mercoledì 4 maggio 2022

Per fortuna ci è rimasta un'anima

 

Ieri sera ho provato a sintonizzarmi su due canali, uno pubblico e l’altro privato. Impossibile resistere per più di una manciata di attimi. Davvero il livello medio delle persone è quello mostrato? TV, questo veleno, scrivevo l’altro giorno.

Se non aderisci al discorso dominante, se prendi una posizione critica o manifesti una semplice riluttanza, sarai subito accusato di cose infamanti, sottoposto a disprezzo e stigmatizzazione dalle persone con cui non sei d’accordo. Di solito il rapporto del “confronto” è di uno a cinque o anche dieci. Le diatribe tra antipass e propass ne sono state un esempio per oltre un anno, perciò è chiaro di che cosa parlo.

Il disaccordo con le parole d’ordine dell’establishment politico e mediatico è diventato quasi blasfemo. Senza il quasi. È straziante vedere come abbiamo perso la nostra “anima civile” a tal punto, come prevalga un servilismo senza vergogna. Ormai tutto finisce in posizioni di ripicca, come del resto da molto tempo anche nel voto elettorale.

Perfino il Papa deve mostrarsi guardingo quando parla di “pace”, un cavallo di battaglia retorico dei pontefici contemporanei. Ha definito le minacce degli USA/NATO come il “latrato ai confini della Russia”, e però deve seppellire questo giudizio sotto un metro di retorica per non passare per filorusso.

Per fortuna si può fare anche altro che ascoltare la tv. Restano ancora dei luoghi in cui essere ancora vivi, non macchiati dai più vili interessi di parte. Riprendere in mano un vecchio libro, ascoltare un brano musicale e pensare: questo è il luogo dove abbiamo ancora un’anima. La grande letteratura così come la buona musica esistono per dare vita al tempo.

Spero sia chiaro che cosa intendo per “anima”, perché è proprio l’anima che è in questione. Come memoria, come resistenza, quando la storia è fatta diventare un caos sbrindellato e di amnesie, quando la politica è ridotta a un abisso di decisioni morte. Restano i nostri pensieri e desideri, i nostri impulsi a far coincidere anima e corpo, a non farci perdere la speranza.

6 commenti:

  1. "Dare vita al tempo".
    Molto poetico.

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  2. LA GRANDE PRESA PER IL CULO

    Nei due mesi di guerra in Ucraina la Russia ha quasi raddoppiato le entrate dalla vendita di combustibili fossili. 62 miliardi € di esportazioni di petrolio, gas e carbone in sessanta giorni di cui 44 miliardi provenienti dall’Ue. Una crescita imponente dei ricavi rispetto ai 140 miliardi € dell'intero 2021. A riportarlo - senza non poco stupore e disappunto - è il Guardian, quotidiano di riferimento del mondo lib-dem anglosassone.

    Un risultato straordinario garantito dall'impennata dei prezzi che ha più che compensato la riduzione dei volumi delle esportazioni (le spedizioni di greggio dalla Russia, ad esempio, sono diminuite del 30% nelle prime tre settimane di aprile rispetto al primo bimestre 2022).

    Il taglio delle forniture, quindi, ha semplicemente spinto verso l’alto i prezzi facendo confluire vagonate di soldi freschi nelle casse di Mosca attraverso le società energetiche controllate dallo Stato. Le draconiane politiche di sanzioni e restrizioni perciò risultano essere misure assolutamente inadeguate, per non dire controproducenti. Perché, piaccia o meno e a prescindere da come la si veda, finiscono per finanziare direttamente una guerra che a parole si dice di voler fermare. Ma allora perché i governi finto pacifisti europei proseguono pervicacemente nell’adottarle o peggio inasprirle? La risposta ce la indica, come sempre, la regola d’oro del “se non serve a niente allora serve a qualcos’altro”.

    Come è evidente l’effetto immediato delle sanzioni non è colpire economicamente Putin ma causare scarsità dell’offerta di combustili fossili. Condizione che sta fruttando affari d’oro alle grandi multinazionali occidentali dell’energia. Letteralmente.

    Qualche esempio di quanto accaduto in questi ultimi mesi.

    ExxonMobil ha fatto registrare ricavi per 90,5 miliardi di dollari, una crescita del 53%. Utile netto raddoppiando e reddito più che triplicato (da 2,7 miliardi $ a 8,8 miliardi in un solo anno). Le entrate di Chevron sono salite a 54,4 miliardi $, +70%, mentre il profitto è quasi quadruplicato passando da 1,7 miliardi a 6,5 miliardi di dollari.

