venerdì 7 maggio 2021

Vaccini e paninoteca


Domande e risposte facili: che cos’è un vaccino? Un farmaco che può prevenire la malattia e poi anche la morte delle persone; quali obiettivi perseguono le società che attraverso i laboratori di ricerca e i loro impianti producono vaccini? L’obiettivo legittimo, così come per la produzione di qualsiasi altra merce, è il profitto. 

Sempre per restare nel banale: dopo aver coperto le spese di ricerca, dopo aver incassato profitti miliardari, posto per certo che altri cospicui profitti seguiranno anche in caso di moratoria sulla proprietà intellettuale sui vaccini anti-Covid, tale decisione vanificherebbe lo scopo della ricerca e produzione dei vaccini stessi?

A questo punto le risposte tendono a colorarsi dideologia.

Tutto ciò, è bene ricordarlo, avverrebbe nel corso di una calamità naturale che avvelena la vita di milioni di persone oltre che l’economia d’interi sistemi. Chiedo ancora: l’obiettivo profitto illimitato anche in tal caso deve avere priorità su tutto il resto?

Dopo questultima domanda, certe risposte scivolano nel sofismo.

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C’è chi ritiene sia necessario tenersi in “casa le galline dalle uova d’oro”, succeda qualunque cosa si possa ragionevolmente ipotizzare. È un punto di vista, non “neutro” e rispondente a una certa logica, sempre la stessa, quella della contrapposizione strategica tra grandi potenze nella lotta per l’egemonia. E noi sappiamo da che parte stare, ovviamente.

Henry Kissinger, del quale si può dire tutto il male possibile, ma che non è certamente uno sciocco, ha ribadito che continuando così, ossia con questo genere di contrapposizioni geopolitiche frontali, il rischio concreto di estinzione non è più una possibilità remota, ma una eventualità assai prossima.

Se non si troverà un accordo sulla libera produzione dei vaccini Covid-19, come si potrà raggiungere e far rispettare accordi sul clima, sulla limitazione degli armamenti, eccetera? come si potrà evitare ciò che prefigura Kissinger e qualsiasi persona avveduta?

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Torno sul tema dell’obiettivo “profitto” per svolgere una personalissima considerazione finale.

Una paninoteca a Paulsboro, la Your Hometown Deli, situata nel New Jersey, ha un bilancio di vendite per soli 13.976 dollari, pochi dollari al giorno. The New Yorker sostiene che il servizio offerto ai clienti non è dei migliori: accoglienza fredda, menù costoso, molti piatti non disponibili, cibo discreto. Se negli Usa dicono che il cibo è discreto, posso assicurare che il suo livello è spazzatura indifferenziata, e non per modo di dire.

Ha fatto notizia che le azioni della sua società madre, Hometown International, che detiene solo la proprietà della paninoteca, il mese scorso ha ottenuto una valutazione di mercato di 100 milioni di dollari. Due dei suoi maggiori azionisti sono le università Duke e Vanderbilt. Un altro caso GameStop. Finché dura, è un’altra “gallina dalle uova d’oro”.

Negli ultimi giorni, anche il livello di speculazione sui bitcoin è stato messo in ombra da un’altra criptovaluta, il Dogecoin, creato nel 2013 per scherzo.

I promotori di Bitcoin insistono sul fatto che questo tipo di “valuta” ha un valore intrinseco (??) perché può essere utilizzato per organizzare transazioni finanziarie senza l’intervento di una banca o di qualche altra terza parte tramite un sistema di registro blockchain (registrazione delle transazioni). Nel caso di Dogecoin non vengono fatte tali affermazioni.

Nonostante sia totalmente inutile, Dogecoin è aumentato di prezzo dell’11.000 per cento solo quest’anno. Questa settimana il suo valore di mercato ha raggiunto 87 miliardi di dollari rispetto ai 315 milioni di un anno fa.

Il fenomeno Dogecoin non è un evento isolato, è l’espressione di quello che potrebbe essere descritto come un nuovo principio operativo nel mondo della speculazione: più è inutile il cosiddetto “bene”, più alto è il suo prezzo.

Gli obiettivi di profitto sono ineliminabili, come nel caso dei token non fungibili (NFT). Si tratta d’immagini di “opere d’arte”, una foto di sport o anche un tweet: il primo tweet in assoluto pubblicato dal fondatore di Twitter, Jack Dorsey, è stato venduto come NFT per 2,9 milioni di dollari. Sono considerati come oggetti da collezione, ma non vengono archiviati fisicamente, bensì in genere digitalmente su blockchain, che ne attesta la proprietà.

Sarà per una mia prevenzione (ideologica, psicologica, a libera scelta), ma colgo solo una marcata differenza tra ciò che sta avvenendo con i vaccini anti Covd e la speculazione finanziaria qui descritta, nel senso che la speculazione sui vaccini è un atto eminentemente criminale. Se non ne cogliete il motivo, vuol dire che avete un problema, non di lieve entità. 

1 commento:

  1. E purtroppo la Your Hometown Deli (Deli negli USA sta per Delicatessen, cioè un negozio di gastronomia, alimentari, rosticceria...) si autodefinisce un "Italian Delicatessen".

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