domenica 19 dicembre 2021

Natale, il momento perfetto

 

Che lo amiamo o lo detestiamo, non possiamo far finta che non esista. Non è perché non crediamo nel piccolo Gesù e poco in quel pervertito di Babbo Natale che ci priviamo di una serie di brindisi, alla faccia di quei milioni che sopravvivono sotto la soglia di povertà. Non è solo la democrazia a sfarinarsi, è proprio la nostra ipotesi della sua realtà a non essere coerente. Si vede bene in questo confuso periodo, combattuti come siamo e stretti come stiamo (tutti!) tra obbedienza cieca a un debordante scientismo e paranoiche fobie. A ben vedere due facce della stessa medaglia con qualche supplemento di profondità.

Il Natale, anche in anni di merda come questi, è il ritorno delle luminarie, del panettone artigianale a 24 euro quando un chilo di farina vale 50 centesimi, ed è il giorno dei regali, che se non riceviamo ci restiamo un po’ male. Anche se sono dei brutti maglioni, dei libri illeggibili o dei liquori imbevibili. In termini d’immaginazione le persone non volano molto in alto: la bambola “Barbie intubata come la mamma” è la più venduta anche quest’anno. Gli adulti benestanti preferiscono i superbonus, e si capisce.

Ciò che da sempre mi strugge del periodo natalizio è la pubblicità toccante, che rivela la più autentica morale della fiaba natalizia. Così come la scienza procede per puro spirito di conoscenza, il mercato opera per soddisfare le nostre voglie, come Ambrogio l’autista. È in questo periodo che fin da bambini impariamo il lato β della vita reale, ossia quella di consumatori insaziabili, delusi e depressi. Una tara che non ci togliamo più di dosso. Sarebbe stato bello se ci avessero abituati fin da piccoli al futuro, regalandoci delle siringhe con dosi booster e dandoci da mangiare insetti. Invece ci hanno fatto credere al vecchio con le renne, così poi non c’è stato problema nel credere all’esistenza della “sinistra”, della “democrazia”, del “bene comune”, ai “miracoli della scienza”, fino a “è tutta colpa della Cina”. Tutto si tiene davvero.

Bisogna anche riconoscere che i pranzi natalizi, guarniti con mousse e salse di ogni genere con le quali consoliamo le nostre ansie, ci hanno insegnato l’autocontrollo pralinato, la tolleranza con l’uvetta e il pistacchio verso il parente che fa lo stronzo senza sforzo. Tipo quel cognato che ti spiega la necessità di allungare l’età lavorativa in modo che si possa continuare a pagare la sua pensione di platino. Merdacce, scegliete di essere felici, lavorate fino a novant’anni. E la cara (in ogni senso) cugina, docente a tempo perso di teoria dei quanti spiegata al popolo, che aborre la carne e consuma solo pesce costoso, preferibilmente servito in casa d’altri, senza lesinare negli antipasti per varietà e soprattutto quantità. Salvo poi spettegolare tra le amiche soroptimist.it che il pranzo non è andato male ma si poteva fare meglio.

In giorni feriali li manderesti cortesemente a cagare in sincrono, ma a Natale non si può, devi passare la mano, e poi ci sono i nipoti tanto carini che cantano “faccetta bianca della Palestina” in cambio della mancetta. C’è l’obbligo di recitare, di indossare una maschera (attenzione che la FFP2 non è un preservativo) che piaccia agli altri con i quali trascorri qualche ora in attesa che si tolgano dalle scatole per aprire le finestre e cambiare l’aria secondo precetto del C.T.S.. Il Natale è il momento perfetto per celebrare l’ipocrisia, che è alla base della socialità, dell’amicizia e della umana dissimulazione quotidiana, tenendo a mente che la lotta al Covid non è solo una questione di soldi e di siringhe. Dobbiamo pregare anche il bambino Gesù.

6 commenti:

  1. Sacrilegio! Nella mia lettera a Babbo Natale avevo chiesto un regalo del genere e tu (o Lui?) me lo ha consegnato prima!

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    1. Quello tutto rosso che portai regali a natale è che comincia con la b, è Bartolini, non Babbo Natale

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  2. a me pare si sia passati dall'ipocrisia nei lockdown alla scaramanzia con i vaccini.
    D'altra parte se conta l'economia - la propria - si ha da mantenere la coesione - di tutti - e ciò si fa anche attraverso riti, esorcismi e complottismi. Non solo ricatti.
    Ora, per i nostri scienziati, c'è il complotto dell'omicron, ma tu guarda che sfiga.
    La fortuna del tuo cognato di platino è la letalità, bassa, di questo virus. Altrimenti ci sarebbero misure più realistiche e mirate. Invece così si può andare avanti a tempo indeterminato e con provvedimenti indiscriminati nonché intermittenti, ormai rituali.

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  3. Cara Olympe,
    ieri ho comprato qualche regalo di Natale per due bambine. Spero di aver regalato qualche momento di allegria. E non mi sento in colpa. Intanto gli operai muoiono cadendo dalle gru, bruciati vivi o asfissiati melle cisterne. E quelli licenziati e senza stipendio non hanno nemmeno questo lusso. E noi stiamo qui a lamentarci del Regime Emergenziale e delle dittature sanitarie. Evidentemente questo è un lusso che possiamo permetterci. E mi sento in colpa.

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  4. Io mi picco di essere persona tollerante, per cui, sebbene non attribuisca un grande significato al Natale, e mi comporti di conseguenza, non ho nulla a ridire se altri la pensano e si comportano diversamente. Ritengo, tuttavia, che anche la tolleranza abbia un limite. Dovrebbe essere legalizzato l'omicidio delle persone che vengono intervistate mentre sono intente alle compere natalizie; per equità, lo stesso trattamento dovrebbe essere riservato agli intervistatori e ai loro mandanti, inclusi i sigg.Mentana e Mimun. Tuttavia, poiché le spese funerarie e la pulizia delle strade dal sangue costano, sono favorevole al pagamento di una tassa da parte di chi si tolga la legittima soddisfazione. Diciamo 50 euro a cranio.

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    1. prendo atto della tua tolleranza, ma devo confessare che sono anni che non guardo un TG. So chi è il sig. Mentana, ma tale Mimun, lo ignoro. personalmente non ho mai avuto richieste d'interviste che accoglierei con un chiaro vaffa. Anche Piepoli dopo un po' ha smesso di importunarmi (non rientravo in alcuna delle sue specie e sottospecie demoscopiche). 50 euro? sono tanti, diamo valore al denaro. e poi perché fare sangue quando basta una corda o un fil di ferro, un robusto lampione ecc. ?

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