giovedì 19 agosto 2021

Groviglio afghano

 


Combattenti (??) talebani ripuliti e vestiti a festa posano per la foto ricordo.

Il generale Kenneth Franklin McKenzie Jr., capo del Comando centrale degli Stati Uniti (uno degli undici comandi operativi), domenica ha negoziato il protocollo di evacuazione con i leader talebani a Doha, in Qatar, e martedì è volato segretamente a Kabul per supervisionarlo. McKenzie non ha rilasciato interviste né ha avuto incontri pubblicizzati con i talebani durante la sua visita.

Lo spettacolo del comandante americano che si intrufolata nellaeroporto con il permesso del vittorioso movimento di guerriglia contro il quale stava combattendo, è una chiara dimostrazione della debacle subita dagli Usa in Afghanistan.

Nessuna quantità di merda gettata sul governo fantoccio afghano da parte della Casa Bianca (Ghani sarebbe fuggito dal paese con 164 milioni di dollari, arrivando mercoledì negli Emirati Arabi Uniti, dove godrà di un esilio di lusso) può nascondere che è il governo degli Stati Uniti e l’amministrazione Biden ad aver subito una devastante sconfitta, non tanto o non solo per il ritiro delle truppe, ma per come sta avvenendo.

Ieri, a riprova di questo fatto, durante una conferenza stampa al Pentagono, è stato chiesto al segretario alla Difesa Lloyd Austin e al capo di Stato Maggiore congiunto (Joint Chiefs), il generale Mark Milley, se avessero intenzione di estendere il perimetro militare allaeroporto di Kabul per stabilire vie di evacuazione per gli americani che potrebbero essere intrappolati in città, hanno ammesso categoricamente di non poterlo fare.

Non solo le truppe americane non avevano la “capacità” di espandersi in città, ha detto Milley, ma tentare di farlo avrebbe potuto indebolire la loro presa sull’aeroporto, l’unica ancora di salvezza non solo per coloro che cercano l’evacuazione, ma per le stesse truppe americane.

Il portavoce del Pentagono, l’ex contrammiraglio in pensione John Kirby, ha rivelato che i comandanti statunitensi stavano parlando con i comandanti talebani “più volte al giorno” per evitare conflitti militari tra soldati statunitensi e talebani. Il ponte aereo dovrebbe continuare fino al 31 agosto, data fissata dal presidente Biden per il completamento dell’evacuazione da Kabul.

Il leader politico più di spicco dei talebani, Abdul Gani Baradar, che aveva guidato i negoziati in Qatar, è arrivato in Afghanistan martedì. Ha trascorso parecchi anni in carcere o agli arresti domiciliari in Pakistan prima di essere rilasciato nel 2018 su richiesta dell’amministrazione Trump per assumere un ruolo guida nei colloqui con gli Stati Uniti. Questo dà l’idea in quale groviglio sia avviluppata la transizione in Afghanistan.

Ora i talebani, che qualcuno qui in Italia ha definito alla stregua di meri trafficanti internazionali di eroina, potranno gestire non meno di un trilione di dollari di minerali: non solo ferro, rame e oro, ma anche terre rare e “forse quello che potrebbe essere uno dei più grandi giacimenti di litio del mondo” (CNN Business).

Il ministro degli Esteri italiano sta già disponendo l’invio di emissari per trattare lo scambio con arance e un programma di lotta alla povertà.


2 commenti:

  1. La missione #EnduringFreedom era iniziata nel 2001, su mandato dell'#ONU e interamente condotta dagli americani. Era poi passata nel 2003 sotto il comando #NATO con il nuovo nome di International Security Assistance Force. Oggi questa forza conta su 31.000 soldati di 37 paesi, ma il bilancio della sua presenza è fallimentare. Tedeschi, canadesi, olandesi, inglesi, australiani, italiani, ecc. sono stati chiamati a servire la causa americana senza avere assolutamente voce in capitolo nella conduzione della guerra. Le operazioni di "pacificazione" e "assistenza" si limitano a proteggere un governo fantoccio che non riesce neppure ad avere il controllo su tutti i quartieri di #Kabul e non durerebbe un minuto senza la protezione degli occupanti. A dispetto della propaganda, l'invasione non ha raggiunto nemmeno uno dei suoi obiettivi: il territorio è in mano a forze guerrigliere afghane, della democrazia neppure parlarne, le donne non sono state "liberate" e il papavero da oppio si coltiva più di prima (+59% nel 2006, il 90% della produzione mondiale). Semmai la situazione è peggiorata per via dei bombardamenti a casaccio e dei conflitti locali tra fazioni tribali.

    Il bilancio però non va stilato in base alla propaganda e nemmeno in base alla logica di guerra tradizionale: agli americani, che stanno utilizzando truppe altrui per la loro politica, non importa un bel nulla degli afghani e nemmeno degli "alleati"; quel che a loro interessa è installarsi nel cuore dell'Asia con basi permanenti inavvicinabili, da cui si muovono per via aerea passando sopra le teste dei disgraziati che si massacrano a vicenda. Le truppe "governative" hanno avuto 4.000 morti nel solo 2006, ma la popolazione − civile e guerrigliera, la differenza è un sofisma − ne ha avuti centinaia di migliaia da quando è diventata l'obiettivo di "Libertà Durevole". Le basi ci sono, e per gli americani il resto è dettaglio. Chi fosse scettico digiti "Bagram" sulle mappe satellitari di Google, faccia una zoomata sulla base USA e si chieda a che cosa mai possa servire quell'immane apparato.
    Afghanistan ___

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    1. Non ho bisogno di zoomare, Bagram è un aeroporto con annessa prigione per 7000 detenuti.

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