giovedì 9 aprile 2020

C’è da chiedersi se ...


Non se ne parla molto, ma un fatto indiscutibile emerge da questa nuova situazione, vale a dire l’insostenibilità di un sistema economico e sociale che ha fatto del mercato, cioè degli interessi del capitale privato, la sua stella polare. Del resto non ci voleva questa pandemia per mettere in luce che il mercato senza l’intervento massiccio degli Stati e segnatamente delle banche centrali sarebbe fallito irrimediabilmente da molto tempo. Possiamo dire dunque che l’epidemia virale ha reso macroscopica e generale questa contraddizione.

Ciò che si teme oggi, dal lato economico e della tenuta sociale, è l’esplosione di una crisi senza precedenti, non esclusa una rivolta generale contro un sistema sociale la cui palese irrazionalità e ingiustizia diventa evidente ogni giorno di più. Anche le persone più aliene al cambiamento comprendono che l’andazzo è stato tollerato anche troppo, che tutto l’impianto merita di essere riveduto e corretto.

Così come alla fine del XVIII secolo le carestie e la fame posero in evidenza l’irrazionalità dell’ancien régime, ossia l’impossibilità di continuare allo stesso modo, così oggi il contrasto tra le enormi potenzialità di una società sviluppata tecnologicamente e il miserabile fallimento nel far fronte al contagio dell’epidemia (pensiamo solo al caso delle mascherine) e alle sue generali conseguenze, pone in evidenza l’insostenibilità e la pericolosità di un sistema soggiogato agli interessi di una minoranza.

A tal punto si sono estese le pretese dei proprietari del mondo, che i diritti delle comunità si sono quasi del tutto estinti. Non è esagerato affermare che la prosperità, il benessere, la libertà di gran parte della popolazione è alla mercé di un pugno di proprietari che antepongono i propri interessi a quelli dell’umanità. Tutto ciò ci pone di fronte all’urgenza di un cambiamento sociale radicale.

C’è da chiedersi se i padroni del mondo sapranno ancora una volta volgere a proprio favore la richiesta di cambiamento, se ci faremo ingannare dando credito alle loro parole, quelle che ci giungono attraverso i media dei quali sono proprietari e controllori. Dunque se ancora  una volta ci pigeranno in una scatola come sardine, sempre se non metteranno in scena un nuovo massacro generale da far passare come tributo di sangue alla Patria!

9 commenti:

  1. Mi sembra più attendibile la seconda, l'ultima ipotesi che lei ha scritto.
    Anche a proposito delle favole, talvolta, nelle indagini, si fanno tanti di quegli errori, anche forse intenzionalmente, che perfino il vero assassino inizia a dubitare di essere stato lui. (togliamo il forse in questo caso). Piuttosto di ammettere lo sbaglio sarà più facile per lui intraprendere qualsiasi altra via. Forse autoritaria?

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  2. la seconda che hai detto.
    https://ilmanifesto.it/lepidemiologo-snowden-la-pandemia-specchio-di-una-globalizzazione-letale-serve-lassistenza-sanitaria-universale/

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  3. Ahi! Non ci azzecco mai, la seconda :)

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  4. In tempi di sovranismo e populismo? Indovinala grillo! Già è iniziato il derby nordeuropei vs sudicieuropei
    Pietro

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  5. dipende se avranno i braccini corti al momento sbagliato.

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  6. Comandano loro!

    Confindustria ha in mano le redini della partita4 e vuole dirigere il gioco senza dovere più nascondersi dietro a uomini di pezza o prestanome ancora troppo impastoiati dai giochi della politica istituzionale. Al massimo, dietro al virus.
    Ha mandato avanti gli scagnozzi leghisti per un po’, facendo pagare loro il costo di una zona rossa dichiarata con due settimane di ritardo dalla Val Seriana alla bergamasca, come ha dovuto ammettere lo stesso assessore alla sanità lombarda Giulio Gallera.

    “Ora è costretto ad ammetterlo anche l’assessore Giulio Gallera: «Ho approfondito e effettivamente c’è una legge che lo consente». La zona rossa ad Alzano e Nembro, i due comuni della Val Seriana che già a fine febbraio avevano fatto segnare un picco di contagi, poteva essere decisa dalla Regione Lombardia. Ma le pressioni fortissime a partire da Confindustria per evitare l’isolamento hanno fatto attendere due settimane, aumentando a dismisura la trasmissione dell’infezione con numeri dimorti altissimi in tutta la provincia di Bergamo […] A conferma c’è anche un video del 28 febbraio che Confindustria Bergamo guidata da Stefano Scaglia pubblica in inglese per tranquillizzare: «Le nostre imprese non sono state toccate eandranno avanti, come sempre» e pochi giorni dopo l’hashtag #yeswework.”5

    Mentre Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, in un’intervista ha apertamente dichiarato: «Ai primi di marzo con la Regione ci siamo confrontati, ma non si potevano fare zone rosse , non si poteva fermare la produzione. Per fortuna non abbiamo fermato le attività essenziali perché i morti sarebbero aumentati». E ancora: «Le polemiche le facciamo alla fine».6

    Sfacciataggine? Dissennatezza? No, soltanto la tranquilla sicurezza, per ora, di poter fare ciò che si vuole per chi sta al comando. Dell’economia, dello Stato e delle sue amministrazioni locali.

    https://www.carmillaonline.com/2020/04/09/economia-e-crimini-di-guerra-il-capitale-getta-la-maschera/?fbclid=IwAR0NmJeb50__39jjddtqm_9dMjA6lNLenUOSEjoTqCkSqlZEoSOzYSnSjao

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    1. e pensieri un po' piu' personali invece di copia incoola?

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  7. NON PUÒ LIBERARSI SENZA SOPPRIMERE LE SUE CONDIZIONI DI ESISTENZA

    ”Se gli autori socialisti attribuiscono al proletariato un ruolo storico mondiale, non è perché considerino i proletari degli dei. E’ piuttosto il contrario. Proprio perché nel proletariato pienamente sviluppato è praticamente compiuta l’astrazione di ogni umanità, perfino dell’apparenza dell’umanità; proprio perché nelle condizioni di vita del proletariato si condensano nella forma più inumana tute le condizioni di vita della società attuale; proprio perché in lui l’uomo si è perduto ma, nello stesso tempo, non solo ha acquisito la coscienza teorica di questa perdita, ma è anche direttamente costretto a ribellarsi contro questa inumanità dal bisogno ormai ineluttabile, insofferente di ogni palliativo, assolutamente imperiosa espressione pratica della necessità: proprio per ciò il proletariato può e deve liberarsi. Ma non può liberarsi senza sopprimere le sue condizioni di esistenza. Non può sopprimere le sue condizioni di esistenza senza sopprimere tutte le inumane condizioni di esistenza della società attuale, che si condensano nella sua situazione. Non si tratta di ciò che questo o quel proletario, o perfino l’intero proletariato s’immagina di volta in volta come il suo fine. Si tratta di ciò che esso è, e di ciò che sarà storicamente costretto a fare in conformità a questo essere.”
    (K.Marx - F.Engels; La Sacra famiglia)

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  8. e pensieri un po' piu' personali invece di copia incoola?

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