domenica 21 maggio 2017

Reddito di povertà



Fotografa Eugenio Scalfari:

Macron ha nominato il primo ministro del suo governo nella persona di Philippe che proviene dalla destra francese. La scelta degli altri ministri, avvenuta d'accordo con Philippe, ha seguito alcune linee molto chiare. I problemi dell'economia sono stati affidati a ministri esperti di quelle materie o addirittura operativi in privato e quindi provenienti da fondi di investimento, banche, imprese industriali e capacità finanziarie.

In Inghilterra governano i conservatori, in Germania alle prossime elezioni si profila una vittoria schiacciante della Merkel, che così continuerà a governare con al guinzaglio ciò che resta della sedicente socialdemocrazia, e forse anche senza il cagnolino sotto il tavolo. Idem con kartoffeln in Austria e in Olanda, non parliamo di Ungheria e Polonia.

Un po’ diversa appare la situazione in Italia poiché si vive ancora, da decenni, nell’equivoco che il partito che attualmente ha capo l’ineffabile Renzi sia ancora in qualche modo un partito di centro-sinistra. All’altro capo dello schieramento, pronto ad ogni compromesso, c’è un satiro ottuagenario che ha come primo obiettivo i suoi interessi personali. C’è poi il partito di Grillo, ma non ha alcuna chance – stante l’attuale legge elettorale, ma anche con una diversa – di poter governare da solo come invece dichiara di voler fare. È un partito inutile, buono solo a convogliare il malcontento e tener sotto controllo la protesta.

Questa spaccatura sociale riflette una situazione che vede da una parte chi campa bene o senza eccessivi problemi, e dall’altra chi invece deve fare le capriole ogni giorno per mettere assieme pranzo e cena. Fin che durano pensioni e stipendi pubblici la situazione è questa, da noi e ovunque.

Pertanto, pur con differenze, nei paesi europei c’è una divisione sociale netta tra chi vuole mantenere lo status quo e salvaguardare ciò che ha, e chi, in minoranza, vorrebbe un’altra politica, fatta di maggior giustizia sociale, magari con la ghigliottina nelle piazze ma anche con il reddito di povertà.

La più fantastica truffa è rappresentata proprio dalla ricetta del reddito di povertà. Una larga classe sociale che non ha lavoro e prospettive sarà mantenuta, secondo le promesse, dalla carità di Stato e dunque sarà sempre pronta a qualunque avventura, sostenitrice col coltello tra i denti di chi gli garantisca una mancia di sopravvivenza. Di lavoro non si parla se non per chiacchiera. Lavorare tutti e lavorare molto meno dovrebbe invece essere la parola d’ordine di chi rifiuta l’elemosina e di diventare cliente di qualcuno. E però il sistema non può ridurre la giornata e la settimana lavorativa, poiché si trova imbrigliato in una contraddizione che agisce con la forza di una legge di natura.

4 commenti:

  1. un esempio della "nuova" fenomenologia a cui lo stato, lungi dall' essere in antagonismo con il mercato esteso mondialmente, è chiamato. la sostanza invece è sempre quella: la feroce difesa dello status quo

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    1. molti hanno memoria corta oppure non ce l'hanno proprio. il primo presidente degli Stati Uniti a proporre l’introduzione di un reddito universale è stato Nixon, a lavorare al progetto c'erano un certo Rumsfeld e l’allora 28 enne Dick Cheney
      Quando il potere ti dà qualcosa gratis è per renderti mansueto e ricattabile.
      Questo tipo di sussidio (di ciò in realtà si tratta) mascherato da “reddito” non sarebbe una misura contro la povertà, ma la sua continuazione con altri mezzi, la formalizzazione di uno status di minorità e marginalità permanente di fasce sociali sempre più ampie. La società borghese non vuole affrontare le sue contraddizioni per ciò che sono e in tal modo le vuole aggirare.

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    2. ero un pischello quando gli indiani metropolitani avevano aggiunto "non lavorare più" allo slogan "lavorare meno lavorare tutti"

      accontentati

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