giovedì 15 luglio 2021

Richard Branson e i soliti cialtroni

 

Domenica scorsa, la compagnia di volo Virgin Galactic ha trasportato con successo quattro passeggeri ai confini dell’atmosfera terrestre utilizzando VSS Unity, un aereo spaziale suborbitale di classe SpaceShipTwo. Il volo è stato promosso dal fondatore di Virgin Galactic, il miliardario Richard Branson, che ha preso parte al viaggio, e dai media americani, che ora possono affermare con soddisfazione che Branson è il primo astronauta miliardario.

Il Washington Post ha scritto con enfasi: “Domenica Richard Branson ha completato un audace volo fino ai confini dello spazio”. L’Associated Press l’ha definito il “miliardario spavaldo”. Il New York Times ha avuto un minimo di moderazione: “Richard Branson ha finalmente realizzato un sogno che ha richiesto decenni per realizzarsi: ora può definirsi un astronauta”. Viviamo in un periodo di decadenza, su questo non ci sono dubbi.

Secondo la definizione tecnica stabilita dalla NASA, tali affermazioni sono corrette. Branson e altri cinque, i piloti David Mackay e Michael Masucci, e i passeggeri Sirisha Bandla, Colin Bennett e Beth Moses, sono stati portati a 86 chilometri (53 miglia), appena sopra il limite di 80 chilometri riconosciuto dall’agenzia spaziale statunitense come il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio esterno, in assenza di gravità per quattro minuti prima di tornare sulla Terra.

Vale la pena confrontare il volo di Branson con i primi voli spaziali. Yuri Gagarin, nell’aprile 1961, raggiunse effettivamente l’orbita sulla navicella spaziale sovietica Vostok I, con un’altezza massima di 327 chilometri, quattro volte più alta di Branson, volando intorno alla Terra per 108 minuti prima di atterrare con paracadute. Alan Shepard divenne il primo americano nello spazio nel maggio 1961, a 187 chilometri, più del doppio dell’altezza del volo di Branson.

VSS Unity è essenzialmente un aereo portato a 50.000 piedi da una nave madre, White Knight Two, prima di essere rilasciato e raggiungere il suo apogeo e poi tornare sulla Terra. Tali operazioni implicano una tecnologia meno sofisticata dell’aereo X-15 del 1959, che a sua volta era un banco di prova per i sistemi di controllo aerodinamico nell’alta atmosfera.

In altri termini, queste iniziative “spaziali” dei plutocrati sono attività che rappresentano un significativo passo indietro rispetto alle conquiste scientifiche e tecniche di 60 anni fa, per non parlare del colossale sforzo che ha portato agli sbarchi sulla Luna tra il 1969 e il 1972.

Piuttosto che essere una dimostrazione della capacità umana di comprendere la realtà e di assecondare le leggi della natura per i propri scopi, questi viaggi aerei rappresentano le più nocive espressioni di vanagloria ed eccesso di ricchezza da parte di singole persone.

L’esplorazione dello spazio è stata ed è una testimonianza della dedizione e dell’ingegnosità delle migliaia di scienziati, ingegneri e tecnici di tutto il mondo. Malgrado il brutale taglio dei finanziamenti per i programmi spaziali, sono stati fatti tanti progressi nell’ultimo mezzo secolo con le missioni robotiche su Venere, Marte, Giove, Saturno, Plutone e ogni altro pianeta del nostro sistema solare, così come su numerosi asteroidi e comete.

Branson e altri come lui vogliono trasmettere l’idea che il turismo spaziale diventerà routine grazie ai loro sforzi. Ci sono già almeno altri 60 turisti spaziali che hanno pagato tra 200.000 e 250.000 dollari a biglietto per salire e sperimentare l’assenza di gravità. Senza dubbio questo tipo di voli e altre avventure simili diventeranno normali, almeno per i semplici multimilionari.

A latere, non va dimenticato che un’altra delle società del signor Branson, la Virgin Atlantic, ha “offerto” ai propri dipendenti otto settimane di congedo non retribuito nei prossimi tre mesi per ridurre drasticamente i costi senza far perdere, bontà sua, il posto di lavoro.

La scala dell’esplorazione spaziale e planetaria, ben diversa da altri tipi di esplorazione del passato, non può essere ridotta ai ridicoli capricci di alcuni singoli capitalisti, non importa quanto siano ricchi. Un serio programma spaziale con equipaggio non andrebbe praticamente da nessuna parte guidato dalla concorrenza tra Branson e Bezos, i quali sono interamente dipendenti dal trarre profitto dalla ricerca spaziale passata e presente, e dalla scienza missilistica sviluppata negli anni 1960.

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Gli spacciatori di fiabe sulla bontà e superiorità del privato sul pubblico hanno buon gioco. Grande e innegabile è stato il successo nel mettere a punto dei vaccini per il Covid-19, risultato che con un coordinamento scientifico-tecnico internazionale si poteva comunque raggiungere in tempi ugualmente stretti. Sta di fatto che ora, a distanza di sette mesi dall’inizio della campagna vaccinale, i risultati sono sotto gli occhi di chi vuol vedere: miliardi di persone stanno attendendo di essere vaccinate e non si sa se e quando lo saranno; ancora moltissime s’infettano e muoiono, e non si vede la fine di questo incubo, mentre incombe il terrorismo mediatico, che riprenderà nuovo vigore al rientro dalle vacanze degli specialisti dell’intossicazione pubblica. Ciò che viene prima, si sa, sono i brevetti e i relativi profitti. Se no non c’è gioco, dicono i soliti cialtroni.

2 commenti:

  1. https://m.youtube.com/watch?v=fC88mrTl7lM

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  2. Quando servirebbe il classico "anello che non tiene" (vedi disastro del Challenger, in senso letterale) non si trova mai.
    Giovanni

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