venerdì 17 novembre 2017

La sostanza è questa



Non c’è nulla da fare, l’inflazione resta al palo. E solo Dio sa quanto vi sia bisogno di qualche punto d’inflazione per erodere salari e pensioni a beneficio (anche) del debito pubblico.

La strada maestra per far aumentare l’inflazione (anche controvoglia) è sempre stata quella di stampare moneta (anche sotto forma di debito, ossia di titoli di stato). E anche in tal caso solo Draghi sa meglio di tutti quanta liquidità a tal fine viene giocata. Tuttavia tale liquidità resta prevalentemente nel circuito finanziario, e poco agisce sul credito e ancor meno sui consumi delle anime comuni.

Per aumentare questi ultimi, c’è, a sua volta, un’altra strada maestra, vale a dire quella della spesa “aggregata”, ottenuta aumentando la spesa pubblica. Dicono che con i debiti pubblici correnti si possa fare poco da questo lato. E allora non resta, almeno in via teorica, che aumentare i salari. Ne va di mezzo, come viene lamentato, la famosa competitività. Le merci diventano più care, calano i margini di profitto e tutto va a puttane.

Pertanto non resta che aumentare la famigerata produttività del lavoro. Si ottiene fondamentalmente in due modi: aumentando lo sfruttamento della forza-lavoro (in questo l’Italia è tra i paesi all’avanguardia della produttività, checché ne dicano le statistiche padronali) e/o investire nella famosa “innovazione”. C’è, a quest’ultimo riguardo, e parlando in generale, un piccolo dettaglio cui accennare di striscio: in rapporto agli investimenti, il tasso di profitto tende progressivamente a scendere invece di crescere. Si tratta di “cosuccia” di poco conto, mettiamola così.

Perché, per esempio, in Italia s’investe di meno in “innovazione” rispetto a paesi tipo la Germania? Al netto di considerazioni di carattere tipicamente locale, bisogna tener presente la “cosuccia” di cui sopra, e perciò la risposta diventa spontanea: perché si tratta, come nel caso della Germania, di paesi già forti sul mercato, ossia di paesi (e multinazionali) che possono erodere plusvalore altrui, e in tal modo far fronte in migliori condizioni alla caduta del saggio del profitto.

Esempio terra-terra: la Fiat non è certo un competitor (per usare questo brutto termine) della Volkswagen. Così come la vedo dura, lasciando a parte la matrigna Germania, dover competere con colossi tipo Apple, Samsung, Microsoft, tanto per citare i soliti noti. C’è concorrenza tra questi colossi, nella loro sfera produttiva, ma possono imporre prezzi che erodono plusvalore estorto in altre sfere produttive (anche attraverso l'elusione fiscale).

Spero di non aver volgarizzato troppo la complessità delle varie questioni tra loro connesse, tuttavia la sostanza è questa. Conclusione: non è l’euro, quale moneta di conto e di scambio, ad avere un volto e un ruolo cinico e soprattutto baro (si può discutere invece del suo uso "politico", ma ciò vale anche per il dollaro). Cinica è la realtà, quella del capitalismo monopolistico, ossia la cogenza di determinati rapporti di forza economici (e geopolitici).

16 commenti:

  1. beh dire che "non è l'€uro", è una sciocchezza datosi che esso è IL VINCOLO che impedisce al governo di "stampare" e quindi di stimolare l' economia e la tanto desiderata inflazione che "cancella" debiti e crediti.
    Al contrario IL VINCOLO ESTERNO è lo strumento con ( cui i "forti" ( stati e capitalisti) con una lunga "crisi pilotata" si impadroniscono degli asset REALI dei " deboli" ( stati e salariati ), ed esso cessera solo quando questo "trasferimento" down->up sarà completato.
    A quel " traguardo" qualcuno potrò sperare anche in una definitiva rivoluzione, ma io credo invece che avremo una definitiva involuzione dei rapporti di classe ,cioé un sostanziale tecnofeudalesimo.
    ws

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    1. "datosi" che dico sciocchezze, spiegaci che cos'è il quantitative easing della Bce

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    2. mi sa che il feudalesimo viene tirato in ballo da Gramsci in poi a capocchia.
      nei fatti poi si combattono proletariamente solo battaglie in appoggio a fazioni borghesi per lo più già perdenti, per cui il socialismo diventa conservazione di ieri perchè l' altro ieri era peggio

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    3. Duemila miliardi di euro di " crediti" creati dal NULLA per tenere la giostra finanziaria in piedi fino al momento del completo trasferimento di ricchezza REALE "down to up"
      Cioè , tecnicamente, oggi abbiamo la "banca PRIVATA sovrana" al posto dello Stato PUBBLICO , il "sovrano" di 50 anni fa adesso ridotto a mero esecutore del nuovo "sovrano".
      ws

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    4. per me fai troppi sogni sul concetto di "pubblico"

      peraltro se quei 2000 miliardi (in realtà dal 2015 contando le 4 principali banche centrali mondiali sono 5500, solo 2 giorni fa la PBofC ne ha immessi 100: come vedi uno stato e una banca sovrana come piace a te) venissero convertiti in beni scoppierebbe la definitiva svalorizzazione e con essa la terza guerra mondiale

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    5. Quei soldi creati dal nulla non servono per produrre beni reali ne per comprarli ( almeno in una prima fase )ma servono per tenere su il meccanismo finanziario con cui tosare lavoro e risparmio .
      Lo scopo non è ne produrre ne comprare ma impadronirsi degli assets reali dei "deboli" (*) secondo un preciso ordine: prima le risorse di lavoro poi i risparmi con cui questi "deboli" potrebbero ancora difendersi e infine i beni reali necessariamente svenduti per mancanza di reddito
      ws
      (*) Stati deboli e ceti deboli; è lo stesso trasferimento di ricchezza sia internazionalmente tra stati che internamente tra classi.

