sabato 9 aprile 2022

Breve ripasso di storia dell'antica Russia


Fin dall’età classica e poi nei primi secoli dell’era volgare, le più diverse stirpi occuparono i territori che oggi costituiscono la Russia. Sàrmati e sciiti, goti (ostrogoti e visigoti), unni e àvari, i bulgari del kanato del Volga (o Idel Bolaristan), crearono imperi ampi e potenti di varia durata. Lo Stato dei chazari, popolazione turca convertita al giudaismo (di cui parla anche Arthur Koestler nel suo libro La tredicesima tribù), fu uno dei più forti e influenti a est del Mar Nero ed ebbe un ruolo essenziale di cuscinetto fra il mondo bizantino, quello islamico che si veniva espandendo e l’Occidente germanico.

Popolazioni mongole e turche (peceneghi, polovey, tatari ecc.), finniche e indoeuropee abitavano e percorrevano l’Europa orientale, mentre in Occidente si formava il sacro romano impero germanico e l’impero romano d’oriente si costituiva in impero bizantino, combinando la tradizione classica con quella giudaico cristiana del Vicino Oriente e con le influenze teocratiche ed assolutistiche della cultura orientale.

Fra VII e VIII secolo, tra il Dnestr e il Dnepr (che oggi sono diventati più famosi della Dora Baltea e della Riparia), il corso superiore della Dvina e fino al confine dei chazari, gli slavi orientali si presentavano in vari complessi tribali (volyni, uglii, dregovii, drevljani, poloani, severjani e, rispettivamente nelle regioni di Kiev e Novgorod, poljani e slavjani), i quali vivevano in villaggi circondati da palizzate di legno e sempre più dediti, oltre che alla caccia e alla pesca, all’attività agricola e pastorale.

L’impulso principale allo sviluppo economico e politico venne però dal commercio: schiavi, frumento, miele, pellicce si scambiavano con tele, metalli e oggetti preziosi, favorendo il sorgere di centri cittadini, il primo luogo Novgorod e Kiev, lungo le grandi vie di comunicazione fluviale che univano l’estremo settentrione europeo a Costantinopoli, il Baltico al Mar Nero e, attraverso il Caspio, all’oriente. Gli slavi orientali si trovarono così a contatto da una parte con i popoli scandinavi, dall’altra col complesso di varie popolazioni che costituivano lo Stato plurinazionale bizantino, il mondo arabo e anche l’estremo oriente.

La fondazione di uno Stato unitario russo e l’organizzazione di una solida struttura sociale e politica che rispondesse alle necessità di un’attività commerciale sempre più fiorente, furono legate alla presenza dei varjaghi nei territori e, soprattutto, nelle città che in gran numero erano sorte lungo i corsi d’acqua.

I varjaghi appartenevano alla stessa stirpe scandinava dei normanni, che nel IX e X secolo giunsero con le loro scorribande fino in Francia, in Inghilterra e in Italia meridionale. Essi percorrevano, ora da predatori, ora da commercianti, le vie fluviali fra Scandinavia e Mar Nero, costituendo una forte classe militare attiva come scorta armata ai convogli commerciali, ma anche detentrice del potere amministrativo per la riscossione dei tributi e l’organizzazione della vita sociale, la gestione del potere politico per i rapporti con gli altri Stati, in particolare con l’impero bizantino (i varjaghi costituivano la guardia imperiale) e con quello chazaro.

Rjurik, capo variago, assieme ai fratelli Sineus e Truvor, avrebbe fondato verso l’anno 860 la dinastia rjurikide, destinata a regnare in Russia fino alla fine del Cinquecento, ossia fino alla morte di Ivan il Terribile (1584).

Come si vede, a dirimere le controversie tra le varie etnie slave e a fondare il primo Stato russo, fu “chiamato” un principe rappresentante di una classe dominante straniera che, secondo una teoria documentata da fonti bizantine e arabe, avrebbe anche dato il nome di Rus’ a quei territori e poi all’organizzazione statale abitata dagli slavi orientali. Pertanto, la presenza di una classe di dominatori varjaghi è documentata dalle fonti storiche, dallo sviluppo di corti di tipo feudale, dall’uso bellico, da principi di diritto cittadino e commerciale, da prestiti linguistici, eccetera.

