venerdì 15 maggio 2020

La Venere Pandemia



La prassi delle anticipazioni di notizie riservate fatte filtrare alla stampa ha antecedenti numerosi e storicamente anche famosi. Un caso esemplare è quello del giornalista boemo Henri Oppert (o Opper), naturalizzato francese col nome di Henri Blowitz (nome mutuato dalla sua città natale, oggi in repubblica Ceca), il quale fu corrispondente dalla Francia del Times, pagato a peso d’oro dal proprietario del giornale, John Walter III, quello che introdusse l’omonima stampa su rotativa dopo che fu trovato un procedimento che permetteva la stereotipia curva (ma questa è tutt’altra avvincente storia).

Ciò che riguarda la vicenda di Henri Blowitz si trova in internet, e ciò che non si trova lì, potete leggerlo qui di seguito. Riguardo le vicissitudini di Blowitz, prima di diventare giornalista, è rimarchevole che egli fu precettore nella casa di un commerciante di Marsiglia, dove riuscì a conquistare il cuore della madre del suo allievo, pur non essendo certo un Adone (com’è evidente dalla foto che qui segue).

Durante una gita in barca nel porto della città, Blowitz e la sua bella avrebbero gettato in mare il marito addormentato, lasciandolo tranquillamente affogare e facendo passare il misfatto per un incidente, come nel palpitante romanzo Therese Raquin di Zola, laddove gli amanti si sbarazzano allo stesso modo del povero monsieur Camille Raquin, oppure come capitò a un democristiano molti anni fa che finì malamente in mare dal suo yacht. Il mare custodisce gelosamente molti segreti, come sapeva bene Henry de Monfreid.

Su Wikipedia si può leggere che il miglior risultato giornalistico Blowitz lo registrò nel 1878, quando riuscì a ottenere il testo del Trattato di Berlino e a pubblicarlo nel momento stesso in cui il Congresso lo stava firmando.  

La cosa è vera solo a metà, poiché l’andamento delle trattative era ben noto a tutti i giornalisti che seguivano i lavori che si tenevano a Berlino nella sala che fu poi chiamata del Congresso. Meno noto è un altro fatto che ha per protagonista il giornalista, e cioè la sua intervista al cancelliere Bismarck, che ebbe ad oggetto delle considerazioni sul ministro degli Esteri russo Aleksandr Gorčakov, uno dei più eminenti diplomatici del XIX secolo, presente al Congresso.

Una sera, nel periodo del Congresso, il ministro Gorčakov, entrando nel salotto della principessa Bismarck, s’imbattè in Tyras (i tedeschi amano la classicità), il cane del cancelliere, il quale s’andò a cacciare tra le gambe del ministro russo facendolo cadere lungo disteso. Già questo fatto non fu di buon auspicio, a cui s’aggiunse l’unico colloquio che Bismarck ebbe con Blowitz e che questi trasformò in una lunga serie di corrispondenze sul Times, ponendo sulle labbra del cancelliere germanico, di volta in volta, espressioni ostili, anzi maligne circa  il ministro degli Esteri russo.

Quest’ultimo, irritato e sempre abile a sua volta nelle malignità, rientrato in patria riuscì a dare ad intendere al pubblico russo, nonché allo zar, che al congresso di Berlino, presieduto da Bismarck, la Russia fosse stata tradita e danneggiata. A farne le spese, personalmente, fu intanto l’incolpevole ambasciatore russo a Berlino, Pyotr Shuvalov, un uomo intelligente e abile, che nella capitale tedesca era noto e solito rendere omaggio a Venere Pandemia.

Va anche detto, a favore di chi non avesse solo questo genere di curiosità, che il 28 giugno 1878, durante i lavori del Congresso, fu deciso all’unanimità di dare mandato all’Austria-Ungheria, nell’interesse dell’Europa, di occupare e amministrare la Bosnia-Erzegovina. Solo il delegato turco oppose una timida protesta, ma fu rimbeccato sarcasticamente da Disraeli e ruvidamente da Bismarck (*).

V’è di più: pare che tra l’Austria-Ungheria e la Russia si fosse stipulato uno scambio di lettere nelle quali si concordava che qualora fosse sembrato opportuno nell’interesse della tranquillità dei Balcani e per la pace in Europa, l’Impero asburgico avrebbe potuto trasformare, d’accordo con le grandi Potenze, l’occupazione della Bosnia-Erzegovina in annessione (1908-1909).

Nessuno si aspettava allora che l’occupazione e poi l’annessione della Bosnia-Erzegovina sarebbero state per l’Austria-Ungheria un dono danaico e che ne sarebbe venuto, a seguito di un fatto di sangue del 28 giugno 1914 a Sarajevo, la spinta alla rovina della monarchia asburgica. È proprio il caso di riflettere sull’adagio: “Nessun tessitore sa che cosa tesse”.

(*) Art. 25 – Atto finale del Congresso di Berlino (13 luglio 1878). AA.VV., St. delle relazioni internazionali. Testi e documenti (1815-2003), p. 123.

2 commenti:

  1. Dovrebbe leggerlo: https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/05/16/fontana-coscienza-mila-morti-partito-carc-scritta-choc_nupl0swMGEvNcARDAnF4bM.html

    Saluti

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  2. Molto bello, riposante, un elisir per la mente, non sapevo di Venere Pandemia seppure sia stata nelle mie giovanili prime esperienze amorose, un po' di-vino soave che certo non viene da quella fontana appena nominata dall'anonimo qui su.
    Grazie

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