giovedì 5 maggio 2022

I preparativi sono in pieno svolgimento

 

L’Europa è in guerra con la Russia, questo ormai è chiaro e non può più essere nascosto. Entro questo mese lo comprenderanno anche quelli più ingenui che si sono fatti convincere dai più scafati servitori di Washington, i partigiani con la pelle degli altri, che sostengono l’invio di armi all’Ucraina come cosa doverosa e giusta.

Già le nostre città sono al buio di notte, ma non tarderanno i razionamenti di energia ai privati. Sarà allora che la propaganda si farà ancor a più martellante a sostegno della necessità della guerra.

Guardando indietro alla prima guerra mondiale, si dice che le grandi potenze fossero “scivolate” nella guerra, ma ora stanno correndo a occhi aperti verso il disastro. L’affermazione che la guerra in Ucraina riguardi la difesa della democrazia e dell’indipendenza nazionale si sta rivelando ogni giorno più capziosa. In realtà, si tratta di ben altro, come vado ripetendo da anni, per ciò che vale ovviamente: per la guerra contro la Cina è prima necessario disinnescare la Russia, grande potenza nucleare (anche subacquea).

L’invio di armi all’Ucraina in grado di colpire la Russia è il proseguimento di un’escalation non solo verbale, mediatica e propagandistica. Sarà il disastro per la Russia e per l’Europa. Non è vero, come ho sentito dire da Luca Caracciolo, che la Russia perde l’Ucraina e l’Ucraina perde il Donbass. Fosse solo per questo, si potrebbe stare tranquilli.

Gli USA, la GB e la UE stanno inondando l’Ucraina di armi e promettono che non ci sarà tregua fino a quando la Russia non sarà “sconfitta” e la sua “spina dorsale spezzata”. I preparativi per una terza guerra mondiale non si limitano ad armare e a fornire supporto militare all’Ucraina. Ormai si discute la questione di che cosa sia necessario per rendere “gestibile” una guerra su vasta scala. I preparativi per rendere gestibile una terza guerra mondiale sono in pieno svolgimento.

La guerra in Ucraina è la continuazione delle guerre nei Balcani, nel Medio Oriente e nel Nord Africa con cui gli Stati Uniti e i loro alleati hanno cercato di assicurarsi il dominio del mondo. Quella con la Cina non tarderà a venire.

Una guerra mondiale non è solo una questione militare. È prima di tutto una questione economica, perché una guerra efficace può essere sostenuta per un lungo periodo solo con un blocco di potere economico-militare. Il discorso di Mario Draghi in questo senso non va sottovalutato. Non sono solo i soldati e il loro equipaggiamento militare a dover essere organizzati in una struttura offensiva compatta, ma anche le risorse economiche a ciò destinate devono far parte di una pianificazione di guerra, non solo europea (attenzione!) ma euro-americana.

Questo ineffabile personaggio è un membro effettivo dell’establishment mondiale, un consigliere dei circoli imperialisti, sa ciò che dice in riferimento agli scopi più generali. La lotta per il dominio mondiale è per gli USA una lotta per la vita e la morte; l’UE, di cui Draghi chiede una radicale riforma per bypassare i veti decisionali, dovrà restare subalterna a questa logica migliorando le proprie performance belliche.

L’attivismo al più alto livello, con Ursula Gertrud von der Leyen e Boris de Pfeffel Johnson in India, è in tal senso significativo. L’India è un pezzo dei più importanti della scacchiera del grande gioco. La contesa con la Cina non può prescindere dalla posizione di Nuova Delhi: per collocazione geografica, numero abitanti (1,4 miliardi), controllo delle rotte commerciali, potenziale economico-militare.

Narendra Modi deve valutare attentamente le sue scelte, se non vuole subire una qualche “esportazione di democrazia”, magari con il Pakistan nelle veci dell’Ucraina.

Siamo all’applicazione di una nuova strategia di globalizzazione incentrata su Europa, Stati Uniti e Africa e che rivaluta la dipendenza dalle forniture russe e cinesi.

