giovedì 30 settembre 2021

La sinistra perdente

 

Nonostante le elezioni federali tedesche del 26 settembre siano state contrassegnate da un diffuso malcontento sociale, con il crollo dell’Unione Cristiano Democratica (CDU) e l’estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) che perde più di due milioni di voti, a sua volta Die Linke, Partito della Sinistra, ha subito una devastante sconfitta.

Rispetto alle elezioni federali del 2017, i voti si sono quasi dimezzati. Ha perso 4,3 punti percentuali e ha raggiunto solo il 4,9%. Il suo numero di seggi si è ridotto da 69 a 39, diventando di gran lunga il gruppo parlamentare più piccolo del Bundestag, ora portato a 730 membri. Se Die Linke non avesse vinto tre deputati eletti direttamente, due a Berlino e uno a Lipsia, il partito non sarebbe stato rappresentato nel nuovo Bundestag, perché non avrebbe superato l’ostacolo del 5 per cento richiesto per la rappresentanza proporzionale.

Die Linke ha perso voti in tutti gli stati federali, ma in particolare nei cinque stati orientali, ex roccaforti del partito. Qui, la media è stata solo del 9,8%. Solo in Turingia (11,4) e Meclemburgo-Pomerania occidentale (11,1) ha ottenuto ancora risultati a doppia cifra. In Turingia, dove il Partito della Sinistra ha ricoperto per sette anni la presidenza di Stato, è oggi solo il quarto partito, dietro AfD (24), socialdemocratici (23,4) e CDU (16,9).

Ha perso massicciamente anche nella parte occidentale. Nel Nord Reno-Westfalia ha perso 3,8 punti, raggiungendo solo il 3,7%. Anche nelle elezioni per i parlamenti statali di Berlino e del Meclemburgo-Pomerania, il Partito della Sinistra ha subito perdite, sebbene non nella stessa misura delle elezioni nazionali. A Berlino, il suo risultato è sceso di 1,6 punti, al 14 per cento, e nel Meclemburgo-Pomerania di 3,3 punti al 9,9.

La débâcle del Partito della Sinistra è tanto più significativa perché l’umore di gran parte dell’elettorato era chiaramente orientato per una svolta a sinistra. Ciò è dimostrato non solo dalle massicce perdite di voti della CDU e del suo partito gemello bavarese CSU, e di AfD, ma anche dai sondaggi che ponevano in cima alla lista delle preoccupazioni degli elettori il cambiamento climatico e la disuguaglianza sociale.

A Berlino, un referendum tenutosi in concomitanza con le elezioni ha visto il 56,4 per cento a favore della socializzazione delle grandi società immobiliari private, ma, sebbene i promotori del referendum siano vicini al partito di sinistra, questi non ne ha beneficiato.

La ragione principale della sconfitta del Partito della Sinistra è chiara: dopo anni di esperienze di governo e di altri cabotaggi di potere, le sue scelte politiche non possono più essere mascherate con frasi di sinistra, poiché nessuno crede più che si tratti di un’alternativa di sinistra agli altri partiti.

Poco prima delle elezioni, Die Linke ha sostituito il suo programma elettorale con un “programma immediato”, praticamente identico alle posizioni dell’SPD e dei Verdi su tutte le questioni. Molti elettori hanno preferito votare per l’originale invece che per la copia.

Die Linke non è una reale alternativa al liberalismo di sinistra, che crede di essere progressista, ma continua a essere interessata solo al proprio ambiente e ignora il resto. Quella sinistra senza popolo, per rapportare l’esempio all’Italia ma anche alla Francia e al resto d’Occidente, che va da Calenda a Letta e molto oltre. Il mainstream liberale di sinistra che si vede nei talk e si legge su Domani di Carlo De Benedetti, insomma la sinistra a cui piace flirtare con amministratori delegati delle aziende e pure quella che sventola bandiere rosse, parvenu dello stile di vita di sinistra che poi mandano i loro figli nelle scuole private. La sinistra spettacolare che risplende di eloquenza retorica, ama le apparenze, gli studi televisivi, gli eventi e gli scenari mediatici in cui si sente a suo agio. La sinistra perdente e gaudente.

