domenica 7 novembre 2021

Se fosse solo un placebo ...

 

Ti senti dire: “L’omeopatia funziona per me”. Nessuno lo mette in dubbio. Tranne che gli studi hanno dimostrato che i prodotti omeopatici non sono più efficaci di un placebo. Ed è vero che funziona molto bene, il placebo. Conosciamo bene l’effetto placebo: stai meglio perché ti dicono che guarisce. Oltre a questo, più un farmaco è costoso, meglio si comporta agli occhi dei pazienti. Ho scovato in rete uno studio che lo dimostrerebbe.

I ricercatori hanno somministrato la stessa identica soluzione salina a due gruppi di pazienti (in questo caso con malattia di Parkinson). L’unica differenza era che dicevano ai pazienti di un gruppo che stavano ricevendo un farmaco venduto per 100 dollari, e quelli a quelli del secondo gruppo che quel pseudo-farmaco è venduto per 1.500 dollari. Miracolo dell’effetto placebo: i pazienti con il farmaco presentato come il più costoso hanno visto migliorare le proprie capacità motorie del 28% rispetto a quelli che credevano di ricevere il farmaco più economico.

In virtù di questo principio, i prodotti omeopatici avranno ancora un futuro davanti a sé. Tutti possono esserne felici, chi produce quei prodotti, chi li commercializza, chi li prescrive e ovviamente i seguaci dell’omeopatia.

Prende piede anche l’antroposofia, una dottrina esoterica e spirituale inventata dall’austriaco Rudolf Steiner all’inizio del XX secolo. Non è solo una teoria, ha anche applicazioni molto concrete, ad esempio nell’agricoltura (la biodinamica, basata sugli “influssi cosmici”), nell’educazione (con le famose scuole steineriane), che non è una semplice pedagogia alternativa di tipo Montessori, ma basata sui principi esoterici (vedi per esempio alla voce: euritmia; il greco antico in queste faccende fa le veci del gergo anglosassone in economia).

Gli antroposofi sostengono che le donne non dovrebbero tagliarsi i capelli troppo corti, poiché ciò aumenterà la loro aggressività. O che le lentiggini sono un segno che eri un idiota nella tua vita precedente. Che non dobbiamo lavarci troppo per non consumare le nostre “forze eteriche” (vedi alla relativa voce). Quest’ultimo è già un buon motivo per applicare un sano “distanziamento sociale” da questi soggetti.

Ciò che però m’interessa sono le pratiche di questa dottrina che si pongono come alternative alla medicina. Basata su vaghi concetti esoterici, questa dottrina porta in particolare a curare il cancro mediante iniezioni di vischio fermentato. Si tratta di estratti di vischio bianco fermentati che vengono iniettati vicino ai tumori. Perché no? Molte piante hanno proprietà medicinali. Se pensate che funzioni con il cancro, accomodatevi, la pelle è vostra.

I “medici” antroposofici credono nelle forze dell’autoguarigione, il che significa che non bisogna curarsi nel senso classico del termine, cioè intervenire sulla malattia per farla scomparire. In antroposofia, la malattia è vista come un messaggio divino legato al karma. Se ti ammali, ciò dovrebbe essere visto come una “benedizione ” che ti aiuterà a superare i tuoi peccati. Impedire alla malattia di esprimersi ostacola il processo karmico e aumenta il rischio di avere problemi ancora più seri in una vita futura. Per gli antroposofi, la malattia permette una forma di miglioramento del proprio essere interiore. Il medico (??) antroposofico quindi non cerca tanto di curare il suo malato dalle sue malattie quanto di permettergli una sorta di salvezza ed elevazione della sua anima.

Sui rapporti tra antroposofia ed epidemia Covid-19 penso sia sufficiente prendere visione di uno dei tanti siti: questo per esempio. In questo contesto, non dovrebbe sorprendere che la vaccinazione sia poco apprezzata (eufemismo). Per un approccio più “scientifico” sul karma c’è questo sito.

