giovedì 20 agosto 2020

Con un pugno di riso e carne di topo



È di questa settimana la notizia che l’amministrazione Trump ha annunciato nuovi divieti su Huawei volti a paralizzare il gigante cinese dei telefoni cellulari 5G. Il segretario al commercio Wilbur Ross ha annunciato lunedì che le aziende dovranno ottenere una licenza per vendere a Huawei qualsiasi microchip realizzato utilizzando apparecchiature o software americani.

Stando così le cose sembra che non vi sia partita su questo fronte. Le nuove restrizioni sono una condanna a morte nei confronti di Huawei, diventato il più grande rivenditore di smartphone al mondo dopo aver superato Samsung Electronics nel secondo trimestre del 2020.

L’industria dei semiconduttori statunitense rischia di perdere miliardi di dollari a causa dell’ultima mossa, e infatti le principali aziende, tra cui Qualcomm, hanno esercitato pressioni sull’amministrazione Trump per allentare le restrizioni precedenti, non per rafforzarle.

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Secondo un sito ben informato, la lotta tecnologica nel settore informatico tra Stati Uniti e Cina non riguarda solo le applicazioni, le piattaforme, i dati, gli algoritmi, ma riguarda anche e forse soprattutto la potenza di calcolo: “Avere macchine di calcolo all’avanguardia è quindi più di una meraviglia tecnica, è un punto di forza determinante nella competizione tecnologica tra potenze”.

Se le aziende americane dominano il mercato del software necessario per progettare chip per personal computer, il discorso però cambia per quanto riguarda i supercomputer e i loro componenti. Non va dimenticato un fatto di particolare importanza: nel settore dei supercomputer la Cina ha colmato il gap con gli Usa e conta ben 277 sistemi nella classifica TOP500, il 45% del totale.

Già nel 2016 la Cina realizzò un supercomputer, allora il più veloce al mondo, con un sistema monolitico di 10,65 milioni di core di CPU, costruito interamente con microprocessori cinesi. Ciò seguiva la decisione del governo statunitense (non c’era ancora Trump) di negare alla Cina l’accesso ai microprocessori Intel più veloci.

Gli ultimi quattro decenni di storia mondiale sono stati costruiti attorno alla globalizzazione e al riavvicinamento tra Stati Uniti e Cina. Quel mondo sta rapidamente scomparendo. L’evidenza è chiara: una guerra economica, tecnologica e finanziaria da parte degli Stati Uniti contro quello che considera il suo principale rivale. La logica finale di questo processo è il conflitto militare.

Vale la pena ricordare che gli asiatici sono noti tradizionalmente anche per la loro grande pazienza: sanno essere come il gatto con il topo. Ed è noto che ai cinesi non interessa il colore del gatto. I loro cugini nord vietnamiti, poche decine di migliaia di soldati, hanno sconfitto in successione il colonialismo francese e l’imperialismo americano a colpi di fucile e di mortaio, sostenendosi per oltre vent’anni con un pugno di riso e carne di topo, piatto tradizionale viet.

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