Anche la Germania si muove in tal senso, e non solo dal lato del suo poderoso riarmo. Olaf Scholz nel suo primo viaggio in Asia orientale dopo essere entrato in carica, ha fatto visita in Giappone, ma non è andato a Pechino. A differenza di Angela Merkel, che durante i suoi anni di cancellierato ha fatto dodici visite in Cina e solo cinque in Giappone. Con 246 miliardi di euro, il volume degli scambi della Germania con la Cina è sei volte quello con il Giappone. Il valore dell’investimento diretto tedesco in Cina, pari a 96 miliardi di euro, è molte volte quello dei 16 miliardi di euro del Giappone.

E tuttavia il cancelliere ha concordato con Tokio una cooperazione più stretta nel settore dell’alta tecnologia strategicamente importante e nella produzione e fornitura d’idrogeno liquido come fonte di energia alternativa. Sono state inoltre concordate regolari consultazioni del governo con il Giappone, precedentemente tenute solo con la Cina.

Dopo che la fregata tedesca Bayern ha condotto esercitazioni con le forze giapponesi lo scorso anno, sei Eurofighter tedeschi prenderanno parte a manovre in Australia in autunno, da dove voleranno anche in Giappone. Piccoli segnali, che però la dicono lunga sul rinnovato attivismo bellico nippo-germanico.

Avendo già imposto un divieto all’importazione di carbone russo ad aprile, l’Unione Europea ha deciso questa settimana anche un embargo petrolifero. Poiché la quota del petrolio russo sul consumo della Germania è scesa dal 36 al 12 per cento, il governo tedesco ha dato il via libera all’embargo. A paesi minori come l’Ungheria e altri, che dipendono molto di più dal petrolio russo, sarà concesso un periodo di transizione.

Non bisogna sottovalutare queste decisioni di lungo periodo. Ripeto, ci si sta preparando per un conflitto più ampio, più tragico, di lunga durata. L’embargo non mitigherà di certo i prezzi dell’energia, che sono già a livelli record e sono tra i principali motori dell’inflazione. Chi pagherà il conto di tutto questo? E, in speciale modo, quali nazioni?

Anche in Italia la folle politica di preparare una terza guerra mondiale e renderla “gestibile” è sostenuta dai partiti, che semmai esprimono riserve su questioni d’ordine secondario. Così anche il M5S, che tentenna e continua a sostenere il governo Draghi. Una crisi di governo ora, nuove elezioni, sarebbe invece il segnale che il fronte interno non è compatto per la guerra. Motivi d’ordine “psicologico” lo impediscono, e lo sa bene il servitore atlantico che con iattanza manda a dire che può andarsene a casa anche domani mattina. L’opinione pubblica però non è compatta, si percepisce a pelle, ed è per questo motivo che si punta a mettere la mordacchia alla “disinformazione”, cioè a tutte le voci contrarie o anche solo dissonanti.


14 commenti:

  1. Il vomitevole Panebianco
    https://www.corriere.it/editoriali/22_maggio_03/fragile-democrazia-58adfc4e-cb09-11ec-84d1-341c28840c78.shtml
    Ci manca solo la citazione delle elezioni tedesche del '33.

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    1. non ho accesso al CdS, non concorro al mantenimento di P. e simili, almeno questo.
      Gli USA non possono competere sul piano economico con la Cina. Sembra paradossale, ma più passa il tempo e più questa realtà si conferma. La Cina ha quasi 5 volte la popolazione degli USA, una massa di forza-lavoro a salari bassi, legislazioni lasche per quanto riguarda tutele lavoratori e ambiente. Ha il vantaggio, quando serve, di poter agire come capitalismo di Stato. È ricca di materie prime strategiche, nel breve-medio potrà approvvigionarsi di idrocarburi dalle Russia, è un mercato appetitoso per l'Europa, eccetera.
      Dunque, è un confronto-scontro per la vita e per la morte. Come evolverà questo scontro? Non sarà certo un torneo di scacchi.
      Questo il ceto intellettuale europeo o non lo comprende, oppure, più probabile, lo comprende benissimo e ha fatto la sua scelta, costi quel che costi. Tutto qua.

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    2. Se vuoi, lo puoi trovare qui https://erasmodue.wordpress.com/2022/05/05/panebianco-il-pericolo-per-la-democrazia-e-la-democrazia/
      Vorrei comunque precisare, a difesa del mio onore, che io non do un centesimo a Cairo. Gioco con la navigazione anonima.

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    3. ah, se è sul tuo onore allora è un altro paio di maniche.
      quando l'hai postato che ieri non c'era? è vero che stamane non avevo guardato. grave.

