martedì 15 marzo 2022

Le nostre stanze e il mondo

 

«L’esperienza insegna che è sempre molto più facile ricostruire le vicende storiche di un’epoca che non rievocarne l’atmosfera spirituale. Quest’ultima si manifesta in genere non degli avvenimenti ufficiali, ma in alcuni piccoli episodi personali [...]. Solo più tardi avrei compreso che lungo tutta la nostra vita siamo circondati da misteri e che molte cose si possono ignorare anche delle persone che respirano la nostra stessa aria.

Poi, il 28 giugno 1914, a Sarajevo fu esploso quel colpo di pistola che in un istante avrebbe mandato in frantumi, come in vaso di coccio, quel mondo in cui eravamo cresciuti e nel quale ci sentivamo a casa.» (Stefan Zweig, Il mondo di ieri, cap. Luci e ombre sull’Europa).

*

Ho letto la lettera di Roger Waters, ex musicista dei Pink Floyd, con la quale ha risposto ad Alina, una ragazza ucraina di 19 anni.

La sostanza della lettera è chiara: “Molti leader mondiali sono dei criminali, e a farne le spese di questa guerra come di altre sono le persone normali come noi”.

Personalmente sottoscriverei quella lettera, e del resto come a molti altri mi capita di usare concetti ed espressioni simili riferendomi ai medesimi personaggi e avvenimenti. Anche perché non avrei saputo quale altra miglior risposta si sarebbe potuta dare ad Alina. Perciò quella lettera andava scritta così.

Tuttavia, su un piano meno personale ed emotivo, se possibile più politico, il giudizio (non le considerazioni) espresso nella lettera (“molti leader mondiali sono gangster”), ritengo lasci il tempo che trova, così come molti altri giudizi che ci scambiamo in questi giorni. Troppo semplicistico liquidare la faccenda con “molti leader mondiali sono gangster”, pur non escludendo affatto che lo siano. Mettendoli sullo stesso piano, nello stesso bouquet, rischiamo di perdere di vista l’essenziale.

Non tutte le decisioni e quindi non tutti i decisori possono stare sullo stesso piano. Non perché vi siano guerre più giuste di altre (c’è anche questo), ma perché bisogna tener conto di un vecchio detto, ossia che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, dunque un suo strumento.

Quello bellico è però uno strumento che va valutato nei suoi effetti non solo quando è concretamente impiegato, ma anche quando è posto come minaccia contro qualcuno. E questo fatto cambia completamente la prospettiva, anche della guerra in corso oggi in Ucraina, e non basta dunque affermare che si ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Questo è un bel concetto, ma esprime solo un auspicio, nulla di realistico e di sostanziale, come del resto altri articoli della “più bella Costituzione del mondo”. S’è visto nel caso dei bombardamenti su Belgrado e la Serbia, o dell’aggressione alla Libia.

Il pianeta è diviso in Stati nazionali in opposizione d’interessi tra loro, è il mondo reale con il quale piaccia o no dobbiamo fare i conti.

Presto vi saranno a causa delle sanzioni, come sostiene anche la direttrice del Fondo monetario internazionale, gravi problemi di approvvigionamento alimentare in molti paesi dove il cibo è già sempre una questione urgente. Anche quella è guerra, anche le sanzioni economiche possono avere effetti letali e colpire popolazioni assolutamente innocenti. Quale giudizio dovremmo esprimere sui responsabili di questa situazione?

Oggi, come ieri e come sempre, si specula sui prezzi delle materie prime. È guerra dei prezzi, una questione che riguarda il commercio di questi prodotti, e bastano pochi clic di mouse per cambiarne offerta, destinazione e prezzo. I pochi euro dei nostri risparmi investiti su un titolo o un’obbligazione, potrebbero avere come sottostante altri prodotti finanziari che si riferiscono a quelle stesse materie prime, a quegli stessi prodotti con i quali si produce cibo. La somma di tutti i nostri singoli risparmi investiti ha dunque gioco in quel genere di speculazione del tutto legale e apparentemente del tutto innocua.

Così com’è innocuo e anzi prezioso il gas che sta riscaldando la stanza nella quale sto scrivendo queste righe, e probabilmente anche la stanza di chi incita a mandare armi dalle parti dove abita Alina. Gas che continua a fluire tranquillamente e copiosamente nei gasdotti ucraini, acquistato e pagato in euro o in dollari, mentre le truppe russe e quelle ucraine si scannano tra loro con armi che non sono sassi e bastoni trovati in loco.

11 commenti:

  1. Mi sembra che sia in atto una lotta per le risorse energetiche e l'egemonia economica e tecnologica mondiale tra le varie potenze concorrenti, l'Ucraina rischia di essere solo la miccia, ahinoi.
    AG

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    1. è la lotta di sempre, miccia corta stavolta

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    2. D'accordo a manetta con AG. Tanti bei discorsi, ma la posta in gioco sono le risorse energetiche (e non!) russe.

