domenica 18 agosto 2019

Revisionismi



Ieri, su Il Cazzettino di Venezia, un articolo a firma di Carlo Nordio si prendeva cura nientemeno che di Napoleone per un’intera pagina. Dopo aver elencato cose note e notissime, l’ex magistrato non mancava di metter al collo di Napoleone uno scapolare con l’immaginetta di Gesù: il prigioniero di Sant’Elena si sarebbe infine riavvicinato alla religione.

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Oggi, invece, sul Domenicale, Emilio Gentile dedica un articolo all’impresa fiumana di cui quest’anno ricorre inevitabilmente il centenario (vogliono fare di Trieste la capitale del revisionismo storico). Gentile traccia un sommario profilo psicologico dell’ineffabile poeta pescarese, cioè quello di “un eroe disoccupato, con la propria Musa inaridita, angosciato dall’invadente vecchiaia e afflitto da un penoso senso di vacuità esistenziale”. Infatti, prima d’allora a D’Annunzio di Fiume non era mai fregato un fico secco. L’avventura fiumana diede al poeta “una nuova stagione epica, uno stato di mistica esaltazione nazionalistica e rivoluzionaria”. Dopo i primi mesi, però, la popolazione fiumana ne ebbe le scatole piene delle sue “esaltanti orazioni dal balcone, delle carnascialesche esibizioni dell’anarchismo legionario”.

Dopo quel fallimento, D’Annunzio si ritirò per quasi un ventennio a Gardone Riviera, in una villa arredata kitsch e d’atmosfera mortifera, mantenuto da Mussolini, cioè dall’erario, dagli editori e creditori.

A Trieste s’è deliberata di recente la realizzazione di un monumento al più sguaiato promotore delle campagne nazionaliste e imperialiste (Libia, prima guerra mondiale, “Vittoria mutilata” …) e sponda del fascismo. Il monumento dovrebbe essere inaugurato per la ricorrenza del centenario dell’impresa fiumana, il 12 settembre. Il tutto per la modica cifra di 382 mila euro.

Da anni, scrive lo storico Angelo Orsi, una corrente mediatico-storiografica presenta Fiume come un luogo di libertà, che anticipò addirittura i movimenti degli anni Sessanta. Fiume fu invece la prova generale della Marcia su Roma, specie nel momento in cui la componente nazionalista ebbe il sopravvento su quelle anarco-libertarie presenti inizialmente. Lo ribadisce il sindaco di Rijeka (Fiume), Vojko Obersnel, che annuncia passi ufficiali con le autorità italiane, scrivendo tra l’altro: «Le iniziative che festeggiano l’occupazione delle terre degli altri, sono in opposizione con la politica europea, che, come una delle proprie basi, ha l’antifascismo».

3 commenti:

  1. Trieste e zone limitrofe sono la capitale del revisionismo ormai da anni. La narrazione delle foibe, che appaiono sempre come "il principio", cioè omettendo con attenzione le vicende del primo dopoguerra e la italianizzazione delle zone di confine, nascondendo con ancor più attenta omertà gli scempi compiuti dal nostro esercito ("brava gente") durante la guerra di aggressione/annessione e la successiva fase di fascistizzazione.
    La vicenda delle foibe è stata istituzionalizzata in quello che è stato definito un "medaglificio fascista" https://www.wumingfoundation.com/giap/2015/04/il-giornodelricordo-dieci-anni-di-medaglificio-fascista-un-bilancio-agghiacciante/
    In questi anni sono stati conferiti riconoscimenti come "vittime delle foibe" non solo a criminali fascisti, alcuni dei quali giustamente processati e condannati dal governo yugoslavo, ma anche a soldati morti su altri scenari di guerra (es. il Montenegro) e a un partigiano impiccato dai nazisti nel 1944.

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  2. Per precisione la mostra curata da Giordano Bruno Guerri è costata 382.000€ , la statua 20.000. Al momento l'inaugurazione di quest'ultima è stata rinviata per le proteste croate in particolare dell'amministrazione di Rijka, dove si sta pensando anche di fare una contro-mostra.
    La mostra in sè è oscena, soprattutto per il budget usato e l'interpretazione che viene data. In soldoni: D'Annunzio era un visionario che non è stato capito dai suoi contemporanei, soprattutto dalle minoranze "slave" presenti a Fiume; Mussolini lo ha usato e D'Annunzio non ha nulla a che fare con il fascismo.

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    1. il sig. Guerri è libero di pensarla come vuole e anche di scrivere ciò che vuole su D'Annunzio e sul fascismo, spiace che le sue iniziative apologetiche siano a carico dell'erario locale

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