sabato 6 novembre 2021

Nada de nada

 

In tutto il mondo i mercati finanziari festeggiano, sostenuti da governi e banche centrali. Il Dow Jones ieri ha chiuso a 36.331 punti, il 6 novembre dell’anno scorso era a 28.323, l’11 novembre del 2016 a 18.847. In cinque anni, i tuoi 100 dollari spalmati in azioni sono diventati 200. Pensa se erano 100 milioni! Vai a lavorare, schiavo, che loro intanto a Glasgow chiacchierano di “clima”.

Perché acquistare azioni di una società? Primo, per ricevere dividendi. Quando l’azienda realizza un profitto, di solito ne distribuisce una parte ai suoi azionisti. Oppure, se le azioni che possiedi sono molto richieste e quindi il loro prezzo aumenta, puoi rivenderle per più di quanto le hai acquistate. Se invece ritieni che nel prossimo futuro (anche in giornata) certe azioni subiranno un ribasso, puoi acquistarle a credito a un certo prezzo e restituirle poi quando il loro prezzo è più basso. La differenza di prezzo è il tuo guadagno. Sono solo degli esempi correnti di speculazione, ma ne esistono altri e di più sofisticati.

Nella stragrande maggioranza dei casi, quando si acquista una quota di una società, nelle sue casse vanno esattamente zero euro. Come mai? Perché hai acquistato la quota sul mercato azionario, per esempio dalla signora Materassi di Coverciano. La Borsa è, per oltre il 90%, un mercato dell’usato, dove dei possessori di azioni le rivendono a nuovi acquirenti. Esattamente come quando compri l’auto usata del tuo vicino: è il vicino che incassa i tuoi 6.000 euro, la casa automobilistica non c’entra nulla.

Non è vero che le aziende finanziano i propri investimenti con i soldi raccolti dai propri azionisti. L’unico momento in cui la Borsa finanzia le società è durante le IPO (offerta pubblica iniziale), cioè quando una società entra per la prima volta in Borsa (la stragrande maggioranza delle società non è quotata in borsa). La seconda possibilità è quando la società emette nuove azioni, ossia gli aumenti di capitale.

A che cosa serve il mercato azionario? Soprattutto agli speculatori. La Borsa, come istituzione economica, ha i suoi vantaggi, rari, come il finanziamento di poche aziende innovative, ma tali vantaggi sono ampiamente compensati dai suoi effetti negativi sulla società. E sono tanti! Sarà un caso che quando le aziende licenziano le azioni di quella società di solito schizzano in alto? La speculazione destabilizza le aziende che possono cambiare proprietario da un giorno all’altro; perdita di sovranità degli Stati su interi settori della loro economia; diffusione nella società di una cultura della speculazione e di guadagni rapidi.

Non solo. Le aziende, invece d’investire i profitti in attività produttive, riacquistano le proprie azioni. Perché lo fanno? È come con i francobolli da collezione: più basso è il numero di azioni in circolazione, più sono rare, più sono costose.

Come possono le società realizzare enormi profitti quando l’economia l’anno scorso è crollata? In primo luogo, le banche centrali aiutano gli Stati come mai prima d’ora, riacquistando il loro debito sui mercati finanziari. Se così non fosse, alcuni Stati europei più di altri sarebbero in bancarotta con esiti sociali imprevedibili. Oggi i tassi d’interesse sul debito pubblico sono negativi fino a una scadenza di 5 anni. Più gli Stati s’indebitano e più l’economia “tira”.

Il meccanismo che spiega perché i cosiddetti “risparmiatori” di tutto il mondo accettino di prestare i propri soldi a degli Stati indebitati in cambio quasi di niente è semplice da capire.

Il debito pubblico è motivo di preoccupazione, lo dicono e lo sanno tutti. La crisi finanziaria del 2008, poi la crisi del Covid19 ha costretto la BCE a superare i pesanti vincoli ereditati dal Trattato di Maastricht nel 1992. Tanto che, anche se il suo debito aumenta, gli Stati continuano oggi a prendere in prestito a un tasso d’interesse dello 0%. In altre parole, il denaro è gratis.

Il debito pubblico è un mercato globale, in cui gli Stati competono tra loro per attirare finanziatori. Chi sono questi finanziatori, dove investono per esempio gli hedge fund? Verso le obbligazioni emesse dagli Stati. All’inizio di marzo 2020, scoppia l’emergenza sanitaria, il prezzo del petrolio crolla, e così anche i corsi azionari. Intervengono massicciamente le banche centrali, gli investitori si rifugiano nel debito di paesi “rispettabili”, quelli con il rating tripla “A”.

La Bce è una garanzia anche per Stati indebitati quanto l’Italia, che non è un paese povero s’è vero che è la seconda manifattura europea, con volumi di risparmio consistenti e circa il 6% della ricchezza mondiale (che non è poco in rapporto alla propria popolazione; e poi bisogna anche tener conto che le obbligazioni emesse dal governo svizzero o tedesco, per dire, non possono assorbire tutta la liquidità in cerca di rifugio).

