lunedì 19 giugno 2017

Stillicidio quotidiano




Si torna a parlare d’innalzamento dell’età pensionabile. Su questo fronte non c’è pace per chi ha lavorato una vita. È una continua rincorsa. E tutto ciò dopo la pantomima della cosiddetta Ape. Il ministro Poletti, l’ineffabile, aveva promesso i decreti attuativi “per i primi di marzo”, poi per il primo maggio. La gazzetta ufficiale ha pubblicato il decreto venerdì scorso. C’è tempo per le domande fino al 15 luglio, poi l’Inps risponderà entro il 15 ottobre. Quindi è previsto un vincolo annuo di bilancio. All’appello manca anche il decreto ministeriale per la semplificazione dei requisiti per il pensionamento anticipato dei lavoratori impegnati in attività usuranti per almeno 6 degli ultimi 7 anni. Dell’Ape volontaria, una vera truffa, e di quella aziendale si sono perse le tracce. E avanti di questo passo, senza vergogna.

Ora, come detto, si riparla d’innalzamento dell’età pensionabile. Contrariamente a quanto comunemente si crede, tale innalzamento non è stato introdotto dalla famigerata legge Monti-Fornero, bensì è previsto da una legge del 2010, la 122, che convertiva il decreto 78/2010, durante il governo Berlusconi. Ad evincere che il fronte per dare addosso ai poveri cristi è sempre compatissimo. Si tratta dell’applicazione di un automatismo burocratico legato alla cosiddetta speranza di vita, parametrando allo stesso modo la speranza di vita a prescindere dalla tipologia lavorativa. 

Oltretutto tale misura funge da “tappo”, e a pagarne il prezzo sono anche i giovani che non entrano nel mercato del lavoro (suggerisco a chi ha idee contrarie su questo punto – magari sulla base dei “dati” – di alzare il culo e di venirsi a fare un giro nelle aziende venete, per esempio). Ad ogni modo è tempo di farla finita con questo genere di terrorismo previdenziale che non consente a nessuno di sapere con certezza quando andrà effettivamente in pensione. Posto che abbia maturato tutta una serie di requisiti che in non pochi casi rasentano il delirio. E tuttavia si può essere certi che l’uso strumentale del tema previdenziale da qui alle elezioni sarà stillicidio quotidiano.



7 commenti:

  1. Anni fa feci un calcolo accurato in cui matematicamente risultava che già la "riforma Dini" era una furto ai danni di chi avesse realmente versato i contributi prescritti. Quella "riforma" infatti semplicemente metteva per il 2015 in equilibrio "annuale" entrate ed uscite "sanando" il fatto che ,sindacati padronato e stato , come "amministratori" dell INPS , si ciulassero da sempre parte dei contributi con varie forme di " storno consociativo" ad esempio mescolando la previdenza ( nominalmente a carico dei lavoratori ) con cassa integrazione ( nominalmente a carico delle aziende )e " assistenza" ( nominalmente a carico dello stato).

    Ma adesso con i vincoli di bilancio €uropei ,il disastro occupazionale corrente e con il fatto che da monti lo stato non versa più realmente i contributi dei suoi dipendenti ,tale "pareggio" è pure saltato e la "politica previdenziale" ha come unico scopo "tagliare le uscite" con qualunque scusa.
    Questo comporta gia' una riduzione della aspettativa di vita ( ad es record di decessi lo scorso anno ) ma di sicuro "l' età pensionabile" non ritornerà MAI indietro.
    ws

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  2. Ti segnalo alcuni minuti delle letture del Capitale di Riccardo Bellofiore che, dopo aver fatto notare come l'innalzamento dell’età pensionabile si può leggere come un aumento della giornata lavorativa, descrive differenze tra Grundrisse e Capitale sul problema della riduzione del valore di scambio in relazione al tempo di lavoro necessario della giornata lavoratviva.

    https://www.youtube.com/watch?v=kRlNyeZ7n0k

    dal punto 1,57 (1h,57m)

    Visto che hai trattato più volte il problema, se hai voglia, che ne pensi?
    g.
    Ps... naturalmente se il caldo ti lascia un po' d'energie.. :)

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    1. ovvio che il prolungamento della condizione di schiavitù salariata serva ad estorce al singolo una quantità maggiore di plusvalore. tuttavia non sono d'accordo che l'innalzamento dell’età pensionabile si possa leggere come un aumento della giornata lavorativa.
      ciao

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  3. io non conosco nessuno, dalle mie parti, che sia andato in pensione oltre i 60 anni di età. La mia maestra a 45, l'infermiera a 55, il vicino ferroviere a 55, i militari 50, un mio amico exbr pensione da 800 al mese a 60 anni, mi guarda e allarga le braccia. E' l'Italia.

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    1. Tutta gente sicuramente andata in pensione "quando c' era la lira ".
      Tutti le mie conoscenze invece che sono andate "con l' euro" hanno dovuto aspettare almeno i 40 anni di contributi VERI.
      ws

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  4. va detto che però nessuno ha mai scelto il lavoro che ha fatto. A parte, forse, il sovversivo... in pensione per ultimo difatti! E' l'Italia.

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