quanto scritto prima. Il suo blog in Russia non potrebbe esistere e lei sarebbe seriamente in pericolo di vita, semplicemente per avere una visione della realtà diversa da quella dominante.

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    3. ho vissuto quasi settant'anni in Italia. quanto a corruzione, prevaricazione dei pubblici poteri, stragi di stato, mafia-camorra-’ndrangheta, non abbiamo da imparare nemmeno dai russi.

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    4. Nonostante tutte le ombre e i problemi relativi alla nostra storia, la qualità di vita di un Paese (che è pure in crisi) come l'Italia, in Russia se la sogna. Sono due realtà imparagonabili.

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    5. Appunto, bisogna tenere conto della storia

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  3. Intanto, L'Arabia Saudita ha raddoppiato le forniture di petrolio dalla Russia, per poi rivenderlo ai paesi EU che sanzionano la Russia. 😁

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  4. CUI PRODEST?

    IL portavoce per l'Energia Tim McPhie ricorda che nella prima metà del 2022 le consegne di Gnl (gas naturale liquefatto) dagli Usa all'Ue sono ammontate a circa 30 mld di metri cubi, contro 22 mld di metri cubi in tutto il 2021. Le importazioni di Gnl dagli Usa ammontano ormai al 46% delle importazioni complessive di Gnl.

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