    British Petroleum e Shell, poi, fanno segnare un profitto combinato di 12,6 miliardi $ nei primi tre mesi dell'anno, molto più che nello stesso periodo del 2021. Ricavi monstre, al punto che il governo inglese sta seriamente pensando di aumentarne la tassazione.

    La difesa di ucraini e democrazia quindi sono semplicemente balle. Bufale colossali da dare in pasto all’opinione pubblica affinché benedica le sanzioni e l’invio di armi utili a sostenere una guerra che più dura più farà lievitare guadagni e dividendi per gli azionisti. Ben venga quindi la guerra, tanto il cattivo è bello che individuato.

    Ma per far continuare a girare la giostra serve allungare il più possibile il conflitto. Armando la “resistenza” dei civili ucraini, carne da cannone da immolare per gonfiare trimestrali da presentare gongolanti ai consigli di amministrazione. E facendo accettare di buon grado a cittadini e piccoli imprenditori europei istupiditi dalla propaganda sanzioni e conseguenti rincari stellari del prezzo dell’energia in nome della “libertà” del popolo ucraino. Gente a cui viene chiesto l’ennesimo abnorme sacrificio in nome dell’unica libertà che davvero interessa a questa banda di loschi affaristi: lucrare impunemente sulle spalle dei poveri cristi.

    Prendi i soldi e scappa. Sperando che il giochetto non sfugga di mano, deflagrando in un conflitto nucleare. In quel caso scappare non servirà a un cazzo di niente.
    Antonio

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  3. I LETTORI DI GIORNALI

    Striscia il serpe sotterraneo,
    striscia, trasporta gente.
    E ciascuno con il suo
    giornale (con il suo
    eczema!) Tic da ruminante,
    cancro osseo dei giornali.
    Masticatori di mastici,
    lettori di giornali.

    Chi, il lettore? Un vecchio? Un atleta?
    Un soldato? Né lineamenti, né visi,
    né età. Scheletro – poiché non ha
    viso: un foglio di giornale!
    Di cui tutta Parigi
    dalla fronte all’ombelico è vestita.
    Lascia stare, ragazza!
    Metterai al mondo
    un lettore di giornali.

    Dondolando - « vive con la sorella »
    ruttano - « ha ucciso suo padre! »
    si dondolano, il nulla
    si pompano dentro.

    Che sono per questi signori
    il tramonto oppure l’alba?
    Divorati di vuoto,
    lettori di giornali!

    Di giornali, leggi: di calunnie;
    Di giornali, leggi: di sprechi.
    Ogni colonna, una diffamazione
    Ogni capoverso: disgusto…

    Oh, con che cosa vi presenterete
    al Giudizio Universale, all’altro mondo?!
    Arraffatori di minuti,
    lettori di giornali!

    « È partito! Perduto! Sparito! »
    È antica la paura delle madri.
    Madre! Dei Gutenberg la presse
    è più terribile della polvere di Schwarz!

    Davvero meglio al cimitero
    che nel marcio lazzareto
    dei grattatori di scabbie,
    lettori di giornali!

    Chi i nostri figli
    fa marcire nel fiore degli anni?
    I miscelatori di sangue,
    gli scrittori di giornali!

    Ecco, amici – e anche
    più forte che in queste righe! -
    che cosa io penso quando
    con il manoscritto in mano

    sto davanti alla faccia
    (Posto – più vuoto non c’è!)
    sicché dunque alla non-faccia
    di un redattore di giorna-
    listica immondizia.

    15 novembre 1935
    Marina I. Cvetaeva
    bonste

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  4. Anche parlare con le persone a noi vicine di questi temi è sempre più difficile. Ogni domanda è vista con diffidenza. Sembra davvero di essere Socrate in mezzo all'Atene che lo mise a morte.

    Oggi Socrate non sopravviverebbe due giorni... La cicuta mediatica lo coglierebbe alla terza domanda scomoda. Sembra incredibile poter rimpiangere (mi vengono i brividi) il Craxi della crisi di Sigonella.

    Cmq sia sì, per fortuna siamo ancora umani, e dobbiamo fare tutto il possibile per affermare la nostra umanità. È l'unico modo per essere, e non esistere andando alla deriva.

    Grazie per il contributo, per me (e presumo per tanti che leggono) rappresenti uno degli antidoti più potenti al veleno che circola a fiotti nel sistema.
    E poi ovviamente ci sono i libri, la musica, la filosofia, insoma tutto ciò che, come diceva Spinoza, contribuisce ad emendare il nostro intelletto.

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    1. devo per sbaglio aver eliminato il tuo ultimo commento: "Una Ballata del Mare Salato ....spero apprezzerai la citazione...". E certo che apprezzo, tutti i commenti intelligenti, specie i tuoi.

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