Il fatto che determinò culturalmente oltre che economicamente e politicamente tutta la storia successiva della Russia, fu l’entrata a far parte della sfera d’influenza politico- culturale dell’impero bizantino, da cui vennero il cristianesimo e la scrittura, la traduzione di alcune cronache bizantine e “romanzi”medievali. Lo slavo ecclesiastico, lingua sovrannazionale, non estranea a quella dell’uso quotidiano, fu comune a tutti gli slavi ortodossi e divenne anche mezzo espressivo del patriottismo dello stato kieviano.

Jaroslav il Saggio (1035-1054) diede il massimo impulso all’organizzazione giuridica, politica, religiosa e culturale della Rus’. A lui risale la prima codificazione scritta del diritto civile. La sua abile politica matrimoniale unì La sua dinastia alle più potenti case europee dell’epoca, sposando lui stesso una principessa svedese, dando le figlie spose ai re d’Ungheria, di Francia e di Norvegia, la sorella al re di Polonia, ottenendo la mano di una principessa bizantina per suo figlio Vsevlad.

I viaggiatori stranieri lasciarono testimonianze dell’impressione che la bellezza, la ricchezza e la vitalità di Kiev e dei suoi mercati avevano provocato il loro. Tuttavia nel basso medioevo si assiste a un progressivo allontanamento dalla cultura occidentale, dovuto in parte allo scisma tra Roma e Costantinopoli (1054) e al dominio tartaro (XIII-XIV secolo), la cui conseguenza fu la mancanza di contatto diretto con la tradizione umanistica, col pensiero classico e rinascimentale. Ciò conferì alla cultura russa quella caratteristiche che la resero particolare e diversa.

Per motivi di sicurezza (la minaccia lituana, per esempio) il Grande Principe si trasferisce da Kiev a Mosca, instaurando un forte regime monarchico centralizzato, ben presto prendendo il dominio su tutta la Russia, anche sui principati che si erano uniti alla confederazione polacco-lituana. La ripresa dei rapporti tra la Russia e l’Occidente avvenne in seguito a un noto avvenimento politico religioso: il concilio di Ferrara-Firenze (1438- ’39), con una delegazione russa di quasi 200 persone, la firma di un documento di unione tra le due chiese.

Nel XVII secolo, dopo vari sconvolgimenti e infine la rivolta di Sten’ka Razin (1667-1671), che fu simile nelle cause e negli esiti alle insurrezioni contadine e urbane del resto d’Europa dei secoli XVI e XVII (senza averne consapevolezza sembra che quel popolo minuto avesse letto Hobbes), la Russia imboccò una strada diversa. Come nel resto d’Europa si sviluppò un processo di accentramento del potere statale in cui si potevano riconoscere le premesse dello stato moderno, inteso non tanto come apparato amministrativo istituzionale quanto piuttosto come organizzazione del potere, come espressione di nuovi equilibri raggiunti dagli interessi molteplici e contrastanti delle diverse classi sociali.

Con una peculiarità che, a mio parere, la dice lunga su ciò che succederà poi in seguito, fino al XX secolo e forse oltre. Il diritto di proprietà fu connesso al servizio prestato e riconosciuto – a parte gli ecclesiastici – solo ai servitori dello Stato. Come contropartita lo Stato garantiva loro l’ereditarietà delle terre e la redditività delle medesime, promulgando una serie di misure che legarono sempre di più i contadini alla terra e ai proprietari (si pensi che l’obbligo di residenza, in Italia, scompare dalla legislazione solo negli anni Sessanta e solo per abrogazione della Corte costituzionale).

Con le riforme di Pietro il Grande, a cavallo tra XVII e XVIII secolo, si ebbe l’assimilazione dei valori fondamentali della tradizione occidentale, in particolare del classicismo e dell’illuminismo (si pensi alla corrispondenza tra Voltaire e Caterina II), tanto che la Russia si trovò a dover definire di fronte a se stessa e all’Europa la propria identità nazionale. Fu un fenomeno che interessò soprattutto l’aristocrazia e la nomenclatura statale (altrimenti non si spiegherebbe, per esempio, il decabrismo e i molti democratici russi in esilio), ma ebbe un impatto anche sullo spirito delle grandi masse e porterà al vasto fenomeno del “populismo” del XIX secolo.

