martedì 31 agosto 2021

L'ultima (forse) menzogna da Kabul

 

Presto si esauriranno le notizie provenienti da Kabul, quelle che alimentano provvidenzialmente da settimane la stampa, in particolare Repubblica, giornale che anche per questo evento spettacolare ha creato una propria task-force con l’elmetto, come già per il Covid, le vaccinazioni e gli Ufo (non è una battuta di spirito). Finita la pacchia Kabul, dovranno attendere ad altri spettacoli, tipo complotti e minacce di crisi di governo, inventarsi asteroidi in arrivo, nuovo boom di appestati Covid, eccetera.

Infatti, gli Stati Uniti hanno ritirato le ultime truppe dall’Afghanistan, salite a bordo di un aereo da trasporto militare C-17 un minuto prima della mezzanotte, ora di Kabul, ieri, prima della scadenza del 31 agosto che Washington aveva negoziato con i talebani. Con la partenza dell’aereo si è consumata la débâcle degli Stati Uniti di una guerra durata 20 anni, la più lunga nella storia americana.

Le condizioni in cui è avvenuto questo ritiro sono conseguenza dall’occupazione americana, che non è riuscita a creare un regime fantoccio accettabile e ha provocato odio e rabbia in una popolazione sottoposta a bombardamenti, attacchi di droni, incursioni notturne, detenzione e tortura. Sono stati vent’anni di guerra in un territorio devastato e su una popolazione già martoriata.

Washington lascia l’Afghanistan sotto il dominio dei talebani, dopo aver perso 2.461 soldati e civili statunitensi e 1.144 delle forze NATO e alleate, insieme al massacro di oltre 100.000 afgani e la spesa di almeno 2.000 miliardi di dollari.

L’evacuazione di due settimane ha visto il trasporto di 122.000 persone fuori dal paese, tra cui 5.400 cittadini americani, insieme ad afgani che avevano collaborato con l’occupazione della NATO e le loro famiglie. Sempre ieri è stato evacuato anche l’ultimo nucleo di personale diplomatico statunitense, lasciando vuota quella che era stata una delle più grandi ambasciate statunitensi del mondo, costruita al costo di centinaia di milioni di dollari.

Il carattere caotico (eufemismo) dell’evacuazione degli Stati Uniti è stato segnato da un attentato suicida giovedì scorso, rivendicato dallo Stato Islamico-Khorasan (ISIS-K), che ha provocato l’uccisione di 13 militari americani (bassa forza, proletariato in divisa). Circa 170 afgani sono rimasti uccisi, dei quali un numero imprecisato dal fuoco di reazione delle truppe Usa.

La sanguinosa eredità dei 20 anni d’intervento degli Stati Uniti è stata sottolineata alla vigilia della fine dell’evacuazione con un attacco “preventivo” di droni contro quella che l’esercito americano aveva affermato essere un’auto con a bordo un attentatore suicida. Ha spazzato via 10 civili afgani, nove dei quali della stessa famiglia. Le vittime includevano sette bambini di età compresa tra 2 e 12 anni insieme al padre e allo zio, uno studente di 19 anni e un vicino.

Il missile ha colpito proprio mentre il padre dei bambini tornava dal lavoro e loro correvano alla sua macchina per salutarlo. Il padre, Zemarai, aveva lavorato per l’agenzia umanitaria Nutrition and Education International, ottenendo così un visto speciale per gli immigrati negli Stati Uniti. Avevano fatto le valigie e stavano aspettando una chiamata che dicesse loro di andare all’aeroporto di Kabul. L’altro adulto ucciso era un ex membro dell’esercito nazionale afghano.

A differenza della stragrande maggioranza degli attacchi dei droni statunitensi, iniziati il primo giorno dell’invasione statunitense dell’ottobre 2001, l’attacco terroristico amercano di domenica ha avuto luogo in un quartiere affollato nel centro di Kabul, e non in un remoto villaggio rurale. Cio ha impedito al Pentagono di emettere una delle sue consuete smentite sulle vittime civili.

Repubblica ha titolato così:

Il Fatto ha dato la notizia in questo modo:

«Nuove esplosioni gettano nuovamente Kabul nel terrore degli attentati. I media locali hanno riferito che un razzo lanciato [da chi ?????] in direzione dell’aeroporto ha colpito un’abitazione a 5 chilometri dallo scalo, uccidendo almeno 6 persone, tra cui 3 o 4 bambini, e ferendone altre tre. Poi [?? non poi, ma lo stesso missile!] funzionari Usa hanno riferito di un nuovo raid con drone compiuto da Washington contro un’autobomba sulla quale viaggiavano “diversi kamikaze” dello Stato Islamico nella provincia del Khorasan, sempre nella capitale».


2 commenti:

  1. Annoveriamo fior fior di professionisti nel giornalettismo italiano, ti stupisci?
    E poi mi domando tra me e me come si possa non essere anarchici con gli esponenti politici che ci guidano..
    Un caro saluto da un friulano di mezza età
    Roberto

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