mercoledì 23 febbraio 2022

Una tragedia in un pericoloso gioco geopolitico


Si sono dimenticati di precisare in partenza per dove e di quale Rostov si tratti. Se si tratta, e non si può dubitare, di Rostov sul Don, caricare i mezzi corazzati per mandarli nel Donbass, vale a dire a 50 chilometri, per poi doverli scaricare, sarebbe veramente dispendioso, anzi, una vera e propria sciocchezza. Di cui sarebbero certamente capaci gli strateghi di Repubblica. È più verosimile che, terminate le esercitazioni, questi mezzi siano fatti rientrare nelle loro sedi stanziali. A riguardo delluso spregiudicato delle immagini da parte di questi gaglioffi, richiamo il mio post di ieri.


Il signor Luciano Capone ha indubbiamente ragione: ciò che è successo in Ucraìna nel 2014 è di una trasparenza cristallina. Ed è vero soprattutto che è la Russia a circondare i paesi della NATO, così com’è palese che ciò che sostiene Vladimir Valdimirovic Putin è solo propaganda. Joseph Rubinette Biden, invece, è la bocca della verità disinteressata. 

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Tale è la febbre bellica contro la Russia che tutte le belle anime hanno denunciato le sanzioni annunciate come irrimediabilmente inadeguate. Vorrei proprio vedere se la borghesia statunitense ed europea sarebbe disposta a mandare i propri figli a morire nel Donbass. Oppure in Siria, in Libia, in Afghanistan, ovunque vi sia da implementare la democrazia presso i barbari e portare loro i vantaggi del libero mercato. Mai più sarà commesso lo stesso errore del Vietnam: quando si decide una guerra si mandano i poveracci, i loro figli e nipoti. Dopo morti, li celebreremo come eroi nei nostri film.

Nessuno sembra far caso che in Ucraina, con la formazione di uno Stato ucraino etnicamente puro e ostile alla Russia, è in corso una violenta derussificazione, con milioni di russi (definiti “russofobi” dai media, simulando, almeno in tal caso, una clamorosa ignoranza) costretti non solo a rinunciare alla loro identità, ma anche, se non vogliono essere etichettati come separatisti e terroristi, a credere che la Russia sia il loro nemico.

Molti territori dell’odierna Ucraina non facevano storicamente parte di questo Stato. In particolare, i territori di Novorossiya furono annessi alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina nel 1918 durante la fusione con la Repubblica Rog di Donetsk-Krivoy; nel 1939 la Galizia e Volyn; nel 1940 parte della Bessarabia e della Bucovina settentrionale; nel 1948 l’isola di Zmeiny nel Mar Nero, e nel 1954 la Crimea. La consegna di quest’ultima dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa alla RSS ucraina è stato condotto con una grave violazione delle norme legali dell’epoca.

Non si possono rivedere i confini? Ma è ciò che avviene continuamente. Vedi la separazione tra Cechia e Slovacchia e prima ancora la vicenda Iugoslava. Di recente la Macedonia ha dovuto cambiare nome! La costruzione federale degli USA è stata un processo ininterrotto durato secoli, con guerre di ogni tipo. La dissoluzione dell’Urss è un fatto storico enorme (vedi quanto accadde nel 1947 in India con la costituzione del Pakistan, poi nel 1971 con il Bangladesh), è ovvio che rimangano aperte questioni del genere, specie se un’alleanza militare come quella della NATO, dominata dagli USA, si spinge fino a pochi chilometri da Mosca e Pietrogrado.

Che si tratti per quei popoli, a prescindere dalla propria appartenenza etnica, di una grande tragedia comune, poco importa. Che quei popoli siano coinvolti in un pericoloso gioco geopolitico, il cui obiettivo è trasformare l’Ucraina in una barriera tra la Russia e l’Unione Europea, non conta nulla per i nostri media. Che Kiev invece dei suoi interessi nazionali (l’Ucraina è diventata uno dei paesi più poveri d’Europa) stia difendendo quelli altrui, neanche ci sfiora.

Per quanto ci riguarda, siamo interessati che arrivi il gas in quantità adeguata e possibilmente al minor prezzo, poi ci penseranno i nostri liberi e democratici “imprenditori” (gli “oligarchi” sono i russi) ad adeguarlo ai loro profitti. Fintanto che il monopolio del gas non finirà in sicure mani “alleate”.

A proposito di minacce, provocazioni e aggressioni. La Joint Expeditionary Force (JEF) del Regno Unito è una forza di spedizione guidata dal Regno Unito composta da Danimarca, Finlandia, Estonia, Islanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Svezia e Norvegia. Finlandia e Svezia (quest’ultimo paese neutrale per antonomasia) non fanno parte della NATO.

Il JEF è stato istituito nel 2014 su iniziativa del governo Tory del primo ministro David Cameron e degli Stati Uniti/NATO. I paesi coinvolti condividono oltre 2.300 km di confini con la Russia. Lunedì è stato deciso d’intraprendere “una serie di attività militari integrate nella nostra parte del nord Europa, in mare, a terra e in aria”. Gli esponenti del JEF hanno concluso: “Ad esempio, condurremo a breve un’esercitazione per dimostrare la libertà di movimento delle nazioni JEF nel Mar Baltico”. Impiegando, tra l’altro, personale e attrezzature della Royal Navy, dei Royal Marines, dell’esercito e della Royal Air Force del Regno Unito.

