domenica 21 luglio 2019

Riflessioni lunatiche


I primi successi spaziali sovietici, a cominciare dal lancio dello Sputnik nel 1957 e culminati nel primo uomo nello spazio, Gagarin, nel 1961, furono visti dagli Usa come una minaccia mortale. I missili che potevano mettere in orbita i satelliti avrebbero potuto trasportare armi atomiche. Questo timore reale era presente non solo presso l’opinione pubblica. Ricordiamo che Kennedy fece una campagna per la presidenza, nel 1960, basata sul "divario missilistico" con l'Unione Sovietica.

Kennedy e il suo vicepresidente, Lyndon Johnson, che ha continuato il programma spaziale dopo il 22 novembre 1963, erano interessati esclusivamente ai benefici politici e strategici della sfida spaziale con l'URSS. La Luna era una priorità per ragioni di pura supremazia, non avendo nulla a che fare con il carattere storico dello sforzo o il suo significato scientifico. Nel post precedente ho riportato in tal senso le parole inequivocabili di Kennedy.

Il paradosso del programma Apollo fu che lo stesso imperativo politico che lo aveva lanciato – il conflitto della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica – creò le condizioni per la sua fine. Gli enormi risultati tecnologici furono continuamente subordinati agli scopi della guerra e della distruzione.

*

La NASA non aveva razzi per lanciare astronauti sulla Luna, nessun computer abbastanza “portatile” da guidare un'astronave sulla Luna [*], nessuna tuta spaziale da indossare a quello scopo, nessuna astronave per far atterrare astronauti sulla superficie (per non parlare di una autoveicolo lunare che poi percorrerà decine di chilometri in esplorazione), nessuna rete di stazioni di localizzazione per parlare con gli astronauti lungo il percorso. Nessun essere umano aveva mai aperto un portello nello spazio e ne era uscito; nessuna astronave con equipaggio umano era mai stata nello spazio insieme o mai tentato di incontrarsi con un altro veicolo spaziale.

Nessuno aveva una vera idea di nulla di tutto questo. L’esperienza umana nello spazio fino a quel momento era limitata a un’orbita terrestre del cosmonauta sovietico Yuri Gagarin e al volo sub-orbitale dell'astronauta americano Alan Shepard, rispettivamente nell’aprile e nel maggio del 1961.

Una volta in corso, il programma Apollo divenne una vasta impresa sociale, assorbendo più della metà della spesa per ricerca e sviluppo negli Stati Uniti, tre volte maggiore del Progetto Manhattan, dieci volte di più dello sforzo economico richiesto per realizzare il Canale di Panama, che non fu cosa di poco conto.

Nel 1964, 380.000 persone stavano già lavorando per il progetto Apollo, che l’anno dopo poteva contare su 411.000 addetti. Nel 1966, quando le forze statunitensi in Vietnam raddoppiarono a 385.300, negli Usa c'erano 396.000 persone che lavoravano ad Apollo.

Una volta che l'atterraggio sulla Luna fu compiuto, dando agli Stati Uniti un’enorme vittoria scientifica e d’immagine sull'Unione Sovietica, i leader dell'imperialismo americano persero interesse. Tutti e sei gli sbarchi sulla Luna avvennero in un periodo di tre anni, durante il primo mandato di Richard Nixon. Con la sconfitta che s’andava profilando in Vietnam e la crescente crisi economica globale, Nixon declassò il programma spaziale, respingendo le proposte per una base lunare permanente e qualsiasi altro volo verso la Luna. I suoi successori hanno seguito l'esempio.

Questa storia suggerisce un altro paradosso: mentre il programma Apollo portava avanti i progressi storici usando una tecnologia che oggi sarebbe considerata primitiva, gli enormi sviluppi della scienza e della tecnologia negli ultimi 50 anni non hanno portato a nessuna ripresa dell’esplorazione con equipaggio del sistema solare. Gli orizzonti della NASA sono stati ridotti all’orbita vicino alla Terra. Tutti gli sforzi si sono concentrati sullo Space Shuttle, utile per consegnare satelliti di sorveglianza militari alle orbite appropriate, e sulla costruzione della Stazione Spaziale Internazionale. Dopo i disastri della Challenger del 1986 e della Columbia del 2003, il veicolo riutilizzabile basato su quella che era una tecnologia antiquata, il programma fu gradualmente eliminato. Oggi, gli astronauti, anche statunitensi, vengono portati alla Stazione Spaziale Internazionale su razzi russi, mentre nuove grandi imprese spaziali statunitensi rimangono sul tavolo dei progettisti.