18 commenti:

  1. A corroborare le tue tesi, ivi incuse quelle, analoghe, espresse nella postilla al precedente post "Crisi, politiche dei redditi e ideologia", ti faccio dono di un brano dal libro “Dangerous Milo” di Milo Yiannopoulos. Il brano è in inglese, a testimonianza dell'attualità del detto "timeo danaos et dona ferentes"

    "In the past, the Left were champions of blue-collar workers against the managerial, big business classes. Jobs, pay, and decent living standards for ordinary citizens were the priorities. A few leftists (Bernie Sanders in the United States and Jeremy Corbyn in Britain) continue this tradition. They are, notably, significantly older than most other left-wing politicians. They are also loathed by much of the establishment in their respective parties. Why? Because the mainstream Left today has very different priorities. There was no reason why the Left had to abandon its old blue-collar base. The industries that employed their voters have largely disappeared, but the voters themselves didn’t go anywhere. Indeed, as voters in old working-class heartlands entered economic crises, the Left should have been more attentive to their concerns. But that didn’t happen. Instead, leftists chose to ignore the former working class, and turn to a very different electoral coalition: latte-sipping metropolitan voters, fairytale dwelling antiwar activists, ugly women (sigh), and minorities. The fact that minorities were only a small section of the electorate didn’t bother the Left; they could always import new voters. Zero fucks were given about the rapid influx of cheap labor or the deluge of new welfare recipients. Both of these obvious consequences only added further pressure to the already-beleaguered, long forgotten, working class base.




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    1. ugly women (sigh)
      sono due giorni che non ricevo commenti, i tuoi compensano eccome, tuttavia due-tre, forse quattro, lettori "attivi" non bastano perché il gioco valga la candela ...
      grazie

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    2. Ma vedi, ho letto con interesse i tuoi post andati deserti,e ti assicuro che mi ero disposto a commentare. Ma poi mi sono accorto che sarei andato a parare su un argomento che ti irrita, ossia il mio dissenso su capitale costante e capitale variabile.
      Perciò, se l'alternativa è irritarti o mandare deserto il post, scelgo la seconda via.

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    3. Da anni mi domando se è possibile contattarla in privato, in qualche modo. Ora mi sono deciso a chiederglielo.

      Dario

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    4. x Dario
      nessun problema, ma mi chiedo se c'è un motivo in particolare (in tal caso terrò la sua risposta per me senza pubblicarla)

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    5. Erasmo, quando mai c'è stata irritazione con te? sono una persona che non ama certi stereotipi della cortesia, ma so distinguere le persone di valore dai menarrosto

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    6. x Dario, mi mandi il suo indirizzo mail (ovvio che non lo pubblico)

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  2. Tu capisci che io non mi annoto gli episodi. Però sull'argomento che ho detto c'è insofferenza da parte tua, come se uno dicesse cazzate che non meritano risposta. La mia opinione è che, se uno dovesse immaginarsi oggi il sistema economico del 2200, nessuno pretenderebbe infallibilità da lui. Perché negare che Marx proiettò nel futuro la situazione a lui contemporanea? (non che, mi dicono, lui abbia visitato molte fabbriche, ma insomma, certi ragionamenti si possono fare anche sul tavolo di una biblioteca).

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  3. Salve. La leggo quotidianamente ma talvolta evito di intervenire per non sembrare un contestatore. Non si può essere d'accordo su tutto.
    (Peppe)

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  4. Buongiorno,

    Come il lettore di prima anch'io seguo il suo blog da molto tempo ormai. Dall'arrivo del Covid in avanti è stata una delle voci essenziali affinché prendessi coscienza di ciò che stava accadendo. E ci sono state settimane di fila in cui lei è stata la mia migliore alleata contro la follia che sembrava aver obnubilato le menti dei più. Ho aspettato con ansia i suoi articoli che erano diventati essenziali per consentirmi di tenere la barra dritta, di avere argomenti e dati per controbattere a non so neanche quanti cialtroni incontrati in questi 2 anni, nel lavoro e nel privato.
    L'importanza che ha avuto per me neppure se lo immagina. Già solo per questo devo esserle grato vita natural durante. Intervengo poco perché il 90% delle volte ho da imparare da ciò che scrive e in famiglia mi hanno insegnato che per parlare tanto per, meglio tacere e ascoltare. Ecco, io credo che siano in molti a seguirla. Molti più di quanti lei pensa. Il migliore augurio che mi sento di farle (ed egoisticamente mi faccio) è che possa pubblicare ancora un milione di post. Coraggio!

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    1. Caro Gianluca, cosa rispondere a un commento di un un amico così caro? Grazie di cuore.

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    2. Gianluca ha espresso benissimo quello che avrei voluto scrivere.
      Sai che seguo il blog da anni, in passato commentavo di più, banalmente perché ora devo farlo dal cellulare ed è faticoso scrivere cose articolate e "intelligenti" dallo smartphone.

      Ieri ho girato questo post a un po' di amici ... E a mia moglie l'ho girato dicendo "vedi, le cose che dicevo ieri sera a cena qui sono espresse meglio".

      Insomma Olympe, non posare la penna, che ci molli da soli a combattere la zombificazione.

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  5. modesto e di poche parole qual sono, le comunico che in me lei ha un lettore assiduo ed interessato. In questi anni mi ha fatto capire, giorno per giorno, come va il mondo. E' una cosa importante, e la ringrazio tanto

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  6. Un giro da Brumaio ..non me lo faccio mancare mai. Grazie f
    .

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