giovedì 24 marzo 2022

A questo punto importa poco

Il nostro Heine.


Sempre in ritardo e sempre dalla parte dove non si rischia niente. Fu Plinio a parlare per primo di crimini di guerra, in riferimento alla guerra di sterminio condotta da Cesare nelle Gallie. Si stimano 1.000.000 di morti. A Cesare sono intitolate scuole, navi, vie, ecc.. Dotto’, che faccio, lascio o tolgo?

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Penso non ci si renda ben conto di che cosa sta accadendo e di che cosa potrebbe succedere ancora di tanto grave se la situazione, come sembra, sfuggirà di mano. Se non si smette con l’enfasi propagandistica e non si torna a ragionare non se ne verrà fuori, anzi. Da una parte e dall’altra si è perso il senso delle proporzioni.

Le cause di questa guerra sono state dette e ripetute, da opposti punti di vista. Si sono liquidati i fatti storici come nient’altro che “disinformazione russa” o peggio. Il Cremlino ha le sue ragioni, che non hanno nulla a che fare con la preoccupazione per il benessere e la libertà degli ucraini, e ha attirato l’attenzione sul ruolo sporco svolto da Washington e Bruxelles nell’allargamento della Nato e nelle “rivoluzioni” ucraine. L’uso di questi fatti da parte del governo Putin per promuovere il nazionalismo russo e giustificare l’invasione dell’Ucraina non rende i fatti stessi falsi.

A questo punto importa anche poco. Resta la questione: che cosa si vuole fare dell’Ucraina, della Russia e dell’Europa? Se non si vuole portare Zelensky a un accordo, regolando i conti interni con le frange più estremiste e intransigenti (ne avrà la forza?), la guerra andrà avanti con le sue devastazioni, non solo materiali.

Non solo la Russia si troverà a proseguire la guerra, ma anche l’Europa sarà ancor più destabilizzata e con milioni di profughi da gestire, un paese enorme in macerie, una crisi energetica da non sottovalutare, non solo in prospettiva, perdita di mercati e altre cose così.

Sullo sfondo i predatori economici, come per esempio l’European Business Association, il Center for International Private Enterprise, una delle tante organizzazioni di lobbying attive a Kiev, che funge da agenzia di collegamento tra il Congresso degli Stati Uniti e le autorità ucraine per procura dell’American Chamber of Congress, eccetera.

Sperare che la Russia imploda è anche peggio. Diventerebbe una polveriera ingestibile, con armi nucleari disseminate dappertutto e rivalità feroci tra le innumerevoli etnie. Non conviene davvero a nessuno, tranne che agli Stati Uniti, che in queste cose ci sguazzano.

La questione rimane: trovare un punto di equilibrio per fermare la guerra e siglare un accordo. Più la guerra va avanti e più sarà difficile trovare quel punto di equilibrio; più la Russia si farà forte sul campo (non sapremo mai come stanno le cose, siamo intossicati dalla propaganda) e più le forze estremiste ucraine, allo sbando, diventeranno padrone di ciò che resta dell’Ucraina.

Chiaro che a decidere non è Zelensky né altri in Ucraina. I leader europei, ubriachi essi stessi delle propria propaganda, dovranno pur riflettere su ciò che gli conviene. Tuttavia l’ultima parola spetta a Washington (non necessariamente nella persona di Biden). Washington è alleata della UE, ma non è amica dell’Europa. Questo si tende a scordarlo.

13 commenti:

  1. Di questo post che, se ne avessi il potere, vorrei ficcare in testa a tutte le testedicazzo al potere, cambierei solo il verbo della domanda cruciale da «che cosa si vuole fare dell’Ucraina, della Russia e dell’Europa?» in «che cosa vogliono fare dell’Ucraina, della Russia e dell’Europa?»

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    1. anche le élite occidentali sono divise. le cose segrete non le conosciamo. servirebbe un'opinione pubblica forte, che non c'è. si rischia la tempesta perfetta: bellica, sociale, economica, finanziaria, migratoria, ecc. ecc.
      lo scrissi il primo giorno: questa guerra è la fine e un inizio.

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  2. Aggiungo questa domanda: secondo te, non è che gli americani mirano a che l'Ucraina diventi per l'attuale gruppo di potere russo, quello che l'Afghanistan fu per i sovietici? Se non ricordo male, infatti, l'invasione dell'Afghanistan da parte dell'URSS fu una delle cause che ne accelerò il declino...

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    1. Washington è disposta a tutto pur di vincere la partita. L'indebolimento di Russia e UE, compromettere i rapporti commerciali tra le due, ecc., sono tutte cose auspicabili dal loro punto di vista. divide et impera

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  3. Con un presidente della Repubblica che così esordisce "L'attacco russo colpisce i valori della Liberazione", quale equilibrio vogliamo mai trovare?

