sabato 29 febbraio 2020

Giorno bisestile, l'errore del calendario



Il giorno bisestile debuttò nell’anno 45 dell’evo classico (e non il 46 come riportano in molti), ossia quando Giulio Cesare, nel tentativo di far coincidere l’anno civile con quello solare, riformò il vigente calendario romano. Nonostante laggiustamento, nel calendario giuliano cera uno scarto di 11 minuti e 14 secondi rispetto allanno solare, che ha determinato nei secoli differenze notevoli.

Regnante papa Gregorio XIII venne accorciato l’anno 1582 di dieci giorni per rimettere le cose a posto: il 5 ottobre fu seguito dal 14 ottobre. 

Il calendario gregoriano ha introdotto la regola secondo la quale gli anni la cui numerazione è multipla di 100 sono bisestili soltanto se essa è anche multipla di 400: vale a dire, sono stati bisestili gli anni 1600, 2000 e lo sarà il 2400, mentre non lo sono stati gli anni 1700, 1800, 1900, e non lo saranno il 2100, 2200, 2300 (infatti si salta dal 2096 al 2104, dal 2196 al 2204, ecc.). Tutti gli altri anni la cui numerazione è multipla di 4 rimangono bisestili.

Questa è l’unica differenza, come spiegavo in questo post, tra il vecchio calendario giuliano e quello attuale. In pratica il calendario attuale omette 3 giorni intercalari ogni 400 anni, in modo da annullare quel precedere l’anno solare di 1 giorno ogni 128 anni, precedere dovuto, nel giuliano, al bisestile con cadenza sempre uguale, cioè sempre quadriennale

Il calendario giuliano, come spiegato nel post segnalato, ebbe il merito di mettere ordine nel vecchio calendario romano che dava luogo a difficoltà di calcolo e grande confusione. Per tale motivo l’anno fu diviso in 12 mesi, di 30 e 31 giorni, febbraio di 28 diventava bisestile ogni tre anni e il giorno aggiuntivo cadeva sei giorni prima delle calende di marzo (Kal. Mart. = 1° marzo), in tal modo il bix sestum raddoppiava precisamente il 24 febbraio. Nel tardo Impero prese il nome l’anno intercalare stesso, annus bissextus. Il 46 fu l’ultimo anno caotico prima dell’entrata in vigore del calendario giuliano. Per poter iniziare il suo nuovo anno riformato, Cesare ha dovuto prolungare l’anno 46 di 90 giorni, ed ecco perché quell’anno con i suoi 445 giorni fu chiamato “annus confusionis ultimus”.

Morto Cesare, venne in luce un errore di calcolo, scoperto dai sacerdoti che, fraintendendo le istruzioni di Sosigene di Alessandria, avevano intercalato l’anno bisestile ogni tre anni invece che ogni quattro (*). 

La lunghezza dei mesi, contrariamente alla teoria sostenuta in epoca medievale dello storico inglese Giovanni Sacrobosco, è oggi la stessa dell’anno 45.

(*) Plinio il Vecchio, Libro XVIII: “Cesare dittatore regolò i singoli anni sul corso del Sole avvalendosi di Sosigene che era specializzato in questa scienza; e quella stessa regola fu in seguito corretta avendovi scoperto un errore, sospendendo l’intercalazione per dodici anni di fila, poiché l’anno stava cominciando a ritardare rispetto alle stelle, che prima precedeva”.

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