È necessario spiegare perché queste teorie sono pericolose soprattutto quando affermano di essere una scienza? Purtroppo bisogna constatare che i medici e gli “esperti” di Covid- 19 in tv a tutte le ore sono altrettanto pericolosi, ma per altri motivi.

In Italia, così come all’estero, esistono associazioni che praticano la “medicina” antroposofica, e che accanto ai prodotti omeopatici affiancano i “medicinali antroposofici”. Leggo dal sito della Società italiana di medicina antroposofica questa mirabile formula sincretica adattabile a ogni stagione dell’anno e della vita:

«In questo autunno, che si prospetta particolarmente caldo per una medicina che sostenga la libertà di scelta nella cura della propria salute, essi vorrebbero rafforzare il nostro impulso facendo conoscere la ricchezza di strumenti all’avanguardia nella nostra medicina antroposofica. In particolare le Artiterapie sono in prima linea per salvaguardare l’anima in un’epoca in cui il suo libero respiro viene sempre più messo alla prova. Se l’anima congiunge l’individualità profonda al corpo e quindi alla terra, salvaguardare l’anima significa sostenere una presenza umana rispettosa del pianeta e desiderosa di creare un futuro sostenibile insieme ad altri uomini.»

Leggo sempre dal sito della Società italiana di medicina antroposofica: «Giustamente il Ministero e l’organo tecnico rappresentato dall’AIFA intende premunirsi sulla innocuità assoluta dei medicinali omeopatici immessi in commercio con registrazione semplificata, in assenza d’indicazioni terapeutiche. In questo caso infatti, nel rapporto rischio/beneficio, essendo il beneficio non dimostrato, il rischio deve essere assente. [...] Al di sopra di una certa diluizione, nessuna sostanza tossica esistente può essere dannosa e pertanto i dossier richiesti, fra l’altro molto costosi, sono del tutto superflui e motivo di inutile ostacolo alla produzione dei medicinali Omeopatici».

Se la “medicina” antroposofica fosse solo un placebo, non ci sarebbe niente da dire. Tuttavia, il problema con questo tipo di “terapie” è che allontanano i pazienti, come leggiamo spesso nelle cronache, dai trattamenti sanitari efficaci.


4 commenti:

  1. Devo averlo già scritto da qualche parte:
    Chiara Gallini (1931-2017) Professore emerito dell'Università "Sapienza" di Roma, ha insegnato Antropologia Culturale ed Etnologia nelle università di Cagliari, Napoli, Roma.
    E' stata fondatrice e presidente dell'Associazione Internazionale E. de Martino e tra i membri fondatori dell'International Gramsci Society.
    Principali temi della sua ricerca sono stati la cultura e la religione popolare nell'Europa contemporanea, considerate nella dialettica tra tradizione e modernità: i discorsi ufficiali della Chiesa e della scienza e la realtà della pratica sociale.
    Sarà difficile, dopo aver letto i suoi scritti, avere idee in merito alla scienza odierna e i suoi trattamenti sanitari "efficaci" senza correlarli a un approfondito studio delle pratiche sociali.
    Mi dispiace ma questa volta trovo la tesi superficiale.
    Tutto ciò che mettiamo in bocca, e non solo lì, può essere considerato "medicamento" eppure oggi nei scaffali dei prodotti in vendita come cibo, troviamo autentici veleni per la salute, anche questi allontanano i "pazienti" da trattamenti sanitari efficaci.
    Senza nulla togliere alla sua innata capacità di sintesi che leggo sempre con piacere.
    bonste

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    1. non mischiamo farmaci e veleni alimentari. vedo che le persone, quando stanno davvero male, si recano al pronto soccorso, non vanno né dall'omeopata né dai professori emeriti di antropologia. poi possiamo anche discutere a lungo sul business legato ai farmaci e altro.
      grazie per il commento.

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  2. Correggere "Chiara" con Clara Gallini, grazie
    bonste

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  3. Sull'omeopatia a me da tempo basta la considerazione che facendo i 'conti della serva' sulle diluizioni e il dosaggio di alcuni preparati a base di una determinata sostanza si hanno considerevoli probabilità che nemmeno una singola molecola della sostanza sia introdotta nell'organismo del paziente.

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