domenica 6 giugno 2021

Per una giusta causa

 

Perché dovrebbero preoccuparci le nostalgie dell’on. Giorgia Meloni? Si possono avere di quelle nostalgie a vent’anni, ma se te le tiri dietro a trenta e più, non c’è sorta di rimedio. Sappiamo chi sono e come la pensano quelli come lei, e in cuor loro credono anche di essere dei democratici, a modo proprio s’intende. A qualcuno, in privato, potrebbe scappare persino di essere un po’ antifascista. Su una cosa da quelle parti sono tutti graniticamente uniti e concordi: l’anticomunismo.

Discorso diverso per i “veri” democratici e liberali, specie quelli che un tempo alle manifestazioni indossavano qualcosa di vistosamente “rosso” per l’occasione. Che magari scrivevano per un “quotidiano comunista” o altro foglio di lotta anticapitalista. Quelli che, per fare un esempio concreto, un’epoca tragica come quella raccontata nel libro Vita e destino di Grossman, usano macinarla nel tritacarne dell’anticomunismo.

Non vedo nessun discrimine sostanziale, se non di meri accenti, tra l’anticomunismo di Giorgia Meloni e quello di questi democratici e liberali. Sarò all’antica, ma per me la Meloni e quelli che un tempo salutavano col pugno chiuso, e ora se ne vergognano, stanno tutti dalla stessa parte.

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Nel 2019, finalmente, è apparso in una traduzione inglese completa Za pravoe delo (Per una giusta causa) di Vasilij SemënoviGrossman, con il titolo Stalingrad (New York Review of Books). Il libro fu pubblicato nel 1952, ancora vigente “baffone”. L’opera è il prequel di Grossman di Vita e destino (1959). L’Autore offre una panoramica della società sovietica in guerra, con una profonda simpatia per la sofferenza e gli enormi traumi che quella società aveva attraversato, non solo a causa della guerra, ma anche per il terrore stalinista degli anni 1930. Non isola l’individuo dalla società e dal processo storico, ma mostra la connessione complessa e non sempre diretta tra gli eventi sociali e politici decisivi del tempo e la vita personale degli individui. Grossman comprendeva bene come gli ideali della Rivoluzione del 1917 (non un mero putsch come sostengono alcuni idioti), l’uguaglianza sociale e la libertà dall’oppressione di ogni tipo, motivavano ancora gli sforzi e le speranze della popolazione russa nel resistere ai fascisti.

Prematuro tradurre Za pravoe delo in italiano, posto che qui vi sono ancora delle micro sacche di accanita resistenza bolscevica da debellare a colpi di falsificazioni storiche.


2 commenti:

  1. Le tue indicazioni bibliografiche sono eccelse. Peccato che qui si proceda a vagonate di mille pagine al colpo, e la mia lista di attesa assomigli a quella dei processi del tribunale di Roma. (Perché, in tutta umiltà, ci sarebbero anche i libri scelti da me. Che fare? Ci si potrebbe rivolgere a Mefistofele per barattare più vita. Tanto, all'inferno ci andrei lo stesso).

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