      Evidentemente l'obiettivo è la riduzione della Russia a uno stato allineato, da spogliare comodamente delle risorse minerarie ed energetiche.
      Fare cadere Putin e compagnia brutta è condizione necessaria e ineludibile per gli USA.

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    3. @Peperin
      Se posso dare un parere, il riarmo della Germania, un incubo per i vecchi europei, sembra in contraddizione con l'ipotesi della caduta della Russia: gli anni '90 sono solo un ricordo, sembra estremamente difficile oggi mettere sul trono moscovita un orso ubriaco come 'Elcin. Pertanto questa guerra, come ho già scritto, servirà probabilmente a scavare una trincea tra est ed ovest; come ha scritto Olympe, gli Americani non volevano l'implosione dell'URSS nel 1991 (la coesistenza col miglior nemico andava benissimo), né auspicano la frammentazione della federazione russa oggi, non vorrebbero lasciarne le spoglie ai tedeschi soprattutto da quando gli yankee hanno cambiato il focus della loro politica estera (pivot to Asia). Insomma, le faziose oligarchie ucraine dopo aver rifiutato una neutralità che prometteva prosperità dovranno accettare una neutralità rancorosa e miseranda per qualche decennio (cfr. Serbia), ammesso che non sopravvengano altre storiche sorprese.
      (Peppe)

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    4. hanno costruito un cordone "sanitario" tra la Russia e l'UE perché per gli Usa è un incubo un polo di buon vicinato Russia-UE.

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    5. @Peppe certo che puoi ;)

      La situazione è complessa e riassumerla in poche righe è un'impresa fuori dalla portata di molti (me e te compresi).

      Penso che alla fine una sorta di "sovrapposizione delle cause" ci consenta di avvicinarci di più alla verità... infatti anche ciò che dici tu è vero.

      Lancio un'attimo la palla dall'altra parte ricordando come l'Europa sia soprattutto un mercato (per gli USA e per la Cina).
      Penso che per gli USA ci siano istanze diverse, anche difficili da conciliare: per esempio, se da un lato un'Europa debole militarmente può essere un più facile da gestire come mercato, dall'altra parte un'Europa più forte, anche economicamente, permetterebbe di preoccuparsi meno della Russia, quindi operando il pivot di cui tu parli. E un'Europa che non dipende dal gas russo (e possibilmente dipendente da quello USA), indebolirebbe ulteriormente la Russia.

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  2. Se gli USA riescono anche questa volta a spostare gli equilibri mi inchino a loro, anzi scrivo da già inchinato come quasi tutti noi sul patrio suolo e le atomiche nei garage di Ghedi e Aviano.

    Io credo che ci sia in ballo anche un attacco alla potenza e solidità dell'Europa e dell'Euro...credo che molti stati EU sarebbero come storia cultura usi abitudini etc più vicini al blocco Est che ai territori d'oltreoceano...eppure...

    Grazie sempre per gli spunti
    Roberto

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  3. "Le ricorrenti crisi finanziarie degli ultimi quarant'anni non sono incidenti di percorso ma riflettono tendenze storiche di lungo periodo. Giovanni Arrighi ha dimostrato che, da secoli, quando la produzione di beni e il commercio non bastano più a garantire alti profitti, l'accumulazione del capitale si sposta nella sfera della finanza e della speculazione. Ne conseguono instabilità economica, incertezza politica e nuovi conflitti sociali, che possono rappresentare il preludio a una svolta epocale negli equilibri globali. Il capitalismo si è evoluto attraverso una sequenza di "lunghi secoli", ciascuno dei quali ha insediato una nuova potenza al centro dell'economia-mondo. Al capitalismo genovese e veneziano seguì nel XVII secolo un ciclo economico olandese, la cui crisi aprì la strada all'impero britannico e infine alla leadership globale degli Stati Uniti. In passato fu l'ascesa della finanza a preannunciare la transizione da un ciclo all'altro: dietro le turbolenze economiche del nostro tempo si cela forse la fine del dominio statunitense?" i cambiamenti sono avvenuti dopo scontri devastanti. Ma oggi, con le armi nucleari, è ipotizzabile uno scontro mondiale?

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  4. @ Olympe
    Mi sembra che qualcuno inizia a capire, sotto l'effetto delle bombe: https://www.adnkronos.com/ucraina-russia-zelensky-non-entreremo-in-nato-dobbiamo-ammetterlo_n5qvwt1YCVUKweFcVsPGB

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  5. beati voi, a me l'unica parte della lettera di RW che mi ha colpito e' questa:
    R.
    PS. Hai un cane? Se si mandami una foto per favore.

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