L’intervento e la garanzia della Bce consente ai tassi d’interesse di scendere a livelli senza precedenti, non di rado sono negativi. La Bce non può, legalmente, comprare debiti pubblici, ma può riacquistarli dalle banche, che detengono obbligazioni emesse dagli Stati, compreso quello greco, italiano, spagnolo o francese. La Bce crea essa stessa la valuta, non ha limiti agli importi di debito che può riacquistare. Quando a suo tempo Mario Draghi ha sfoderato il “bazooka”, l’effetto è stato immediato: rassicurati sulle loro obbligazioni greche o italiane, gli investitori hanno accettato di ricevere tassi d’interesse molto più bassi. La crisi del debito greco è rientrata, lo spread tra btp-Italia e bund-Germania s’è ridotto di centinaia di punti.

Durante il periodo della pandemia, le entrate statali sono crollate e lo Stato ha dovuto spendere somme ingentissime per sostenere i redditi e le spese in forte aumento mentre le entrate erano in caduta libera. L’aumento del deficit era inevitabile, e dunque l’aumento consistente del debito.

Normalmente, quando il debito aumenta, i tassi d’interesse seguono a ruota, poiché la domanda è maggiore. Questo è ciò che dovrebbe avvenire. E però i famigerati spread non hanno fatto, per il momento, grandi balzi in avanti. Come si spiega? Anche Christine Lagarde ha comprato per centinaia di miliardi di euro il debito pubblico europeo, e annunciato che era disposta a fare di più se necessario. La Bce ha così attuato, nel marzo 2020, un primo Piano pandemico, consistente nell’acquisto per 80 miliardi al mese di debito degli Stati.

La Bce ha persino introdotto un tasso d’interesse negativo per le banche che da essa prendono a prestito. Le stesse banche che aumentano i tassi dei fidi alle imprese, e in particolare le PMI, si autofinanziano a costo zero (il tasso principale è a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%, dunque ben sotto il tasso d’inflazione sia ufficiale che reale). Questo sistema è folle, certamente, ma è l’unico modo per tenere insieme la baracca. Evaporati i 1.850 miliardi del pandemic emergency purchase programme (Pepp), che farà la Bce? Se non vogliono che scorra il sangue dovranno inventarsi altri nobili programmi.

Le grandi banche centrali dispongono di uno strumento formidabile, possono agire sul tasso d’interesse. Quando i tassi d’interesse salgono, la domanda di acquisto a credito, per esempio di auto o di appartamenti, diminuisce. Avviene lo stesso per le imprese. Risultato: gli acquisti calano e con essi anche le spinte inflazionistiche. Questo è il modello teorico classico di distruzione della domanda. Sennonché intervengono molti altri fattori che possono spingere l’inflazione verso lalto: la ripresa dopo la pandemia, l’esaurirsi delle scorte e la difficoltà di approvvigionamento, i prezzi di monopolio o di cartello, la volontà di rifarsi sui prezzi finali, insomma un travaso dai redditi ai profitti, eccetera.

Sarà, come dicono, temporanea la spinta inflazionistica? Può essere, ma sicuramente i prezzi finali al consumo, una volta raggiunti certi livelli, in generale non arretrano. Si assisterà allora a una spirale prezzi-salari? Nella morta gora italiana non esistono rappresentanze politiche o sindacali in grado di organizzare e guidare una lotta salariale effettiva. Né eventuali manifestazioni spontanee potranno andare oltre lo spettacolo mediatico. Oltretutto la nostra cultura cristiano-cattoica, di cui è intrisa la pseudo-sinistra, ci eleva nel culto della sofferenza, del lavoro, dei soldi guadagnati con il sudore della fronte, del porgere l’altra guancia, del rispetto dell’avversario. Né vedo chi possa organizzare e supportare uno scontro sociale di vasta portata dopo decenni di “pacificazione”, di sconfitte e di rinuncia alla lotta sia sul terreno pratico e sia su quello ideologico. Nada de nada.

Lo so che presso alcuni lettori questo mio dire passa per pessimismo, per vaghezza, ma si tratta invero di realismo, di prendere atto dello stato delle cose, del tentativo di metterle in chiaro. Chi altrimenti sogna voli pindarici è destinato a cadute rovinose. Mi pare che in questo senso abbiamo già dato, e personalmente non mi sento di dare oggi suggerimenti a nessun Don Chisciotte o Sancio che sia.


16 commenti:

  1. Alcuni giorni fa, la Banca d'Italia, mi proponeva di partecipare a un corso di formazione su “La gestione del denaro: reddito, pianificazione e indebitamento”. Dopo questo post, con il tuo permesso, potrei parteciparvi soltanto da "formatore". Da manuale, grazie.

