martedì 9 febbraio 2021

La controversia sulle isole Chagos

 

Ho atteso una settimana, ahimè invano, per un commento dei “democratici per Hong Kong”, una twittata di sdegno, almeno una tiepida riprovazione per la sorte riservata alla popolazione delle isole Chagos. Invece non c'è stata nessuna presa di posizione, niente di niente, neanche un clic.

Come si possono invocare la legalità internazionale e i diritti umani di fronte ai regimi cinese e russo, quando poi s’ignorano platealmente le risoluzioni dell’Onu e le decisioni della Corte internazionale di giustizia a proposito delle Chagos (ma non solo)?

Mi riferisco alla recente decisione del Tribunale internazionale delle Nazioni Unite per il diritto del mare, dopo che si era già espressa l’Assemblea generale Onu a seguito di una risoluzione della Corte internazionale di giustizia. Sentito nulla al riguardo?

Figuriamoci poi se il sig. Fabio Fazio, retribuito con denaro pubblico, in ginocchio durante l’intervista di domenica scorsa all’ex presidente Obama, poteva porre a questi una domanda sulle torture cui sono sottoposti i prigionieri detenuti nella base militare di Diego Garcia (arcipelago delle Chagos) e in quella di Cuba. Fazio però ha un’attenuante dalla sua, non è un giornalista professionista, ma solo un “imitatore” (Wikipedia).

Andiamo ai fatti.

Il 27 gennaio scorso, il Tribunale internazionale delle Nazioni Unite per il diritto del mare (ITLOS), nell’ultimo round di una lunga battaglia legale, ha stabilito che il Regno Unito non ha sovranità sulle isole Chagos, confermando la legittimità della rivendicazione di Mauritius sull’arcipelago, definendone “illegale” l’amministrazione e la mancata restituzione.

Il 22 maggio 2019, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva adottato una risoluzione che invitava il Regno Unito a cessare l’occupazione delle Isole Chagos entro sei mesi. Le isole costituiscono un residuo coloniale che Londra amministra come Territorio Britannico nell’Oceano Indiano (BIOT), avendone deportato l’intera popolazione fra il 1967 e il 1973 per poter ospitare una base aerea statunitense sull’atollo principale, quello denominato “Diego Garcia”, la più grande isola dell’arcipelago, a metà strada tra la Tanzania e l'Indonesia.

La risoluzione dell’Assemblea generale Onu fu approvata con 116 voti favorevoli, 56 astensioni (tra cui l’Italia) e 6 voti contrari (Australia, Ungheria, Israele, Maldive, Regno Unito, Stati Uniti). La risoluzione seguiva una decisione simile della Corte internazionale di giustizia (ICJ), che il 25 febbraio 2019 aveva stabilito, esprimendosi in maniera sorprendentemente univoca su richiesta di un parere consultivo da parte dell’ONU, che la separazione delle isole britanniche nel 1965 da Mauritius, prima che diventasse indipendente nel 1968, e la loro incorporazione nei territori britannici dell’Oceano Indiano appositamente creati (BIOT), violava la risoluzione 1514 delle Nazioni Unite del 1960 che vieta lo smembramento delle colonie prima dellindipendenza.

La separazione delle isole avvenne sulla base degli “Accordi di Lancaster House”, malgrado le due entità territoriali avessero fatto parte di un’unica amministrazione nel periodo coloniale. Ciò avvenne con il consenso di un Consiglio dei ministri formalmente rappresentativo di Mauritius, ma sottoposto in realtà al controllo di un governatore britannico. L’ICJ ha stabilito che Mauritius non fu messa in condizione di esprimere liberamente il suo consenso alla separazione delle isole Chagos dal territorio nazionale.

L’ICJ ha descritto il metodo di Londra per ottenere il controllo delle isole come un atto illecito di carattere continuativo, e comporta l’insorgere di responsabilità internazionale. Così come è un atto coercitivo la deportazione dei residenti per far posto alla base statunitense e ha esortato il Regno Unito a porre fine alla “sua amministrazione delle Isole Chagos il più rapidamente possibile”.

La sentenza del 27 gennaio scorso implica che anche la locazione di Diego Garcia da parte del Regno Unito agli Stati Uniti è illegale. La Gran Bretagna ha recentemente esteso fino al 2036 l’affido gratuito di Diego Garcia. Gli Stati Uniti utilizzano il sito come avamposto aeronavale e come trampolino di lancio per le loro operazioni in Medio Oriente, e serve alla CIA come un “sito oscuro”, dove detenere e torturare persone rapite.

