mercoledì 20 aprile 2022

Nessuna fuga

 

Il 20 aprile, cadeva il genetliaco di Adolf Hitler. In tutta la Germania la ricorrenza veniva celebrata con festeggiamenti popolari non inferiori alle maggiori feste liturgiche e laiche. Perfino nell’aprile 1945, pur senza festeggiamenti particolari, per la Germania, ossia ciò che ne rimaneva in quel momento, fu un giorno ufficiale di festa.

Gli elettori tedeschi che votarono per il Partito nazista e per il suo capo nel 1932 e infine nel marzo 1933 (dopo che a Hitler fu consegnato il potere e sotto l’onda emotiva dell’incendio del Reichstag), sapevano bene a chi davano la loro preferenza elettorale. Sullo sfondo della crisi economica, sociale e politica e in ragione di ciò che Hitler e il suo partito si proponevano di realizzare, essi ottennero il 44% dei voti.

Stava tutto scritto nel Mein Kampf, e il suo autore non lo nascondeva nemmeno nei suoi discorsi, tutt’altro. Il suo cavallo di battaglia preferito, del resto cavalcato da tutti i nazionalisti tedeschi (e non solo), era costituito dal racconto sull’iniquo trattato di Versailles del 1919 e dalla “pugnalata alle spalle” subita dall’esercito tedesco nel corso della guerra.

Non erano tutte balle, il trattato di Versailles fu davvero iniquo e imposto in modo vergognoso. Quanto alla “pugnalata alle spalle”, era vero che il nemico non era penetrato in territorio tedesco e la resa dell’esercito, ormai allo stremo non meno che la situazione interna, sembrò determinata da decisioni esterne e contrarie alla volontà delle forze armate tedesche. Così almeno si raccontò poi, dimenticando la rivolta dei marinai della flotta, la guerra civile non solo a Berlino, eccetera.

Alla Germania e ai suoi abitanti serviva un nemico interno verso il quale scaricare le “colpe” della sconfitta e le sue conseguenze. Nella patria di Martin Lutero, Richard Wagner e moltissimi altri, senza aver bisogno di prestiti francesi, come Joseph de Gobineau, non fu difficile per i temi propagandistici del nazionalismo in generale e del nazismo in particolare fare presa.

Come sempre accade, si trattò anche allora di un misto di verità e volgare menzogna, di realismo e fanatismo, e sarebbe un inutile esercizio, almeno qui, soppesare quanto vi fosse dell’uno e dell’altro, quanto poco di una cosa e quanta parte dell’altra. Sia comunque chiaro che si trattò di uno specchio più spesso deformante in senso propagandistico e consolatorio. Sarebbe invece sbagliato credere che solo i nazionalismi e i dispotismi si nutrano di questo tipo di propaganda, di racconto leggendario e autoassolutorio.

Vero, per esempio, che i famigerati protocolli dei cosiddetti Savi di Sion rappresentarono ben altro di un prodotto letterario estemporaneo di qualche funzionario dell’Okhrana. Nondimeno su questa strada potremmo prendere in esame il rapporto tra Puritanesimo e frontiera nell’immaginario americano, laddove si trattava di ricreare sulla Terra la Gerusalemme celeste, edificata attorno alla fede e alla purezza dei suoi abitanti, in primis alla loro natura di “prescelti”.

La mentalità puritana, sviluppatasi in Inghilterra durante il XVI secolo nell’ambito del protestantesimo calvinista e poi esportata nel Nuovo Mondo, che tanta parte ha avuto nella tragica sorte dei nativi, e che nei momenti di crisi avverte con tanta più forza il bisogno di un nemico esterno, siano i nuovi immigrati, i sempiterni comunisti o i musulmani, in un contrasto sul quale definire la propria identità.

I puritani Stati Uniti (ma non solo loro!), in crisi d’identità, applicano uno dei loro sistemi di ricomposizione simbolica più tipici: fomentano una guerra e la raccontano come in occasione della seconda guerra mondiale, un genere di conflitto molto diverso da quelli che seguirono. Salvo poi rendersi conto, più tardi e non sempre con lucida onestà, che il Vietnam non era l’impero giapponese, che l’Ucraina non è l’Afghanistan, luoghi questi e altri ancora da dove è bastato fuggirsene in elicottero.

Insomma, troppo facile e liquidatorio spiegare tutto o quasi dando del matto a Hitler, Stalin, Putin, Trump e a tutti quelli che si è deciso di dipingere come mostri e criminali, veri o solo presunti, trasformando e denotando così per le vie brevi interi periodi storici in un campionario di psicopatologie soggettive di alcuni personaggi poi messi al bando. Nessuno fugge né dal proprio passato né dal futuro.

5 commenti:

  1. https://pdfsimpli.com/it/userdocument/view-b?ofn=DIFFERENZE.jpg&unqn=DIFFERENZE_3f2ab6662bfe4f7fb4b1797d54b9c648_output_7e7d30d976e3424f975226d9562776e6.pdf&frm=JPG&to=PDF&fskb=115&npdf=DIFFERENZE_3f2ab6662bfe4f7fb4b1797d54b9c648.jpg

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  2. Il distretto Rozovsky di #Zaporozhye ha organizzato e tenuto un incontro al quale hanno partecipato i rappresentanti delegati della popolazione locale.

    All'unanimità i rappresentanti dei cittadini del distretto hanno votato per entrare a far parte della Repubblica Popolare di Donetsk anche se il loro territorio non fa parte del confine precedente della DNR.

    Questo evento è importante perché l'incontro non è stato organizzato né dalla Russia né dalla Repubblica Popolare di Donetsk ed indica probabilmente come diversi territori dell'Ucraina secederanno dal governo centrale di Kiev per unirsi alle diverse Repubbliche Popolari che sorgeranno (Donetsk, Luhansk, Kherson, Kharkiv etc.).

    Questo spiega anche perché la Russia non avrà bisogno di andare a conquistare il Nord e l'Ovest del paese.

    Guglielmo

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    1. molto interessante.
      sarebbe utile la fonte per favore. grazie molte Guglielmo

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  3. https://it.topwar.ru/195179-narodnyj-shod-odnogo-iz-rajonov-zaporozhskoj-oblasti-obratilsja-k-glave-dnr-s-iniciativoj-o-prinjatii-v-sostav-respubliki.html

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