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  4. Il 'cosa si vuole' è un lusso che solo i soggetti più potenti (USA e in misura minore Cina) possono permettersi. Gli altri si arrabattano con il 'cosa si può' o almeno dovrebbero realisticamente farlo, perché invece c'è tanta gente convinta che possa permettersi il 'cosa si vuole' senza rendersi conto che non è alla sua portata, con conseguente faccia sbattuta contro il muro, frustrazione, incomprensione degli eventi. Neppure la Russia ha nelle sue possibilità il 'cosa si vuole', perché di sicuro questa guerra avrebbe voluto evitarla, date le enormi conseguenze che seppur non tutte prevedibili a priori potevano essere immaginate almeno in parte. Ciò che la Russia avrebbe voluto era che l'Ucraina entrasse nella sua sfera di influenza, ma a un costo molto più basso, al limite anche a costo zero se solo non avesse commesso diversi errori tattici dal 1991 ad ora. Quindi se si va ad analizzare il 'cosa si vuole', si deve andare a bussare necessariamente dagli americani, perché sono loro che hanno il potere di indirizzare gli eventi. In qualsiasi momento possono decidere che il prezzo pagato dalla Russia per ottenere quello che vuole sia sufficiente e porre fine alla guerra, è su questo equilibrio che si gioca la fine del conflitto. L'impressione è che gli americani voglionano fare pagare il prezzo massimo sul campo, rimanendo attenti ad evitare collasso interno russo ed espansione del conflitto in altri scenari. In questo modo il fronte occidentale del loro impero rimarrebbe sigillato, seppur a un costo elevato in termini di tensione permamente, così che possano esercitare un controllo agevole sull'Europa occidentale, da usare anche sull'altro fronte, quello più decisivo dal punto di vista strategico per gli americani, cioè quello orientale.
    Uno degli effetti di questi eventi sarà l'avvicinamento forzato della Russia alla Cina, che dal punto di vista americano sembra un inconveniente. Tuttavia la Cina si accolla un "alleato" indebolito, rabbioso e su cui non può contare fino in fondo, mentre USA guadagnano il rafforzamento/cementificazione della sua alleanza, su cui avrà modo di scaricare responsabilità e tensioni interne. Tutto questo a discapito delle pedine che stanno in mezzo, ucraini in primo luogo, ma anche gli "alleati" europei.

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    1. il "che cosa si vuole fare" va inteso in che cosa ne vogliono fare chi può decidere o influire sul corso degli eventi, prima che gli stessi vadano per conto loro. non bisogna mai sottovalutare il ruolo del "caso".

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    2. Concordo. Non solo il caso, ma anche la complessità sottovalutata comporta effetti imprevisti. Una delle tante domande che ci si pone in questi giorni è infatti: "gli americani hanno davvero il polso della situazione?"

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  5. Oggi il Papa ha tuonato: -.......sono pazzi.....-
    un saluto roberto b

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  6. Nella fattispecie di crimine di guerra rientra anche il colpire ambasciate di stati terzi, sedi televisive e ponti stradali?
    Perché c'è chi adesso accusa l'avversario di essere un criminale di guerra ma in passato si vantava di aver dato ordini in tal senso.

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  7. Mah..io leggo che in pratica sul terreno la Russia abbia già vinto in Ukraina...altro che Iraq...che sabato e domenica ha pure bomabardato basi usate dalla Nato in Ukraina e nessun organo di stampa Eu ha enfatizzato nulla...siamo ancora agli ospedali bombardati...alle sanzioni...
    Ora...o si parte con le testate nucleari da ambo i lati ma vorrei capire a chi servirebbe tutto ciò o Washington in qualche modo si faccia avanti e chiuda qua la partita...e qui servirebbe davvero un gran lavoro di diplomazia ma non vedo nessuno in grado di un così alto profilo...oltretutto per gli USA i casini sono lontani sia geograficamente che economicamente...qua quella che ci rimette di più è la EU...
    Che schifo, vero che se non c'èra Draghi chi ci sarebbe stato sarebbe stato anche peggio forse...
    Siamo in una botte di ferro tranquilli, come mi sento sicuro grazie ai miei rappresentanti al Governo...e all'opposizione...

    Roberto

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    1. E se la EU fosse l'obiettivo primario? Alcuni indizi negli ultimi anni portano verso questa ipotesi, ma non sia mai che venga ammessa. "Mi sento in una botte di ferro" cantò Atilio Regolo, solista dei Rolling Casks. Questa guerra, secondo me, la perdono tutti e noi europei per primi, come un secolo fa e come allora con una pandemia di contorno. Alegher!
      Morvan

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