venerdì 22 maggio 2020

La pronipote del cameriere



Scrivevo ieri che i monarchi attuali potrebbero discendere da antichi servi, così come degli schiavi moderni potrebbero contare tra i loro avi degli antichi re.

Juan Carlos di Borbone, l’ex re di Spagna che tutti conosciamo, è figlio di Giovanni di Borbone, il cui nome completo era Juan Carlos Teresa Silverio Alfonso de Borbón y Battenberg, il quale era a suo volta figlio terzogenito di  Alfonso XIII di Borbone e Vittoria Eugenia di Battenberg.

Eugenia di Battenberg era a sua volta la discendente di uno dei camerieri al servizio del conte Heinrich Brühl, già paggio di Augusto il Forte monarca della Sassonia, elevato poi a primo ministro. Brühl viveva nello sfarzo più assoluto: quando Federico il Grande entrò a Dresda trovò nel palazzo abitato dal primo ministro 800 vesti da camera, 1500 parrucche e 2000 paia di scarpe.


Brühl aveva al suo servizio 30 cuochi e 200 servitori. Tra questi servitori aveva particolarmente caro un sassone di nome Hauke, il quale sposò la figlia di un caffettiere tedesco. Il figlio nato da questo matrimonio fu collocato, per intervento del conte Brühl, nel corpo dei cadetti polacco, dal quale poi passò all’esercito polacco, autonomo fino al 1830. Il figlio di Hauke, Hans Moritz, giunse al grado di generale.

Scoppiata nel 1830 la grande insurrezione polacca, la maggior parte degli alti ufficiali passò nel campo degli insorti; pochi soltanto rimasero fedeli allo zar di Russia, tra questi Hans Moritz Hauke, che però fu ucciso dagli insorti. Repressa insurrezione polacca, lo zar Nicola I comparve a Varsavia. Con i ribelli fu spietato, ma con coloro che gli erano rimasti fedeli fu generoso.

Dal matrimonio del generale Hauke erano nati due figli. Il maschio divenne ufficiale russo, la femmina, Julia Therese Salomea, fu dama di corte della zarevna, la futura zarina Maria Alexandrovona. In casa di questa, la signorina Hauke incontrò spesso il fratello di sua altezza imperiale, il principe Alessandro d’Assia-Darmstadt, che comandava un reggimento scelto di Pietroburgo. Tra i due nacque l’amore. Qualche giorno dopo la signorina Hauke si gettò ai piedi della zarevna e le confessò di essere incinta.

Il principe Alessandro intervenne cavallerescamente in favore dell’amata. Il rigido zar Nicola bandì la coppia dall’impero. I due innamorati si sposarono nel 1851 e si volsero verso l’Austria dove il principe fu riassunto in servizio quale generale. Sua moglie fu creata, nell’Assia, prima contessa, poi principessa Battenberg (1858).

Il primogenito della coppia, il principe Luigi di Battenberg, divenne First Sea Lord nella Royal Navy, nonno materno dell’attuale Filippo d’Edimburgo. Pertanto, in linea diretta, l’attuale principe del Galles, discende da Hauke, il cameriere di Brühl.

Il secondogenito, di nome anch’egli Alessandro come il padre, fu principe dei Bulgari. L’unica figlia, che di cognome faceva Battenberg, sposò un conte Erbach-Schönberg, il cui casato risaliva sino a Eginardo e ad Imma, figlia di Carlo Magno.

Il terzo figlio maschio di Alessandro e della divenuta principessa Battenberg, Enrico, passò dall’esercito sassone a quello prussiano, dapprima nel reggimento degli Ussari, quindi fu trasferito in quello della Guardia. Enrico fu prescelto dalla regina Vittoria quale marito per la sua figlia minore, Beatrice. Come tale egli fu elevato ad altezza reale, ebbe l’ordine della giarrettiera e divenne Governor e Capitan dell’isola di Wight, Governor di Carlsbrocke Castle. Morì in una spedizione nell’Africa occidentale. Sua figlia, dodici anni dopo, fu sposa di Alfonso XIII e regina di Spagna.

Se il buon cameriere Haucke avesse potuto essere testimone!

(*) Su Wikipedia, a proposito del cameriere Hauke, troverete tutt’altra origine (“classe media”). Ma su questo non c'è da avere dubbi, figuriamoci se personaggi tanto aristocratici potrebbero mai ammettere nel loro albero genealogico così umili antenati. Perfino Calogero Sedàra, nel Gattopardo, vantò illustri antenati, per cui Angelica sarebbe stata la “baronessina Sedàra del Biscotto” (sic!), benché nipote di Peppe Merda. La sapeva lunga il Tomasi.

8 commenti:

  1. Molto bello.Con mia madre novantaquatrenne, ho provato a risalire ma oltre sua nonna non siamo andati. Comunque sempre contadini.

    RispondiElimina
  2. Mannaggia,crollano così le ultime illusioni:il sangue blu tanto vantato si rivela una miscela che assume un cromatismo tendente al marrone

    RispondiElimina
  3. Già. M’ero dimenticato di Peppe Merda. Il pensiero corre irresistibilmente a Palazzo Chigi, dove peraltro c’è un Conte.

    RispondiElimina