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    6. parli di Brancaccio e la mezzogiornificazione dell' europa latina

      io lo chiamo imperialismo e usa veicoli che possono essere finanziari, commerciali, industriali, culturali, bellici ecc e non mi aspetterei che gli equilibri interni all' EU avessero un altro fulcro

      comunque condivido solo in parte le analisi di Brancaccio, pur apprezzandole, e per nulla quel che di politico ne discende: stato contro stato invece che classe contro classe.

      si dice che attraverso lo stato si ripropone la questione di classe sul piano politico sottraendola a quello economico: il novecento è passato proprio invano

      il periodo keynesiano (analogamente a quello sovietico) si prolunga nella egemonia del finanziario, l' ha preparata e necessitata, la globalizzazione non è il suo ribaltamento ma il suo sviluppo all' interno delle bronzee leggi capitalistiche.

      e neanche può funzionare, non lo dico con rammarico: quelle stesse classi che appoggiano -in forma minoritaria- questo tipo di progetti alla fine non accetterebbero il declassamento programmato della propria economia ed in più subirebbero comunque l' imperialismo dei propri competitori.

      Melanchon e la Le Pen, le destre dell' est europa e il partito comunista russo, Podemos o Grillo e AfD, tutti condividono lo stesso territorio ostile ad una reale emancipazione dei dominati e contraddittoriamente così procedono pur all' interno della necessità conclamata di formare un polo imperialista europeo

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  2. ho ascoltato draghi un' ora fa ed è molto ottimista sulla crescita e su una risalita dell inflazione e parla molto della relazione inflazione-salari.
    dice che l inflazione è bassa perchè i salari non salgono e spiega che i salari nel passato sono stati legati alle inflazioni passate (lui ovviamente l'indice di sfruttamento non lo considera, in ogni caso IG metal in germania per esempio negli anni scorsi ha cercato di tutelare i lavoratori piu deboli e ha fatto rivendicazioni salariali basandosi sull inflazione passata). Direi che a questo punto la negoziazione salariale di IG metall diventa uno snodo finanziario fondamentale, dovrebbe entrare nel vivo ora e essere conclusa per i primi dell' anno nuovo.Conclude dicendo che attese di inflazione ben ancorate possono eliminare questo problema, e, credo, poichè il QE andra a scemare tra 10 mesi ( e poi molto molto progressivamente) può darsi che il baraccone possa sopportare un costo del denaro più alto, costo che, per le dinamiche esposte nel post circa la composizione organica ovvero innovazione ovvero colossali investimenti, è da considerare un delicato fattore produttivo oggi più di ieri. diciamo che l' inflazione, altra faccia dei tassi di interesse, fa crescere la massa di valore, e questo può posticipare i problemi ma non risolve

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    1. se Draghi ha detto che "l'inflazione è bassa perchè i salari non salgono e spiega che i salari nel passato sono stati legati alle inflazioni passate" non ha fatto altro che usare una tautologia che non spiega nulla
      l'inflazione fa crescere i prezzi, giammai la massa del valore. che una merce costi di più non significa che abbia anche più valore

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    2. riprendiamo il discorso serio che oggi sono in giornata: le parole di Draghi a te sembrano una tautologia, credo -ascoltandolo spesso- fosse un segnale agli industriali esportatori tedeschi (la compagine borghese in questo momento più forte) a mollare un pò di potere d'acquisto e quindi considerare minimali aumenti dei tassi di interesse e di forza in più dell' euro. di conseguenza, questo è il succo, un pò di margini al sistema delle banche commerciali che, con la curva dei rendimenti dei titoli statali schiacciata e con rendimenti a breve sotto zero, stanno alla canna del gas e costituiscono una mina vagante difficilmente controllabile. riequilibri fra raggruppamenti di interessi diversi, degli operai a Draghi è noto che gli importa 'na sega.

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    3. dicevo semplicemente che la frase in sé è tautologica, non l'obiettivo del suo discorso. ciao

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  3. Post divulgativi più brevi e sintetici, per essere comprensibili ad un pubblico più vasto?
    Probabilmente è una buona idea.

    Marco

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    1. nell'ultimo paragrafo mi scuso per l'estrema volgarizzazione. cercherò di fare di più in tal senso, ma vi sono dei limiti anche in questo. grazie

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  4. grazie del post e del dialogo condotto in calce (e Lo Zittito loquace mi piace assai).
    Baci

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