domenica 23 maggio 2021

Se va bene sarà il solito brodo

 

È solo una boutade, un pourparler per farci abboccare all’amo come pescetti. Non se ne farà nulla, figuriamoci. Oltretutto, fissando una franchigia di cinque milioni di euro, decine di migliaia di patrimoni sfuggirebbero ugualmente alla maggiorazione impositiva. Con il catasto che abbiamo, poi.

Ah già, i famosi “dati incrociati”. Neanche quelli sanitari e sulle vaccinazioni ci sono. 

Eppure Lilli Gruber, per ben due sere, sembrava seriamente preoccupata, visibilmente allarmata. Solo finzione. La ricca giornalista si mostrava agitata fino al punto di dire cose palesemente non vere. Ieri sera, con enfasi, ha esclamato testualmente a tale riguardo: «C’è già il 4 per cento, e poi in modo progressivo andrebbe avanti».

Che significa “andrebbe avanti”? Non c’è alcuna progressività dopo la franchigia di un milione. Il 4 per cento è un’imposta di successione fissa, vale per due milioni così come per dieci o cento. Come per le imposte sui conti correnti bancari: tale è l’imposta fissa su un conto medio di 5.001 euro e così su quello di 500.000 mila, su 100 milioni.

Non è casuale, bensì il prodotto di una politica fiscale a suo modo efficiente: di classe. Il ricco e l’abbiente pagano le stesse aliquote fisse come chi possiede solo il gruzzolo per il proprio funerale.

L’on. Bersani insiste sull’agognata riforma fiscale organica. Ricordo le ipotesi di Tremonti a tutta pagina, con le quali trascorrevamo divertiti l’estate. Solo per dire di cose recenti, réclame politica di meno di vent’anni fa. Ecco perché bisognerebbe accontentarsi del qui e ora, ma neanche questo poco è possibile.

I rapporti di forza tra le classi sociali, dunque i rapporti di forza politici, sono impari. Già la proposta di aumentare l’aliquota sulle successioni, basata una mera intervista giornalistica e che prevederebbe una franchigia di ben cinque milioni di euro, non è una cosa seria.

Un segretario di partito, degno di questo nome, la fa portare in consiglio dei ministri perché venga presa in esame, ponendola come condizione sul piatto della maggioranza di governo. Non laffida alla cassetta della posta, non si fa rispondere con uno sberleffo.

La verità è che quelli che hanno molto, vogliono continuare a tenersi stretta la roba. Solo a parlare della questione li manda nel panico e in bestia. Europeisti a chiacchiere, l’ho già detto.

Quanto poi a una riforma fiscale degna di questo nome, davvero progressiva e con le debite distinzioni redittuali e patrimoniali, che elimini o riduca i mille balzelli con i quali è tosato il gregge, non si farà mai. Se va bene, sarà brodo fatto con quattro ossa.


3 commenti:

  1. a leggere lo sgomento di molti liberal, che temono per il loro gruzzolo faticosamente e - non dubito - meritatamente conquistato, ma non capiscono la differenza tra la "vera" ricchezza e la loro, penso che l'ideologia borghese abbia imbiancato così a fondo la mente di tutti che basta un po' di rosa pallido per farli gridare allo scandalo

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  2. Cara Olympe, riflettevo sulle tue parole mentre passeggiavo per il parco, che di solito son una testa vuota che pensa a sopravvivere.

    Provo a metterla sotto il profilo delle classi:
    che ci sia cosi tanto clamore , vuol dire che la proposta toccherebbe la nostra classe di padroncini del vapore PMI e che la nostra Gruber sia sovvenzionata da loro.
    I super ricchi ,secondo me, se ne sbattono alquanto.

    A questo punto che dire ?
    Oramai nella spledida arena competitiva che e' la EU, mi sa che ci hanno messo nel mirino, e i soldi inesorabilmente li andranno a prendere da chi ce li ha: onestamente non penso che un industriale sui 50/100 milioni di fatturato abbia capacità elusive troppo avanzate....

    tanto piu' che se ai veri signori del vapore gli gira, son capaci di voltare tutta la popolazione contro i signorotti locali.

    che dire , vedremo....
    ( e come al solito potrei aver detto un sacco di baggiante, ma per ora tanto e')

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