sabato 5 marzo 2022

Non solo l'Ucraina

 

Il licenziamento del direttore d’orchestra di fama mondiale Valery Gergiev da parte della Filarmonica di Monaco il 1° marzo è il culmine di una campagna diffamatoria senza precedenti contro ciò che è russo.

La Scala di Milano, la Filarmonica di Vienna e il Festival di Lucerna hanno dichiarato terminata la loro collaborazione con il direttore d’orchestra russo e la Carnegie Hall di New York ha annullato un concerto con Gergiev e la Filarmonica di Vienna.

È seguita una campagna contro la soprano Anna Netrebko. La sua condanna dell’invasione russa come “insensata guerra di aggressione” non è parsa sufficiente per la gestione dell’Opera di Stato bavarese, che ha risolto tutti i contratti con Netrebko, adducendo che la dissociazione della cantante dalla guerra di aggressione russa era insufficiente.

Governi, media, università, funzionari della cultura e dello sport chiedono che artisti, scienziati e atleti russi si oppongano pubblicamente al proprio governo o altrimenti siano licenziati sommariamente. Altri sono esclusi dagli eventi semplicemente a causa dei loro passaporti. I film e i libri russi sono censurati, i negozi russi sono imbrattati di graffiti e le merci russe boicottate. Le catene di supermercati in Germania come Rewe, Edeka e Aldi stanno togliendo i prodotti russi dai loro scaffali.

Era dal rogo nazista dei libri e dalla campagna diffamatoria antisemita “Non comprare dagli ebrei” che non si vedeva qualcosa di simile in Germania. Ciò non turba minimamente i responsabili di questi fatti che usano metodi paragonabili a quelli di cui è accusato il presidente russo Vladimir Putin.

La European Film Academy si è unita alla richiesta di boicottaggio dell’Accademia del cinema ucraino e ha dichiarato che i film russi sarebbero stati “esclusi dagli European Film Awards di quest’anno”. L’Accademia del cinema ucraino aveva giustificato la sua richiesta di boicottaggio sulla base del fatto che i film russi diffondono “messaggi di propaganda” e rafforzano “la lealtà della cultura russa, la cultura dell’aggressore”.

Il Festival di Cannes ha deciso che le delegazioni russe e le persone vicine al governo russo non sarebbero state le benvenute al prossimo festival.

Mercoledì, Börsenblatt, la rivista specializzata dell’industria del libro, ha comunicato che i principali centri di libri ucraini – l’Istituto del libro ucraino, il Forum internazionale del libro di Leopoli, il PEN Ukraine e l’Arsenale del libro di Kiev – chiedevano il boicottaggio mondiale di tutti i libri e gli editori russi. La rivista tedesca s’è detta concorde.


Ieri, la direzione della Fiera del Libro di Francoforte ha ribadito la sua decisione di escludere dalla Fiera del Libro lo stand ufficiale russo, sostenendo che l’invasione russa dell’Ucraina è un “evento senza precedenti nella storia europea recente” e l’esclusione della Russia serve a sostenere l’opinione pubblica russa contraria alla guerra.

Quando l’aviazione tedesca ha partecipato al bombardamento di Belgrado nella sua prima missione di guerra internazionale nel 1999, i funzionari della cultura tedesca se ne sono stati zitti. Invece hanno scatenato una campagna contro Peter Handke, uno dei pochi

scrittori di lingua tedesca che ha osato protestare pubblicamente contro quell’atto di guerra.

Nel 2012, l’84enne premio Nobel Günter Grass è diventato il bersaglio di una furiosa campagna diffamatoria quando ha criticato in una poesia i bombardamenti israeliani contro i palestinesi a Gaza.

Quando gli Stati Uniti e i loro vassalli della NATO hanno invaso l’Afghanistan, l’Iraq e la Libia e hanno alimentato la guerra civile in Siria, provocando oltre un milione di morti e milioni di profughi, la Fiera del Libro di Francoforte non ha escluso gli americani o gli inglesi, né ha richiesto sconfessioni politiche agli artisti.

Poteva mancare l’Italia in questa campagna isterica? Prima, il caso di Fotografia europea, il festival di Reggio Emilia, che dopo aver bandito la Russia come paese ospite dalla kermesse, ha visto il fotografo russo Alexander Gronsky, tra gli esclusi, arrestato a Mosca durante le manifestazioni di protesta contro la guerra! Poi, l’università Bicocca (con il clamoroso dietrofront successivo), che aveva annullato le lezioni dello scrittore Paolo Nori su Dostoevskij, quindi la decisione della Fiera del libro per ragazzi di escludere la Russia dalla kermesse.

Come ho scritto nel mio piccolo, solo un pazzo può essere favorevole alla guerra, ma solo degli ipocriti possono negare o nascondere la realtà delle cause che hanno portato a questo conflitto. Non con i metodi di Mosca, però non solo l’Ucraina avrebbe bisogno di essere defascistizzata, non ultimi quei Paesi che si professano campioni di democrazia.

7 commenti:

  1. Qualche giorno fa ho guardato un film di Tarkovskij su youtube. Che ritorsioni devo aspettarmi?

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  2. I gatti russi esclusi dalle competizioni internazionali
    https://tinyurl.com/3akrb9wa

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  3. A proposito di Artisti russi nel campo della Musica Classica.
    Andando un po' indietro nel tempo, si può ricordare che artisti come i direttori di orchestra Furtwangler e von Karajan, dichiaratamente nazisti in quanto tesserati (von Karajan) o comunque molto vicini ai vertici Hitleriani (Furtwangler), non sono stati mai discriminati. Anzi tutti i più importanti teatri al Mondo hanno fatto a gara a ospitarli e assegnargli anche cariche direttive.
    Quanta ipocrisia.

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  4. Eclissatasi l'accomodante Angela Merkel gli Americani devono cogliere prontamente questa finestra bellica per fomentare tra gli Occidentali la russofobia (qui, come in molte parole col medesimo suffisso, si tratta di odio, non di paura), prima che l'opinione pubblica si assuefi alla nuova guerra. Il vallo tra Europa e Russia deve essere culturale prima che militare.
    Il gioco è svelato con semplicità. Difatti i boicottatori editoriali non sono così sprovveduti da ignorare che molti grandi autori russi furono dissidenti o critici del potere e vennero per ciò perseguitati o censurati (qualche nome: Saltykov-Shedrin, Cernishevskij, l'ucraino di lingua russa Babel', Bulgakov, Pasternak, Evtushenko, Shalamov, Solzenicyn, Juri Dombrovskij, Amal'rik, Alexander Zinov'ev); lo stesso Dostoevskij venne sadicamente graziato dalla pena capitale solo in extremis e fu spedito dallo zar in Siberia (i 5 anni laggiù sono riassunti nel suo "Memorie dalla casa dei morti"). Evidentemente i migliori Russi devono avere una qualche colpa atavica per essere invisi ai potenti del loro Paese ed a quelli dei Paesi nemici.
    (Peppe)

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