E però ci si strappa i capelli se le forze congiunte di Russia e Bielorussia compiono esercitazioni militari a casa loro.

Dopo le guerre del petrolio ora vanno in scena quelle per il gas, i microchip, per qualsiasi cosa abbia un rilievo strategico che possa compromettere il dominio di Washington e del suo zerbino britannico. Alla radice di questi conflitti c’è l’imperialismo statunitense, che sta diventando sempre più aggressivo nel tentativo di compensare il suo declino economico con la forza militare.

15 commenti:

  1. Grazie per questi articoli, preziosissimi come sempre.

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    1. cerco di offrire un punto di vista diverso nell'omologazione quasi generale. grazie a te

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  2. Diciottobrumaio, blog di vera informazione e cultura.
    Grazie!

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  3. Ottimo articolo! Soprattutto la sottolineatura della creazione di una Ucraina derussificata con violenza!

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    1. non posso entrare in dettaglio, ma parlo con cognizione di causa.

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  4. Pace e Giustizia sono due categorie che si escludono vicendevolmente: la Pace implica la rinuncia di qualcuno per debolezza o sottomissione; la Giustizia è lo strumento esercitato da chi detiene il potere per conservarlo ed ampliarlo. Gli Stati impongono al proprio interno la Pace civile ed esercitano all'esterno la Giustizia, cioè il far valere l'interesse delle classi proprie egemoni nella misura della loro potenza.
    Oltre a queste ovvietà vi è la complicazione della natura dei singoli Stati ed in particolare di quelli occidentali. Quanto potranno resistere le società dei "Paesi liberi" in una tempesta sferzata dalla crisi pandemica, dalla crisi energetica, dall'inflazione, dalla difficoltà di approvvigionamenti tecnologici, dall'ampliarsi delle fratture tra classi, generazioni, religioni e "razze" (così definite oltremare)? Il rimontare di movimenti fascisti ed identitari è endemico, le tendenze di voto negli Usa, in Germania, in Francia, in Italia e in Grecia lo confermano. Il timore di soluzioni autoritarie ancora una volta emergenziali mi sembra molto fondato. È una minaccia superiore a quella paventata in queste ore ma nessuno sembra accorgersene non dico in Italia, Paese da lungo tempo commissariato ed esautorato, ma anche nei centri del potere mondiale. Spero di sbagliarmi.
    (Peppe)

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    1. concordo, però penso che se ne rendano conto, e che, come solito, cerchino di sfruttare il vento. Quanto all'Italia, non siamo nemmeno più un'espressione geografica, ma solo una penisola turistica con personale di servizio disponibile e a buon mercato.

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  5. https://officinadeisaperi.it/eventi/una-tragedia-in-un-pericoloso-gioco-geopolitico-da-il-fatto-e-18brumaio/

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  6. Putin fa spesso riferimento al Kosovo. La NATO (basi fornite dal governo D’Alema) bombardava i civili serbi, per affermare il diritto dei kosovari ad autodeterminarsi. Un po’ come se la Russia bombardasse Kiev per sostenere i separatisti del Donbass.
    Le analogie sono sempre scivolose, ma chi non vuol capire non capisce: si veda questo articolo del Corriere, che mi lascia in apnea: https://www.corriere.it/esteri/22_febbraio_22/donbass-perche-propaganda-putiniana-evoca-sempre-kosovo-d74ed972-93d9-11ec-b277-6e3576ab2932.shtml
    Nell'articolo (che si può leggere senza dare soldi a Cairo, semplicemente andando nella modalità navigazione in incognito) viene completamente ignorato il parallelo più ovvio, quello che espongo all'inizio di questo commento. Escludendo che l'autore sia totalmente decerebrato, rimane l'ipotesi più probabile: giornalismo servo.

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    1. permettimi un infimo aneddoto personale: anche sa da decenni non votavo, fu quella l'occasione di restituire, con lettera motivata, il mio certificato elettorale. piccolo gesto, sul piano pratico ininfluente perché solitario, ma per me importante.

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  7. L'investimento degli europei nelle milizie neonaziste è finito. "Ci sono più missili Javelin in Ucraina oggi che in tutto il resto d'Europa." aveva detto la Russia qualche giorno fa. Accanto a questi, i famosi droni turchi, la tecnologia israeliana più moderna, migliaia di MANPADs etc. Lo stesso Ministro della Difesa ucraino qualche giorno fa diceva " L'Ucraina ha il più moderno e potente esercito di tutta l'Europa". Non esagerava. Ma chi glielo ha dato mentre gli ucraini sono così in miseria da essere il paese più povero d'Europa?

    Tutto questo sarà storia e i soldi buttati. Senza contare quelli dei prestiti di cui parleremo.

    G.M.

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    1. Vede, qui non si tratta di essere amici o nemici di nessuno (men che meno amici di Putin), ma di stare ai fatti. Senza l’ingerenza americana e tedesca nelle vicende politiche ed elettorali ucraine nel 2014, non si sarebbe creato alcun caso “Russia-Ucraina”. In tal caso, l’Ucraina sarebbe rimasta più libera ed economicamente avvantaggiata di quanto non lo sia ora. Dove mette le mani la cricca di Washington, sono sempre disastri.

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