L'attuale ripresa dell’attività spaziale attorno alla Terra è il prodotto di forti tensioni geopolitiche. Gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, l’India, la Francia, la Gran Bretagna, persino Israele e l’Iran, sono tutti impegnati nel lancio di missili potenziati e nella diffusione dei satelliti. L’amministrazione Trump ha annunciato la creazione di un braccio militare, la United States Space Force [**], per operare inizialmente come unità dell'Aeronautica, ma chiaramente destinato a diventare una forza armata a sé.

Come la “corsa allo spazio” degli anni '60, questa sfida è guidata dalla competizione diretta delle potenze rivali che considerano lo spazio come un nuovo “terreno” della prossima guerra mondiale.

*

Mezzo secolo dopo, gli sbarchi sulla Luna rimangono un traguardo scientifico, tecnico e organizzativo, una dimostrazione ispiratrice di due potenti verità pur nell'attuale momento storico costantemente sotto attacco di tendenze reazionarie e irrazionali, ossia il fondamentalismo religioso, quello economico e quello post- modernista: 1) la ragione umana è in grado di comprendere il mondo attraverso lo sviluppo della conoscenza scientifica, delle sue leggi e delle sue proprietà oggettive; 2) utilizzando la tecnologia basata sulla scienza e con uno sforzo comune socialmente organizzato, l'umanità può sfruttare la natura per i suoi scopi e raggiungere traguardi giudicati a priori quasi impossibili.

Immaginiamo dunque quali potrebbero essere i traguardi, non solo “spaziali”, se l’umanità riuscisse finalmente a liberarsi degli anacronistici Stati nazionali nelle forme nelle quali tutt’ora si configurano e a organizzare un modo di produzione globalmente e socialmente pianificato sui bisogni e il benessere dell’umanità intera e per scopi pacifici e razionali [***].

[*] L’Apollo Guidance Computer, che gestiva la navicella spaziale, fu il primo dispositivo di calcolo a utilizzare circuiti integrati. Tutti i computer precedenti erano costruiti con transistor, troppo ingombranti e inaffidabili per l'uso nello spazio. L'AGC aveva 73 chilobyte di memoria (il nostro cellulare con un solo gigabyte è un milione di kilobyte), inclusi solo 3.840 byte di RAM (memoria ad accesso casuale), meno del microonde che oggi ci scalda la colazione.

[**] Anche la Cina ha la sua: Chinese People's Liberation Army Strategic Support Force; e naturalmente la Russia: Russian Aerospace Forces. Tra l’altro in spregio all’Outer Space Treaty (chi se lo ricorda più?).

[***] Ricordiamo le parole di Gus Grissom, l’astronauta morto assieme a due suoi compagni nel tragico incendio del gennaio 1967: “La mia vita dipende da 150.000 pezzi di equipaggiamento, ciascuno comprato dal miglior offerente”.

3 commenti:

  1. abolire gli stati nazionali è sempre stato il sogno di ogni imperialismo, non vedo obiezioni di principio all'ipotesi che gli stati nazionali possano cooperare. Sembra che nella storia i momenti di maggiore creatività siano coincisi con quelli di maggiore frammentazione politica: polis greche, comuni rinascimentali, stati nazionali europei prima della seconda guerra mondiale. Gli stessi enormi progressi verificatisi in entrambi i campi della guerra fredda sembrano deporre a favore di un sistema policentrico. Dopo la fine della guerra fredda in fondo nel mondo non è avvenuto più niente di veramente significativo, dal punto di vista dello sviluppo scientifico o sociale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guardo alla storia da una prospettiva diversa: inquadro la polis greca nella cultura e civiltà greca, nell’ellenismo; Roma nella cultura e civiltà greco-latina; i califfati nella cultura e civiltà araba; gli antichi stati cinesi nella cultura e civiltà cinese; eccetera.

      Dopo la fine della guerra fredda è cambiato quasi tutto, anche dal punto di vista dello sviluppo scientifico e sociale. Per quello scientifico è sufficiente prendere atto del mezzo col quale stiamo comunicando; da quello sociale, per esempio, basta chiedere a un cittadino dell’ex DDR.

      Elimina
  2. .. polis greche, comuni rinascimentali, stati nazionali europei prima della seconda guerra mondiale..

    ..e perché no ,anzi di più ,dopo la prima..

    Esempi lucidi di cooperazione !

    caino

    RispondiElimina