Renato Risaliti, da poco scomparso e tra i maggior studiosi della Russia moderna, scriveva. «L’antica Rus’ è sempre stata collegata coi paesi europei nei vari aspetti della vita sociale, economica, politica, religiosa e culturale. Naturalmente l’intensità di questi rapporti ha avuto alterne vicende, nel senso che non si può rinvenire uno sviluppo lineare né in senso passivo, né in senso attivo. Va fatta un’altra importante avvertenza: l’intensità dei rapporti della Russia con i paesi europei è stata diversa a seconda della collocazione geografica, della parentela etnica e religiosa».

Intendere l’identità nazionale russa come appartenente a una tradizione culturale e politica estranea a quella europea, nel caso peggiore dando retta alle teorizzazioni sulla “barbarie orientale”, così come concepire la storia della cultura europea senza tener conto dei molteplici e strettissimi rapporti con la cultura russa (letteratura, musica, scienza e arti in generale, pur ricche di elementi autonomi e originali), sarebbe antistorico. 

7 commenti:

  1. Guardando la mappa sembra un altro continente perché a est il territorio sembra non finire mai ma in realtà la cultura è tutta a ovest e pienamente europea, secondo la mia opinione condivisa da molti la Russia dovrebbe entrare a far parte dell'Europa burocratica visto che culturalmente europea lo è già: dall'arte, alla musica, alla letteratura, la pittura, un intreccio indissolubile.

    Il danno culturale di istituzioni pubbliche come Bicocca (ormai completamente bruciata venendo meno la principale missione conoscitiva universalistica) o come la RAI è follia maccartista, una devianza ideologica fondamentalista tando da indurre forzatamente ad una vera e propria xenofobia

    E poi, se l'Ucraina è oggi considerata al centro d'Europa (mentre fino a ieri, e sta tutta qui la violenza propagandistica, considerata circa una popolazione di zingaracci dedita alle peggiori cose e corruzione e delitti): che differenza c'è tra un russo e un ucraino? Sono praticamente fratelli. E come mai appunto: la Russia sarebbe lontanissima, mentre l'Ucraina vicinissima se guardando la mappa sono praticamente una matrioska, una dentro l'altra.

    Comunque, avendo studiato composizione e orchestrazione: ho poi ritrovato la musica dei compositori russi a Hollywood.. col paradosso che l'Italia si è omologata passivamente alla cultura statunitense credendo, per decreto, che fosse diametralmente opposta a quella russa..

    Da parte statunitense che italiana è proprio ignoranza e malafede, dei veri cattivi maestri. Il non voler ammettere in modo infantile che la cultura è ormai oltre, ma non da anni: da quasi un secolo.

    quella russa è esattamente il meglio e il peggio di ogni cultura europea, oggi vedo gli stessi bombardieri francesi invadere la Libia come qualche anno fa, non solo nessuna superiorità morale ma anche una similarità culturale molto più antica, cosa che non vale ad esempio per la Cina: la guerra in Ucraina è una guerra tra fratelli e cugini occidentali e i politici da Von Der Leyen a Draghi stanno avendo un ruolo tossico e preparando il campo a orrori futuri

    l'ultima cosa per non dilungarmi troppo: se uno è macellaio e hitler perchè mai non dovrebbe usare l'arma atomica? La prima cosa che farebbe un hitler. Non ha alcun senso. La politica europea è una politica tossica e maccartista

    MB

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    1. c'è più differenza, e molta, tra inglesi e scozzesi (che sono originariamente irlandesi), tra baschi e catalani, fiamminghi e valloni. tuttavia il nazionalismo è funzionale alle classi dominanti e ai loro interessi.

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  2. cioe' , tutta sta storiella ( che tra l'altro la puoi scrivere pure per il portogallo già che ci siamo) per dire che :

    [...]L’antica Rus’ è sempre stata collegata coi paesi europei nei vari aspetti della vita sociale, economica, politica, religiosa e culturale.[...]

    si hai proprio ragione, e te diro' di piu' : il legante europeo son le cannonate e come vedi volano ancora.
    Torna a bere lo spritz e prega che ti duri la pensione. Vecchia

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    1. @Olympe
      Vedo che hai gente che apprezza profondamente i tuoi "senili" post.
      😁

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    2. @Olympe
      😉
      A proposito, non sapevo che tu bevessi spritz. 😁

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  3. https://officinadeisaperi.it/materiali/i-conflitti-si-risolvono-con-i-negoziati-non-con-la-guerra-da-pressenza/

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