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    1. Ti ringrazio, ma non esageriamo, io non ho usato terminologia englisc

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  2. non sta bene dirlo, è eticamente scorretto, sbagliato, egoista, nichilista, idiota ecc ecc ma lo smarcarsi dalla vaccinazione totalitaria è un fatto politicamente significativo (e tu lo sai). Con buona pace dello scientismo.

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    1. Io mi sono fatta la dose booster domenica scorsa. Rispetto chi la pensa diversamente senza vantare alcunché e mi aspetto altrettanto da tutti

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    2. La scienza non è una

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    3. Se mi vaccino o no è una faccenda privata. Non approvo e pagliacciate di alcuni o il fanatismo di altri (tipo Gruber, per intenderci). Quanto al green pass obbligatorio per accedere al lavoro, ritengo non esiste alcuna necessità assoluta per impedire questo diritto fondamentale a chi non si vuole vaccinare. Ed è vessatorio imporgli il tampone. So che a ciò si oppone un’obiezione ben ragionevole: anche chi è vaccinato ha il diritto di essere protetto da chi non è vaccinato. Giusto in linea di principio, se tale tutela vale anche al di fuori del vaccino. Senza entrare nel merito di come procede l’infezione concretamente (non è il mio mestiere ma vedo che c’è molta confusione sotto il cielo), alla stessa stregua si dovrebbe vietare la circolazione degli automezzi, le cui emissioni nuocciono gravemente alla salute (il tumore al polmone è la prima causa di morte per neoplasie), ed è dunque diritto dei pedoni (ma non solo) di non essere esposti a tale grave rischio. Pertanto la questione andava affrontata in modo diverso, meno fanatismo mediatico e anche meno terrorismo sui casi avversi (dei quali peraltro mi sembra non se ne parli più).

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    4. Io sono fermo alla vecchia convinzione che i vaccini servano a proteggere chi vi si sottopone. L'idea del vaccino altruistico, che uno si inoculerebbe per garantire gli altri, ancorché vaccinati, mi pare un'idea stravagante, che, guarda caso, è stata elaborata da chi stravagante non è, ossia le case farmaceutiche.
      Per farla breve: penso che chi è a rischio dovrebbe vaccinarsi, e successivamente tacere. Chi non è a rischio faccia quello che vuole, e successivamente taccia. Chi invece ha un figlio di 5 anni e pensa di vaccinarlo è, mi spiace, un coglione. Anche costui, comunque, dovrebbe tacere, e se si seguissero queste linee-guida si chiuderebbero i talk show televisivi: che sollievo.

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    5. Erasmo, l'altruismo del vaccino sta nel fatto che si cerca di frenare l'evoluzione del virus che ogni due infezioni tende a variare.

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    6. per Olympe, i mezzi giustificano il fine.

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    7. Cioè, uno che ha un figlio di 5 anni dovrebbe vaccinarlo per lo scopo "sociale" di frenare l'evoluzione del virus?

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    8. è da un pezzo che siamo entrati in questo vortice di follia, a cominciare dal lockdown alla cnese (con la differenza che loro, i cinesi, l'hanno applicato solo ad aree circoscritte)

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    9. avete ragione, voi, ma non ditelo a me.
      E' una questione etica.

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    10. cara Olympe, anche in Europa il famigerato lockdown, è stato applicato solo in aree circoscritte.

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    11. Concordo con Erasmo che il 'vaccino altruistico' è una bufala.
      Specifico che io stesso ho fatto a suo tempo il vaccino convinto di compiere ANCHE un atto di responsabilità verso la società, ma i fatti hanno dimostrato che era una illusione.
      Infatti siamo arrivati al punto che i vaccinati, che già dovrebbero essere protetti, pretendono protezione dai non vaccinati, ma la pretendono solo da questi, malgrado sia ampiamente dimostrato che possono infettarsi anche fra di loro. Rifiuto anche io paragoni offensivi e ridicoli con epoche passate ma resta il fatto che nella mente di non pochi idioti si è introdotto il concetto di due categorie, da una parte i buoni dall'altra i cattivi (due parti quasi simmetriche e complementari).
      Alla luce dei fatti il miracoloso vaccino che doveva salvare l'umanità e riportarci all'età dell'oro che vivevamo prima del COVID si è rivelato piuttosto al di sotto delle aspettative che erano state create e ancora vengono alimentate.
      Semplicemente è una precauzione che il singolo prende per ridurre le proprie probabilità di finire in T.I. o al cimitero. Che non è decisamente poco ma a mio avviso non giustifica l'atteggiamento estremista e oltranzista del governo e dei media.

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  3. certo, reciprocità.
    Però distinguiamo anche.
    Non siamo colonia di topi
    (c'è pure qulache topa)

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  4. A proposito di distinzioni c'è tanta gente che si smarca anche dal dover pagare le tasse (ho letto addirittura uno di costoro applicare la definizione di "nuovi partigiani"). Quando sento usare l'aggettivo "totalitario" in contesti come questo, o esibire stelle gialle a suggerire infami parallelismi, non faccio fatica a distinguere.
    Giovanni

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