lunedì 19 luglio 2021

L’invenzione dell’uovo sodo


Il caso vuole che ieri, dopo aver scritto il post sulla differenza tra il cervello di quelli di sinistra e il cervello di quelli di destra, nel pomeriggio leggessi sul Domenicale un articolo scritto a quattro mani dagli psicoanalisti V. Lingiardi e G. Giovanardi dal titolo intrigante: La normalità non esiste. Viva la neuro diversità.

Come farselo scappare? Leggo:

«Gli antropologi sono concordi nell’affermare che circa 35.000 anni fa era avvenuta una trasformazione improvvisa (se considerata alla luce di 200.000 anni di cambiamenti minimi) in cui homo sapiens si è distinto nettamente dagli altri animali e ha iniziato la sua dominazione planetaria. In questo periodo compaiono l’arte, il simbolismo e l’uso di oggetti complessi. Ci sono diverse teorie su cosa abbia determinato tale accelerazione, ancora ancor più misteriosa dal momento che non corrisponde ad alcuna modificazione corporea».

Ancora una volta, parlando dell’evoluzione di quello strano animale che chiamiamo homo sapiens, si leggono cose spassose, accompagnate dall’immancabile riferimento al “mistero”, in questo caso celato dalle brume del paleolitico superiore.

Sennonché il periodo nel quale il genere homo si è distinto nettamente dagli altri animali è molto anteriore ai citati 35.000 anni (paleolitico superiore). Il passaggio da un grado di coscienza animale, da un istinto gregario, a un certo grado di organizzazione sociale e uso di una tecnologia seppur rudimentale si ebbe già con l’homo erectus (controllo del fuoco e il suo utilizzo come arma di difesa contro i predatori e per cuocere i cibi e riscaldarsi).

Ad ogni modo, senza pedanteria, il “mistero” evocato nell’articolo segnerebbe il momento del passaggio dei pastori nomadi a una progressiva stanzialità e tutta quella serie d’attività che hanno consentito di produrre oggetti complessi, compresi quelli simbolici. A un passo dal Mesolitico, non distanti dal Neolitico. Diciamo che nell’orologio dell’evoluzione alle nove di sera non eravamo più bestie e pochi secondi prima della mezzanotte diventavamo umani, forse.

«La ragione di tale cambiamento è da attribuire proprio alla comparsa del meccanismo di sistematizzazione, cioè di quelle modalità del pensiero che funziona secondo lo schema se-e-allora. Se prendo un uovo e lo faccio bollire per qualche minuto, allora avrò un uovo sodo. Se prendo un tronco d’albero e taglio una sezione circolare, allora ruoterà.»

Non invento, è scritto proprio così. Si parla di “modalità di pensiero”, da cui viene l’uovo sodo (il famoso uovo di Colombo), il taglio dell’albero per ricavarne “una sezione circolare che rotolerà” (così nacque la Ruota della Fortuna). In seguito Ugo Tognazzi ricaverà da un tronco uno stuzzicadenti, avvierà un’attività imprenditoriale a iniziare così la “dominazione planetaria” (iniziata però 70.000 anni fa).

Dipende dalla tipologia del nostro cervello, scrivono nel loro articolo, da quelli più empatici (Tipo E, precisano), che immagino si riferisca a quelli di “sinistra”, quindi i cervelli più sistematizzanti (Tipo S), con attitudini di pensiero più normativo e di “destra”.

Lo dicevo per burla nel mio post di ieri, però questi psicoanalisti 4.0 fanno sul serio. Spiegano l’evoluzione e il comportamento umano sulla base di semplici teorie fisiologiche.

La fisiologia è una premessa, ma niente di più, e può spiegare il comportamento di tipo naturalistico, non storico-sociale.

Anche la genesi di un nuovo principio regolativo nel comportamento umano, “il mistero” sul finire del paleolitico, non si lascia ridurre a una semplice classificazione neurologica, essendo il risultato di un’attività sociale trasformatrice, vale a dire il risultato del lavoro, cioè di un’attività collettiva finalizzata a scopi determinati e mediata da strumenti diversi.

Cervello, orecchi, occhi, mani, ecc., sono il risultato di una produzione interamente umana. È nel complesso processo di produzione materiale della vita che il cervello diviene cervello che pensa in modo umano e l’occhio impara a vedere umanamente. L’educazione dei cinque sensi, così come l’intelligenza, sono il risultato dell’intera storia universale.

Modificando la natura e costruendo nel corso di questa attività la sua mano e il suo cervello, l’uomo in divenire cominciò lentamente a scoprire alcune proprietà del mondo circostante e la vantaggiosità della cooperazione nel lavoro. Infatti, gli uomini non producono solo oggetti, ma rapporti sociali. Attività che si attua per il tramite di sistemi materiali artificiali e dinamici, di segni e di tecniche a essi relative, al fine di conseguire rapporti di comunicazione sociale e molte altre cose ancora.

Nella situazione di stanzialità, nelle più varie attività produttive e nei nuovi rapporti sociali che venivano a istaurarsi, nello sviluppo del linguaggio e di un insieme di segni, nell’accumulo sociale d’informazione extragenetica e di un insieme di pratiche sociali, avvenne quel cambiamento pluridimensionale che segnò il passaggio “misterioso” da un “tipo” di umanità a un’altra, da una mentalità a un’altra, da un’epoca a un’altra della storia dell’umanità.

Che cosa c’entrano, dunque, le classificazioni dei vari tipi di cervello: empatico, sistematizzante, ecc.? Sono superfetazioni ideologiche, roba da casellario di polizia, spazzatura psicoanalitica. Ricordano l’esilarante film Frankenstein junior e il “cervello AB ... norme”.


4 commenti:

  1. Questi "scienziati" disegnano la storia in funzione dei reperti a loro disponibili. Se, a seguito di guerra termonucleare, rimanessero disponibili ai posteri solo l'Ulisse di Joyce e un video di Fedez, gli antropologi futuri parlerebbero di brusca e misteriosa frenata.
    Magari, però...

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    1. Ahahahah
      Anche se trovano il cranio di Darwin e quello di ... a piacere

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  2. Per me difficile solo immaginare antropologi del futuro, mi sembra di capire che anche qui ci siano quegli esperti di troppo di cui parlava Illich. Tuttavia resto sempre stupito dall’armoniosa accordatura dei mediatici strumenti, che siano “umani” o meno.
    Stefano

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