La Gran Bretagna, con la consueta arroganza imperiale, ha nuovamente respinto la decisione del tribunale delle Nazioni Unite. Senza poteri di esecuzione, la sentenza della corte è lettera morta e la Gran Bretagna lo sa, dichiarando: “Il Regno Unito non ha dubbi sulla nostra sovranità sul Territorio britannico dell’Oceano Indiano, che è stato sotto la continua sovranità britannica dal 1814. Mauritius non ha mai avuto la sovranità sul BIOT e il Regno Unito non riconosce la sua richiesta”. Stesso discorso potrebbe valere per qualunque possedimento coloniale.

Il ministero degli Esteri britannico ha affermato che, poiché la GB non era stata parte nel caso del tribunale marittimo, non era obbligato a rispettare la sentenza. Tuttavia, ha affermato in precedenza che alla fine consegnerà l’arcipelago di Chagos a Mauritius quando “non sarà più necessario per scopi di difesa”. Difesa da chi? “In particolare nella lotta al terrorismo, alla droga, alla criminalità e alla pirateria”. Le potenze imperialiste, dunque non solo la Cina, non tollereranno alcun vincolo ai loro interessi geostrategici.

Il primo ministro mauriziano Pravind Kumar Jugnauth ha invitato la Gran Bretagna a porre fine alla sua occupazione illegale delle isole Chagos e ha affermato che ITLOS determinerà ora il confine marittimo tra Mauritius e Maldive sulla base del fatto che Mauritius detiene la sovranità sull’arcipelago di Chagos.

Butler-Payette (Seychelles), il cui paese ospita una considerevole comunità chagossiana, ha osservato che quando la sua nazione ha ottenuto l’indipendenza, il Regno Unito ha restituito gli atolli di Aldabra e Farquhar e l’isola di Desroches. “Sarebbe logico che lo stesso precedente venga applicato nel caso di Mauritius”, ha detto, aggiungendo che il popolo chagossiano ha un diritto morale, oltre che legale, alla sua patria ancestrale.

La Gran Bretagna incorporò l’arcipelago di Chagos nel BIOT di nuova creazione nel 1965 per scopi di difesa e deportò con la forza i chagossiani a Mauritius e alle Seychelles, un’altra ex colonia britannica, per far posto alla locazione di Diego Garcia alla US Naval Support Facility.

Agli isolani deportati viene negato loro il diritto di tornare in patria, ciò che rappresenta un crimine contro l’umanità ai sensi dellarticolo 7 dello Statuto della Corte penale internazionale. Sempre che non si voglia applicare a senso unico.

Dei 40 milioni stanziati allora dal governo britannico per compensare gli abitanti delle Chagos, che oggi vivono per lo più alle Mauritius, sono state spese solo 12 mila sterline.

La Gran Bretagna, nel concedere a Washington il contratto di locazione per 50 anni su Diego Garcia, ottenne, oltre che l’imperitura gratitudine dell’alleato, uno sconto di 11 milioni di dollari (di allora) sul sistema di armi nucleari Polaris di fabbricazione statunitense.

Non è un caso che, nel voto sulla risoluzione a proposito delle Isole Chagos, gli emissari di Parigi abbiano scelto di astenersi, poiché nella stessa condizione si trova l’isola di Mayotte, territorio d’oltremare francese rivendicato dall’Unione delle Comore.


3 commenti:

  1. Io so' io e voi non siete!!!

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  2. Bellissimo post. Che ci ricorda crudamente come i rapporti di forza internazionali e la prassi arrogante e intimidatoria delle grandi potenze siano ben diversi da come ce li raccontano e ce li raccontiamo. Dopo l'11 settembre, poi, "tutto" è stato sdoganato.
    Sono molti preoccupato... Se penso a queste cose. Se penso alla Cina, al colpo di stato in Myanmar e al suo impatto sulla Belt and Road Initiative, se penso a Lavrov che sbeffeggia Borrel.
    C'è un brutto clima che andrebbe raffreddato molto in fretta: che Biden possa o voglia farlo è tutto da vedersi.

    Vado un secondo off topic per chiederti se hai per caso visto la serie "Homeland". Ben rappresenta lo spirito USA degli ultimi 20 anni.

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    1. Biden è un uomo di paglia, come gli altri.
      chi comanda realmente, anche in pol. estera, negli Usa? forse nessun in particolare, la pol. estera stat. è dettata dalla forza delle cose e dal giudizio su quelle cose.
      Non ho abilitato Tim-vision, pur potendolo fare. Raramente guardo delle serie tv.

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