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    4. Bisogna semplicemente accettare l’idea che, senza essere i pupazzi di nessuno, tanti nostri connazionali detestino Panebianco.

      L’iperbole è raggiunta con: “Anche l’antiamericanismo (no alla guerra per dire in realtà no agli Stati Uniti) non è più monopolio di una vecchia sinistra in disarmo”.

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    5. Fortuna che c'è Panebianco a difendere la democrazia.
      AG

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  2. PAZZI GOVERNANTI GUERRAFONDAI

    Qualche anno fa l'Università di Princeton ha riprodotto virtualmente una guerra nucleare tra USA e Russia. Il modello, basato su rapporti di forza reali, simula uno scenario di guerra convenzionale che degenera in un'escalation atomica. Dal “first strike” alla pioggia di bombe in territorio nemico.

    Siccome in troppi ancora pensano che questa guerra sia solo un gioco (compresa la nostra inetta e scellerata classe politica) la cui partecipazione avrebbe effetti limitati osserviamo insieme gli ipotetici effetti di questo “gioco”.

    La simulazione comincia in un contesto di guerra moderna classica (esattamente come l’Ucraina) in cui le forze USA/NATO intervengono contro la Russia. Questo, secondo il modello virtuale, è quello che realisticamente può seguirne.

    Fase 1 - Nella speranza di arrestare l’avanzata occidentale i russi sparano un colpo di “avvertimento” dalla base di Kalinigrad sul confine tedesco-polacco. La NATO risponde con un attacco aereo.

    Fase 2 - Superata la soglia di non ritorno il conflitto degenera in una guerra nucleare tattica in Europa. La Russia spara 300 missili tattici sulle basi NATO europee (Italia compresa), l’alleanza atlantica risponde con il lancio di 180 testate. 2,6 milioni di vittime nelle prime tre ore, tutte sul suolo europeo. L’Europa è praticamente rasa al suolo.

    Fase 3 - La NATO lancia un nuovo attacco strategico dal suolo americano e dalle basi sottomarine (mare del nord e pacifico) 600 testate contro le forze nucleari russe. Prima di perdere definitivamente il suo sistema di difesa i russi contrattaccano. Piovono bombe atomiche sui territori di USA e Russia: 3,5 milioni di vittime in 45 minuti.

    Fase 4 - Con lo scopo di inibire le possibilità di recupero avversario a medio/lungo termine Stati Uniti e Russia lanciano attacchi sulle principali città e centri economici nemici. 5/10 testate su ogni obiettivo a seconda della dimensione. 85,5 milioni di vittime in 45 minuti e due paesi giganteschi devastati.

    Risultato - 90 milioni di morti e feriti gravi in meno di 5 ore. Decessi ed effetti a lungo termine delle ricadute radioattive non sono stati ovviamente calcolati.

    Ora, difronte a questo scenario da incubo vi chiedo: l’Ucraina, insieme a tutta la farlocca retorica su libertà e democrazia che si porta appresso, vale davvero tutto questo? Rispondete con calma, ma non troppa. L’orologio corre e i nostri pazzi governanti guerrafondai sembrano non curarsene troppo.

    https://sgs.princeton.edu/the-lab/plan-a

    Antonio Siena

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    1. Conosco quella simulazione. C'è troppa gente folle che pensa non possa accadere.

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  3. Non hanno nemmeno più il pudore di nasconderlo.

    È UNA GUERRA PER PROCURA. PUNTO!

    (ANSA) - WASHINGTON, 05 MAG - Gli Usa hanno fornito informazioni di intelligence che hanno aiutato gli ucraini a colpire e uccidere numerosi generali russi morti in azione nel conflitto ucraino.

    Lo scrive il New York Times citando alti dirigenti americani.

    Gli ufficiali ucraini sostengono di aver eliminato circa 12 generali di Mosca al fronte, un numero che ha stupito gli analisti militari.

    https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2022/05/05/nyt-intelligence-usa-ha-aiutato-a-uccidere-generali-russi_f7e28f0a-9422-4839-889a-236c044121b7.html

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  4. Ipocriti buffoni!

    https://www.qualenergia.it/articoli/consumi-gas-italia-primo-trimestre-2022-cala-leggermente-import-da-russia/

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  5. Fare l'indiano

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    'Boris de Pfeffel Johnson in India'

    Boris detto Mahatma, grande anima

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    Proviamo, sempre parlando di nonviolenza inglese a base di esplosivo, a prendere in esame questo scenario che potrebbe essere anche titolo di un articolo: Se al popolo italiano dessero oggi le armi.

    Un tema interessante, in realtà non è semplice. Prima di tutto: chi sarebbe il nemico e chi l'amico considerando la metà del mondo che non ha appoggiato sanzioni o fornito armi? come si polarizzerebbe in un conflitto? Un gran casino completamente imprevedibile, sempre che non vi sia l'atomica a incenerire tutto in pochi minuti, e inutile pensare alla ricostruzione poiché l'inquinamento non permetterebbe la vita sul pianeta, inutile anche ingoiare un'intera scatola di pillole blu di iodio, al limite si ferma il cuore dopo una grossa orchite, o forse era viagra scaduto. Ma sarebbe comunque una buona notizia: con l'inquinamento radioattivo assieme all'uomo sparirebbe il covid e sarebbe comunque vinta la precedente guerra.

    Consideriamo anche che una grossa parte della popolazione italiana ha in molti casi subìto la violenta e sanguinaria propaganda e dittatura antivirus impostata fin da subito come democrazia sospesa militarizzata. Una guerra civile soprattutto sotterranea: altro che esercito di vaccinati che fa fuori gli indiani contrari. Altro che maggioranza compatta in marcia. La realtà che vediamo tutti i giorni è invece molto più sfumata, stratificata e complessa: nella stragrande maggioranza dei casi la sofferenza non è solo per un fatto medico ma soprattutto per il nuovo ordine costituito (dopo lo smantellamento della sanità pubblica). Così pur non potendo esprimersi pubblicamente e liberamente per paura di conseguenze: molti che nell'esercito della 'popolazione maggioranza' hanno subìto e subiscono ingiustizia covano la rabbia e preparano la vendetta aspettando il momento buono per restituire i favori, a vari livelli e intensità, in silenzio, la parola è dosata. Il governo ha dichiarato pubblicamente guerra totale ai dissidenti, e chi semina odio non può che raccogliere tempesta.

    Non quindi la migliore delle situazioni per coinvolgere un popolo in una guerra armata planetaria, senza obiettivi e autodistruttiva, nonostante le spallate e martellate di giornali e TV per l'arruolamento per "i valori d'Europa", figuriamoci "per la patria!". Ridicolo pensare al contentino delle accise per controbilanciare il rischio in gioco: l'Italia è il primo degli obiettivi militari, non così per l'ex nazista Austria che non ha aderito alla NATO. L'esposizione è massima.

    e a Zelensky i democratici europeisti hanno consigliato di imporre subito la legge marziale: obbligare per legge i cittadini ad arruolarsi e combattere. Con la legge marziale spariscono d'un colpo le fantasie su democrazia, libertà e partigiani.

    Così se oggi in Italia dovessero imporre la legge marziale e consegnare armi al popolo italiano, molto probabilmente una parte di questo popolo messo all'angolo in modo violento rivolgerebbe le armi contro lo Stato tiranno e traditore. Detto poi che la maggioranza della popolazione è, sondaggio dopo sondaggio, fermamente contraria all'invio di armi e il governo che vuole fottersene della democrazia sa bene che nel momento in cui costringe a baciare il patrio littorio e imbracciare le armi ottiene facilmente una reazione netta e contraria.
    C'era un detto sulle persone tranquille e civili, mi pare. Molto probabilmente, in una costrizione violenta, gli Stati andrebbero in frantumi e verrebbero a ricrearsi delle dinamiche fratricide da guerra civile

    Nel frattempo, come previsto: gli accordi "di pace" promessi alla popolazione europea, in cambio del rifornimento di armi, non arrivarono mai.

    Fare l'indiano.

    MB

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  6. "Già le nostre città sono al buio di notte".
    In che senso scusi. Ha dei dati che stanno già razionando l'energia elettrica?
    Saluti

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    1. In diverse località l'illuminazione pubblica da mezzanotte alle 5 viene spenta.

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  7. Oliver Stone: https://contropiano.org/news/internazionale-news/2022/05/06/oliver-stone-teme-una-false-flag-nucleare-usa-in-donbass-0149105

    Roberto

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